Solennità (votiva) di S. Giovanni Battista
Palata Pepoli, 20 giugno 2010
1. Cari fratelli e sorelle, la posizione del vostro santo patrono è singolare, unica nella storia della nostra salvezza. Essa può comprendersi con due immagini: l’immagine di un confine tra due territori; l’immagine della soglia della porta di casa.
Il confine segna la spartizione fra due regioni: dove è il confine, finisce l’una e comincia l’altra. Così è stato Giovanni il Battista. Egli è stato collocato da Dio nel punto in cui la prima Alleanza, quella con Israele, si conclude nella nuova ed eterna Alleanza.
Se prestate attenzione ad alcuni particolari della narrazione evangelica, essi ci suggeriscono la posizione di confine propria di Giovanni. Egli è figlio di due genitori anziani: "ora, ciò che diventa antico e invecchia, è prossimo a sparire" [Eb 8,13]. Non solo, ma come avete sentito, Zaccaria, il padre di Giovanni, riacquista la parola quando nasce il bambino. È Giovanni che introduce l’uomo nel nuovo dialogo con Dio, perché indica presente nel mondo il Mediatore della nuova ed eterna Alleanza.
L’altra immagine è quella della soglia di casa. La soglia, come sappiamo bene tutti, è il passaggio obbligato per chi intende entrare in casa. Essa, la soglia, non è ancora la casa e chi vi si ferma, non entra. Ma bisogna passare per essa, se si vuole entrare in casa.
Nel Vangelo di Giovanni viene narrato l’incontro del Battista con alcuni che lo interrogavano sulla sua identità. Egli rispose nel modo seguente: "Io sono voce di uno che grida nel deserto". Giovanni definisce se stesso come la voce. Che cosa c’è di più fragile della nostra voce? Essa è una vibrazione dell’aria che dura qualche istante, dopo di che non resta niente. Ma la voce veicola i nostri pensieri, i nostri sentimenti. È attraverso la voce che noi entriamo in comunione di pensieri e di sentire. La voce istituisce qualcosa che può rimanere per sempre.
Giovanni è stato la voce che ha semplicemente detto che l’Agnello di Dio era presente fra noi. Come si passa per la soglia se desideriamo entrare in casa, così ascoltando la voce di Giovanni siamo condotti al Signore. I primi discepoli del Signore furono prima discepoli di Giovanni. Ed ogni anno la Chiesa inizia in Avvento l’annuale celebrazione dei Misteri del Signore, facendo riascoltare la catechesi di Giovanni.
2. Cari fratelli e sorelle, sono venuto fra voi per condividere con voi la gioia di avere restituita al suo originario splendore la vostra Chiesa parrocchiale.
Non posso non esprimere il mio più grande compiacimento a quanti hanno lavorato a questo restauro, in primo luogo al carissimo don Riccardo che con intelligente entusiasmo ha voluto quest’opera.
Giustamente avete voluto celebrare questo evento nella solennità del vostro patrono. Non esiste forse una certa somiglianza fra la missione del Battista e la funzione del vostro splendido edificio di culto? Penso di sì.
Esso colla sua bellezza vi guida alla comprensione del grande mistero della Chiesa.
Questo edificio infatti vi ricorda continuamente che voi siete l’edificio stesso di Dio. Pietre vive, vi siete stretti a Cristo "per la costruzione di un edificio spirituale, per un sacerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio" [1Pt 2,4-5]. Questo edificio è "voce" che vi comunica queste grandi realtà; è "soglia" attraversando la quale, voi percepite e pregustate oggi in un qualche modo lo stare nella dimora eterna.
Cari amici, mi piace terminare con le parole stupende di un grande scrittore cattolico del secolo scorso.
"Lui è qui. Lui è qui come il primo giorno. Lui è qui in mezzo a noi come il giorno della sua morte … Eternamente ogni giorno … tutte le parrocchie risplendono eternamente, perché in tutte le parrocchie c’è il Corpo di Cristo … Tutti i borghi splendono di fronte a Dio. Tutti i borghi sono cristiani sotto lo sguardo di Dio" [Ch. Peguy, Lui è qui. Pagine scritte, BUR, Milano 1997, pag. 176-177].
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