III DOMENICA PER ANNUM (C)
S. Martino in Pedriolo, 24 gennaio 2010
1. Cari fratelli e sorelle, la pagina evangelica appena ascoltata narra l’inizio della missione redentiva di Cristo. La parola di Dio ci svela la coscienza che Gesù aveva di Se stesso in quel momento, come pensava la missione che stava per intraprendere.
Gesù applica a Se stesso una pagina del profeta Isaia: "Lo Spirito del Signore è su di me … ". Anzi dice che questa profezia si compie, si realizza cioè, in Lui. Dunque, cari fedeli, se vogliamo conoscere Gesù e la sua opera redentiva dobbiamo lasciarci guidare da queste parole profetiche.
Il Signore compie la sua opera "con la potenza dello Spirito Santo" ["Lo Spirito Santo è su di me"]. Egli cioè è inviato dal Padre, ed agisce colla potenza divina. È più che un "grande fondatore di religioni": è l’inviato di Dio stesso.
È inviato "per annunciare ai poveri un lieto messaggio … e predicare un anno di grazia del Signore". Cari fedeli, questa è l’opera che Cristo è venuto a compiere: dare un lieto annuncio, una buona notizia a chi è in ogni genere di difficoltà. È venuto per dirci che il tempo in cui viviamo è un "anno di grazia del Signore".
Il testo evangelico ci suggerisce due sottolineature. La prima è che dobbiamo prestare attenzione al fatto che la missione di Gesù è presentata in termini di "predicazione", di "parola detta" a chi vuole ascoltare. Gesù è venuto in primo luogo per informare l’uomo della decisione presa da Dio di prendersi cura dell’uomo; di porsi vicino all’uomo per condividere con lui il faticoso cammino della vita. Gesù è venuto per dirci chi è Dio, per dirci la verità circa Dio stesso: Egli è il Padre che si prende cura di ciascuno di noi.
Ma non solo questo. La missione di Gesù non è soltanto la notificazione di una bella notizia, la comunicazione di verità fino ad allora ignote all’uomo. È una predicazione che produce in realtà ciò che dice; è una informazione che cambia la vita di chi l’ascolta. "Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi", dice il Signore. La sua parola è efficace: produce ciò che dice in chi l’ascolta con fede.
La presenza di Gesù dunque cambia la vita, poiché l’uomo da essa riceve grazia e verità.
2. Cari fedeli, qualcuno di voi potrebbe pensare: "a noi, però, oggi non è dato di godere della presenza di Gesù, di ascoltare la sua predicazione. Certamente ascoltiamo la lettura e la spiegazione del S. Vangelo, come stiamo facendo ora. Veniamo a conoscenza di ciò che accadde duemila anni orsono; di ciò che allora disse Gesù a Nazareth".
Vogliate prestarmi bene attenzione. Noi non siamo solo informati su fatti e parole passate. Ma la parola che Gesù disse ai suoi concittadini, la dice adesso anche a noi: "Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi". Un grande credente della Chiesa primitiva, Origene, scrive: "guardati dal considerare fortunati coloro che udivano Cristo, e dal giudicare voi privati della sua predicazione. Se la Scrittura è la verità, Dio non ha solo parlato una volta nelle sinagoghe giudee, ma parla anche oggi nella nostra assemblea" [Omelie sul Vangelo di Luca XXXII,2; SCh 87, pag. 387]. Ed inoltre, aggiunge, "anche ora, se voi volete, nella nostra assemblea, voi potete fissare i vostri occhi sul Salvatore" [pag. 391].
Cari fedeli, ci viene insegnata una grande verità della nostra fede. Mediante e nella Chiesa Gesù è presente fra noi e compie la sua opera di salvezza. Anche oggi realizza nella nostra vita ciò che ci dice mediante la predicazione della Chiesa. La Chiesa è la continua presenza di Cristo in mezzo a voi.
Potete ora capire, nella fede, la dignità della vostra parrocchia che il Vescovo è venuto a visitare. Ogni parrocchia è l’espressione della Chiesa in un determinato territorio. Là dove viene predicato il Vangelo, è Gesù che "predica l’anno di grazia del Signore"; là dove viene celebrata l’Eucaristia "si compie l’opera della nostra salvezza".
Non siete privati, nessuno è privato della presenza del Salvatore se ascolta con fede la predicazione del Vangelo, e partecipa alla celebrazione della Eucaristia.
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