Fratelli e sorelle: oggi la nostra Chiesa è in festa. Celebrando
la memoria del suo Santo Patrono, S. Giorgio, essa unisce le sue preghiere
alla potente intercessione di chi ha confessato la fede fino all’effusione
del sangue. E mentre rende grazia di ogni beneficio, oggi loda il Signore
in modo particolare per il servizio pastorale svolto da questi sacerdoti
che celebrano i loro giubilei sacerdotali. Essi sono:
60.mo anniversario:
Mons. Corrado Baraldi
Can. Gaetano Carli
Don Antonio Grassilli
Mons. Mario Rescazzi
50.mo anniversario:
Don Giovanni Locatelli
Mons. Giulio Malacarne
Mons. Italo Marzola
Don Antonio Ricci
P. Terenzio Veronesi
40.mo anniversario:
Don Gian Alfredo De Ponti
Mons. Guido Rossi
Don Giorgio Vitali
25.mo anniversario:
Don Cesare Casadio
Don Giovanni Pisa
Don Andrea Turazzi
OMELIA S. GIORGIO 1997
“Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere
di uccidere l’anima”. Il martire nostro patrono non ha avuto paura di essere
ucciso nel corpo, ben sapendo che suprema disgrazia della persona non è
la morte fisica, ma la morte spirituale. Egli, come ogni martire, trovò
la forza interiore nella certezza che chi si affida al Signore, non può
perdersi. Se infatti neanche un solo passero cade a terra “senza che il
Padre ... lo voglia”, quanto più sarà sotto la protezione
di Dio colui che in Lui si rifugia. Dunque, il nostro patrono colla sua
testimonianza ci ricorda che il più grande male non è il
perdere la vita ma “per amore della vita fisica, perdere le ragioni del
vivere”, che la nostra forza consiste nella protezione che Dio dona ai
suoi eletti. Proponendo oggi alla nostra venerazione, la Chiesa dichiara
vero il modo di giudicare seguito da S. Giorgio. “Riconoscere Cristo davanti
agli uomini” implica obbligatoriamente il rispetto dei suoi comandamenti,
anche nelle circostanze più gravi, e il rifiuto di tradirli, anche
con l’intenzione di salvare la propria vita. Ed in questo sta il valore
perenne della testimonianza del martire: non solo per la comunità
cristiana, ma anche per la comunità civile. Se infatti i nostri
padri hanno voluto porre la nostra città sotto la protezione di
S. Giorgio, sotto la protezione di un martire, è perché egli
ha continuamente qualcosa da ricordarci. Il fatto che la memoria storica
della nostra città sia radicata nella testimonianza di un martire,
ci richiama all’esigenza di fondare la nostra convivenza nel significato
che ha il martirio cristiano. Quale precisamente?
- Nel fatto che il martire accetti di morire piuttosto che tradire
la propria coscienza, risplende l’intangibilità della dignità
personale dell’uomo. E’ una dignità che a nessuno è consentito
di svilire, di deturpare, di contrastare, sia pure per supposte buone finalità,
qualunque siano le difficoltà. E’ in questo senso che risuonano
severe le parole di Cristo: “non abbiate paura...”. Il martirio è
quindi una luminosa esaltazione della perfetta umanità e della vera
vita della persona. Proviamo a chiederci allora tutti, oggi, facendo memoria
del nostro martire: nella nostra città risplende una luminosa esaltazione
della dignità dell’uomo? O non vediamo piuttosto preoccupanti deturpazioni
della medesima? Penso al pur sempre alto numero di aborti che vengono compiuti;
penso alle persistenti difficoltà di trovare lavoro da parte di
molti giovani; penso alle conseguenti gravi difficoltà in cui versano
tante famiglie penso ai persistenti e spesso gravi disagi in cui si trovano
le persone ammalate, specialmente se povere.
- Nel fatto che il martire accetti di morire piuttosto che tradire
la propria coscienza, risplende chiaramente la distinzione netta fra ciò
che è bene e ciò che è male. La memoria del nostro
martire offre quindi un contributo di straordinario valore, perché
nella nostra città non si precipiti nella confusione più
grave che possa affliggere l’uomo: la confusione fra bene e male, che rende
impossibile costruire una vera comunità umana. In un’epoca in cui
si esalta come una conquista civile, il più radicale relativismo
morale, il martire ci ricorda le parole sempre attuali del profeta: “Guai
a coloro che chiamano bene il male e male il bene, che cambiano le tenebre
in luce e la luce in tenebre, che cambiano l’amaro in dolce e il dolce
in amaro” (Is. 5,20). La vera sentinella che vigila sulla dignità
di ogni uomo è la certezza che esistono norme morali intangibili.
- Nel fatto che il martire accetti di morire piuttosto che tradire
la propria coscienza, risplende chiaramente la vera libertà dell’uomo:
ed in se stessa e di fronte ai potenti di questo mondo. Colla sua testimonianza
infatti, il martire testimonia che esistono confini altre i quali nessun
potere di questo mondo può spingersi. In questo modo afferma che
la vera libertà dell’uomo consiste nella sottomissione dell’uomo
alla verità e che il vero pericolo che insidia la nostra democrazia
è la sua alleanza col relativismo morale. “Una democrazia senza
valori si converte facilmente in un totalitarismo aperto oppure subdolo,
come dimostra la storia” (Giovanni Paolo II, Centesimus annus 46). La trasparenza
nella pubblica amministrazione, l’uso giusto ed onesto del denaro pubblico,
il rispetto del pubblico ufficiale al cittadino, il rifiuto di ogni mezzo
equivoco od illecito per conquistare o mantenere il potere, non trovano
nessun fondamento solido se non nella certezza che esistono legge morali
intangibili e che non è libertà il non riconoscerle, ma schiavitù.
Siamo capaci di educare i nostri giovani a vedere lo splendore della libertà
vera? O non li abbiamo introdotti nel deserto del nostro annoiato permissivismo,
a volte con equivoche iniziative pedagogiche?
La memoria del martire nostro patrono sia custode vigile della grandezza,
della bellezza della nostra città: perché non sia dilapidata!
Vigili colla sua protezione sui nostri bimbi, perché sappiamo preparare
loro una città sempre più abitabile. La forza della sua testimonianza
ricordi ai nostri giovani la grandezza e le esigenze della vera libertà.
la memoria del suo martirio custodisca chi governa la nostra comunità
nel vero servizio al bene comune. La sua preghiera ottenga a tutti noi
di vivere giorni sereni e tranquilli, in dignità e sicurezza.
|