SECONDA DOMENICA DI QUARESIMA 1997
23 febbraio 1997
Abbiamo già percorso la prima tappa verso la S. Pasqua:
il nostro cammino ha preso avvio dalla celebrazione del mistero di Cristo
tentato nel deserto. Domenica scorsa abbiamo visto che il cammino quaresimale
è il tempo che il Padre ci dona, perché tutto il nostro essere
entri nel mistero della vittoria di Cristo su Satana. Oggi la Parola di
Dio ci svela in vista di che cosa Cristo vuole renderci partecipi della
sua vittoria: perché siamo in Lui, trasfigurati come Lui. La nostra
trasfigurazione in Cristo è il fine di tutta la quaresima. Celebriamo
oggi il mistero della trasfigurazione di Cristo e nostra. Ed allora poniamoci
in vero ascolto del Vangelo.
- “Gesù prese con sé ... sopra un monte alto”. La nostra
trasformazione in Cristo comincia dalla sua iniziativa: Egli “ ci prende
con sé”. Gesù ci chiama durante questa santa quaresima, per
portarci sul monte alto della rivelazione divina, per introdurci nello
stesso mistero del suo rapporto col Padre. E’ questa la nostra vera trasfigurazione
e trasformazione: essere in Cristo, come Cristo. E’ questo il nostro vero
destino: divenire figli del Padre nel Figlio unigenito Gesù. Il
significato profondo del tempo quaresimale ci appare pienamente svelato:
camminare verso la nostra piena conformazione, assimilazione a Cristo.
- Ma proseguiamo la nostra lettura del S. Vangelo: i discepoli vedono
il mistero di Cristo, possono contemplare la sua realtà. “Si trasfigurò
davanti a loro... così bianche”. I discepoli vedono che quel Gesù
di Nazareth, col quale stavano vivendo una vita umana, è investito
dello stesso splendore divino: è la presenza della Gloria di Dio
in mezzo a noi. Vedono lo splendore della sua persona divina nella sua
umanità. “Ora è stato visto ciò che era invisibile
agli occhi umani: un corpo terreno che irradia splendore divino, un corpo
mortale che emana la gloria della divinità. Infatti il Verbo è
diventato carne ... senza che abbia perduto la natura divina” (S.
Giovanni Damasceno).
Nella luce del mistero della Trasfigurazione, vediamo chiaramente
il “progetto” che il Padre ha su ciascuno di noi. L’Unigenito Figlio di
Dio ha assunto la nostra natura umana e l’ha resa partecipe della sua stessa
vita e gloria divina: nella trasfigurazione i discepoli videro questo mistero.
E ciascuno di noi è chiamato, attraverso l’umanità di Cristo,
a divenire partecipe della sua stessa condizione di Figlio. Ecco la nostra
verità intera. Pietro esclama: “Maestro, è bello per
noi stare qui”. L’uomo che scopre la sua verità nella luce di Cristo
prova uno stupore, una gioia indescrivibile (“non sapeva cosa dire”) e
quasi una sorta di timore vedendo a quale sublime dignità è
chiamato.
- Quale è la strada per realizzare la nostra vocazione?
Riascoltiamo il Vangelo: “Questi è ... ascoltatelo”. La via che
ci conduce alla nostra trasfigurazione in Cristo è l’ascolto vigilante
ed attento della sua parola. Gesù è infatti l’Unigenito del
Padre, che conosce il suo eterno progetto d’amore e ci insegna come entrare
in questo mistero. Chi infatti ci può insegnare ad essere figli
del Padre se non Colui che è l’Unigenito Figlio del Padre? “Nessuno
conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il
Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare” (Mt 11,27). Egli
è la via, la verità e la vita e nessuno va al Padre, se non
per mezzo Suo (cfr. Gv 14,6). “Il mediatore fra Dio e gli uomini è
il Cristo, che a lui è docile fa conoscere ... la volontà
ineffabile di Dio Padre, nota certo a Lui solo in quanto Figlio che da
Lui procede, e in quanto è egli stesso Sapienza divina, che tutto
conosce, anche le profondità di Dio” (S. Cirillo d’Alessandria).
Carissimi, riprendiamo con maggiore fervore il nostro cammino
verso la Pasqua: lo Spirito Santo oggi ci rivela che è un cammino
di trasfigurazione in Cristo. Se saremo attenti e costanti nella meditazione
della Parola di Dio, nella preghiera, nell’elemosina, nell’astinenza, la
nostra fisionomia spirituale si trasformerà e modellerà su
quella di Cristo. Lasciamoci trasfigurare dalla sua gloriosa trasfigurazione,
condurre via dalla nostra falsa identità verso la pienezza della
nostra verità.
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