Presentazione Storia della Chiesa
Palazzo Arcivescovile
6 dicembre 1997
L’avvenimento che stiamo vivendo ha profondi significati sui quali
vorrei richiamare brevemente la vostra attenzione, cercando di rispondere
ad una semplice domanda: che senso ha pubblicare la storia della nostra
Chiesa?
1. La base della risposta va ricercata in un’intelligenza profonda
ed organica di ciò che i Padri, i Dottori e i Teologi della Chiesa
chiamano TRADIZIONE. La parola connota in primo luogo l’evento che sta
all’origine di tutta la vita della Chiesa: “Dio ha tanto amato il mondo
da donare [...] il suo Figlio unigenito” (Gv 3,16); “... nella fede del
Figlio di Dio che mi ha amato ed ha dato [...] se stesso per me” (Gal 2,20).
E’ questo incredibile fatto, l’auto-consegna (tradidit - traditio) del
Figlio unigenito all’uomo, la sorgente non solo iniziale ma unica, continuamente
zampillante, poiché sempre eucaristicamente presente di tutta la
vita della Chiesa. Ecco perché al principio del Cristianesimo non
sta un libro: sta una Persona che si dona in un atto di amore quo maior
cogitari nequit. Ecco perché al principio sta l’Eucarestia che di
quell’atto è la presenza permanente: “fate questo in memoria di
me”.
Ma come ogni proposta di amore, anche questa non raggiunge la
sua piena realizzazione se non è accolta, se non è consentita.
L’Evento originario si compie nell’accoglienza che ne fa la prima comunità:
la comunità mariana apostolica.
Ciò che in questo incontro originario è accaduto,
“ciò che avevano ricevuto dalla bocca di Cristo vivendo con Lui
e guardandolo agire ... ciò che avevano imparato dai suggerimenti
dello Spirito Santo” (DV 7) gli Apostoli lo trasmisero: è la TRADIZIONE
apostolica, “che è espressa in modo speciale nei libri ispirati”
(DV 8). E’ questo il tesoro più prezioso della Chiesa: ciò
di cui essa vive. La fede e la vita della Chiesa rimarrà per sempre
la viva eco suscitata dalla Tradizione apostolica.
“Ciò che fu trasmesso dagli Apostoli, poi, comprende tutto
quanto contribuisce alla condotta santa del popolo di Dio e all’incremento
della fede; così la Chiesa nella sua dottrina, nella sua vita e
nel suo culto, perpetua e trasmette a tutte le generazioni tutto ciò
che essa è, tutto ciò che essa crede” (DV 8): è la
TRADIZIONE ecclesiastica. Essa è quello stesso Evento di donazione
che fu accolto da Maria e dagli Apostoli per mezzo dello Spirito Santo,
e che dagli apostoli fu trasmesso (come depositato: depositum fidei) alle
comunità dei credenti, diffondendosi sempre più lungo
i secoli in ogni luogo. Dentro a questo fiume noi siamo immersi; fuori
di esso noi moriamo. Essa non è solo insegnamento: è nella
sua sostanza vivente comunicazione di esperienza. Ecco come il grande Moehler
la descrive:
“La Chiesa è il corpo del Signore, nel proprio insieme la sua
figura visibile, la sua umanità permanente e sempre ringiovanentesi,
la sua rivelazione eterna; egli risiede tutto nel tutto, al tutto ha lasciato
le sue promesse, i suoi doni, a nessun individuo per sé solo dopo
il tempo degli apostoli. Questa comprensione complessiva, questa coscienza
ecclesiale è la tradizione nel senso soggettivo del termine. Che
cos’è dunque la tradizione? Il senso cristiano specifico presente
nella Chiesa e propagantesi attraverso l’educazione ecclesiale, senso che
non va tuttavia pensato senza il suo contenuto, ma che si è piuttosto
formato con esso e per mezzo di esso, si da meritare il nome di senso compiuto.
La tradizione è la parola ininterrottamente vivente nel cuore dei
credenti. A tale senso quale senso complessivo è affidata la spiegazione
della Sacra Scrittura: la spiegazione da esso data in materia discussa
è il giudizio della Chiesa, e la Chiesa è pertanto giudice
in materia di fede («judex controversiarum»). La tradizione
in senso oggettivo è la fede complessiva della Chiesa espressa nelle
testimonianze storiche esterne lungo i secoli”. (A. J. Möhler, Simbolica,
Ed. Jaca Book, Milano 1984, pagg. 295-296)
2. Descrivere la storia di una Chiesa significa narrare come è
accaduta questa trasmissione in un luogo ben preciso, all’interno di un
popolo ben individuato. E’ l’avvenimento salvifico della sacra Traditio
ferrariensis, della sacra Tradizione ferrarese. Ho detto “avvenimento salvifico”:
essa è la “forma” che ha assunto l’accoglienza fatta all’auto-donazione
di Cristo, l’incontro fra questo popolo e Cristo che dona Se stesso.
E’ importante, è necessario penetrare nel mistero di questo
avvenimento salvifico? L’importanza, la necessità di questa penetrazione
è causata dal fatto pieno di mistero che “in ogni Chiesa particolare
è veramente presente e agisce la Chiesa di Cristo, Una, Santa, Cattolica
e Apostolica” (Congregazione per la dottrina della Fede, Dich. Communionis
notio 9,1). Ed infatti “la Chiesa-mistero ... partorisce le Chiese particolari
come figlie, si esprime in esse” (Ibid., 2), per cui “l’ingresso e la vita
nella Chiesa universale si realizzano necessariamente in una particolare
Chiesa” (ibid. 10,1). Lo “spazio” in cui questo popolo di Ferrara e chi
vive in questo territorio può incontrarsi col dono di Cristo sempre
eucaristicamente disponibile, è questa santa Chiesa di Ferrara-Comacchio.
Evadere dalla Chiesa particolare, significa cercare un impossibile incontro
con Cristo, dal momento che, come si è detto, l’ingresso nella vita
della Chiesa di Cristo si compie necessariamente in una Chiesa particolare.
3. Certamente, la conoscenza della storia della Chiesa non è
in senso assoluto necessaria. L’immersione dentro alla Sacra Tradizione
ferrariensis avviene concretamente nell’atto di educare alla fede il battezzato.
I luoghi di questa “immersione” non sono necessariamente i libri di storia:
sono i luoghi dell’educazione della persona, in primo luogo la famiglia.
“Come nelle comunità umane, popolo, famiglie, domina una spirito
che tutto sostiene, e di cui, ad ogni generazione, sono portatori responsabili
gli individui che ne fanno parte, così anche la comunità
soprannaturale ha il suo spirito. Esso non poggia su motivi naturali, come
la forza del sangue, la riflessione o l’esperienza umana, ma viene suscitato
dallo Spirito Santo” (M. Schmaus, Dogmatica cattolica, I ed. Marietti,
Torino 1959, pag. 99). La storia è uno strumento privilegiato per
conoscere questo spirito sostenuto e creato in obbedienza allo Spirito,
dai pastori e dai santi noti e ignoti, dagli sposi nelle case e dagli educatori
nelle scuole, dai laici impegnati nella testimonianza.
Ora abbiamo a disposizione uno strumento per conoscere meglio
l’evento mirabile e misterioso della sacra Traditio ferrariensis: grazie
a chi l’ha prodotto!
|