ENICHEM
25 marzo 1997 [schema]
La celebrazione dell’Eucarestia nel luogo del vostro lavoro mostra che
fra il culto cristiano (il nostro rapporto con Dio) ed il lavoro quotidiano
non c’è opposizione, non c’è estraneità: c’è
profonda unità ed integrazione. La ragione ed i contenuti di questa
integrazione ci sono insegnati nella prima lettura.
1. Nella prima lettura si parla della chiamata rivolta ad un misterioso
personaggio che è mandato ad incoraggiare una comunità umana
cui era affidato il compito di ricostruire Gerusalemme.
Egli ha una parola di straordinaria potenza. Egli riceve una
promessa grandiosa: “Sul quale manifesterò la mia gloria”. La gloria
di Dio è la realizzazione del suo disegno di salvezza. E’ una salvezza
che non esclude niente e nessuno.
Riascoltiamo ora il Vangelo: “... Dio è stato glorificato
in Lui”. La prima lettura era una profezia: in Gesù Cristo si compie
perfettamente, pienamente.
2. Che cosa significa questa salvezza? Nella profezia: ricostruzione
di una città, di una comunità dispersa. Nel Vangelo: ricostruzione
della nostra vita umana, in ogni sua dimensione. Come? Ridonando all’uomo
la consapevolezza della sua dignità e del suo primato nella creazione.
La conseguenza è che si deve rifiutare quel predominio della tecnica
che riduce l’uomo a mero strumento di produzione: il lavoro è per
l’uomo e non l’uomo per il lavoro.
Questa ricostruzione della dignità umana è particolarmente
importante di fronte al grave problema della disoccupazione, che oggi investe
tante persone. Il diritto al lavoro è la pratica garanzia della
dignità dell’uomo. Senza lavoro, infatti, la persona è priva
delle condizioni sufficienti per lo sviluppo pieno di se stessa. La disoccupazione
crea una grave situazione di emarginazione ed un penoso stato di umiliazione.
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