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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


SABATO SANTO 1997 : NOTTE
29 marzo 1997

“O notte beata, tu sola hai meritato di conoscere il tempo e l’ora in cui Cristo è risorto dagli inferi”. Fratelli, sorelle: davvero beata questa notte, poiché ciò che in essa è accaduto ed accade supera ogni discorso umano. “Quale mente, quale pensiero, quale ragionamento potrà comprendere la sovrabbondanza della benevolenza di Dio e la grandezza dei doni ineffabili che (in questa notte) sono stati donati alla natura umana?” (S. Giovanni Crisostomo, Ottava Catechesi 2, in Le catechesi battesimali, ed. Città Nuova, Roma 1989, pag. 142).

1. In questa notte è stata ricreata la persona umana, è stato posto l’inizio della nuova umanità poiché è stato formato il Nuovo Adamo: Cristo è Risorto. E la sua risurrezione è tutto questo: nuova creazione, inizio della nostra rigenerazione. Pensiamo e consideriamo attentamente chi era stato deposto nella tomba. Era il crocefisso: colui che aveva portato il peccato di ciascuno di noi, colui che aveva condiviso pienamente ed interamente la nostra morte, accettando anche ciò che consegue ad ogni morte umana, la sepoltura e la reposizione in una tomba. In lui, nel suo corpo morto e sepolto, la morte ed il peccato avevano compiuto la loro opera devastatrice pienamente. Ma che accade in quel corpo, dentro a quel sepolcro? La forza vivificante dello Spirito del Padre lo investe, lo pervade con tutta la sua forza di vita divina e lo fa rivivere della stessa vita divina, eterna. Non è infatti un ritorno alla vita precedente, corruttibile. E’ la vita stessa che sgorga dal Padre che ha in sé la vita, che viene a dimorare definitivamente nel corpo del Crocefisso. L’umanità di Cristo entra per sempre nel possesso della vita divina. Oh veramente beata questa notte, poiché in essa è accaduto l’unico, vero, definitivo cambiamento della nostra condizione umana! In essa è stata compiuta l’opera della nostra salvezza: siamo stati liberati dalla nostra condizione mortale di peccato ed introdotti nella partecipazione della stessa vita divina. Infatti la nostra morte, a causa della Risurrezione di Cristo, si è trasformata in un passaggio da questa vita alla piena comunione con Dio.
 In passato, prima di ciò che successe in questa notte, la forza del peccato e quindi della morte aveva prevalso contro la nostra natura. “Ma quando apparve tra noi il secondo Adamo, divino e celeste, che combattendo per la vita di tutti, con la morte del suo corpo a tutti restituì la vita e distruggendo il regno della morte risuscitò, allora siamo stati trasformati a sua immagine” (S. Cirillo di Alessandria, Commento sul Vangelo di Giovanni lib.12).

2. Questo è ciò che è successo in quella notte beata, che ha meritato di conoscere il tempo e l’ora in cui Cristo è risorto dai morti. Ed in questa notte che cosa succede? siamo qui solo per ricordare avvenimenti passati? Notte beata anche per noi ed in noi! Ciò che è accaduto nella santa umanità di Cristo, accade ora anche in noi precisamente mediante la celebrazione dei santi misteri: noi ora partecipiamo alla stessa vita divina, che rifulse per la prima volta nel corpo risuscitato di Cristo. La sua risurrezione si rinnova in ciascuno di noi, e nulla ci manca della vittoria riportata dal nostro Salvatore. Come noi risorgiamo in Cristo?
“Fratelli - ci ha detto l’Apostolo - non sapete che ... in una vita nuova”. Ecco ciò che opera il nostro radicale inserimento nella morte-risurrezione di Cristo. Guardate questi nostri fratelli: “Infatti coloro che ieri e precedentemente erano schiavi del peccato, senza libertà, sottoposti alla tirannia del diavolo e come prigionieri sospinti e trascinati in questo modo, ecco oggi sono stati accolti nel novero dei figli e, dopo aver deposto il peso dei peccati ed aver indossato l’abito regale, gareggiano quasi in splendore con lo stesso cielo e rifulgendo di una luce più splendente di questi astri colpiscono la vista di coloro che guardano ad essi”. S. Giovanni Crisostomo, Ottava Catechesi 3, in Le catechesi battesimali, ed. Città Nuova, Roma 1989, pag. 142).
 Ma questo nostro inserimento nella morte e risurrezione di Cristo si compie nella partecipazione all’Eucarestia: “Per questo motivo la tavola è posta al centro come una fonte, affinché da ogni parte le greggi affluiscano ad essa e attingano alle acque salvatrici. Poiché dunque c’è qui una tale fonte, una tale vita e la tavola è piena di infiniti beni e da ogni parte trabocca per noi di doni spirituali, accostiamoci con cuore sincero, con coscienza pura per ricevere la grazia e la benevolenza del Figlio unigenito, il nostro Signore salvatore Gesù Cristo.” (S. Giovanni Crisostomo, Settima Catechesi 26-27, in Le catechesi battesimali, ed. Città Nuova, Roma 1989, pag. 139).
 Così sia veramente, fratelli e sorelle: possiamo godere per sempre della grazia e della misericordia del Padre, nella santa Pasqua.