STAZIONE QUARESIMALE: SANTO SPIRITO
Venerdì 21 febbraio 1997
La quaresima è tempo di meditazione, in un ascolto calmo e docile
della Parola di Dio. Essa ci libera da una malattia veramente contagiosa:
la fretta superficiale di chi non è più capace di rinascere
e dimorare nella pace della meditazione.
1. Oggi la lettura profetica ci invita a riflettere sul valore, sul
peso specifico dei nostri atti, delle nostre scelte. Siamo portati a considerare
le conseguenze che le nostre azioni hanno all’esterno, per così
dire: sulle persone o sul mondo in cui viviamo. Ma la realtà più
profonda del nostro agire non è questa. Noi colle nostre scelte,
decidiamo - di dice il profeta - della nostra sorte di fronte a Dio: se
tu agisci bene, vivrai; se tu agisci male, morirai. Vivere - morire non
ha qui il valente significativo fisico. Significano, descrivono il rapporto
di pace profonda, di comunione piena (o il contrario) col Signore. Nel
nostro agire c’è un livello, diciamo, esteriore. Ma esiste anche
una dimensione interiore. E’ la dimensione del rapporto con Dio. In questo
vale solo il principio della responsabilità personale: se tu ti
allontani da tutti i peccati commessi ...
Ma allora il Signore Iddio è un osservatore estraneo della
tua vicenda, indifferente al modo con cui essa si svolge? Egli “prova piacere”,
è cioè profondamente partecipe della tua vicenda nel senso
che desidera che ogni uomo viva.
2. L’insegnamento di Gesù approfondisce l’insegnamento profetico
e lo porta a compimento. Il profeta parlava di “giustizia” e “iniquità”.
Di che carattere deve essere questa giustizia? Essa riguarda non solo l’atto
esterno; essa riguarda soprattutto il “cuore”. Gesù fa un esempio
impressionante.
L’omicidio è la soppressione della vita fisica dell’innocente.
Ma esiste anche un “omicidio del cuore”: esso consiste nel nutrire nel
cuore attitudini di ira e di disprezzo verso il proprio fratello. Tu nel
tuo cuore lo hai ucciso!
Ecco perché all’inizio abbiamo chiesto al Signore “un vero
rinnovamento delo spirito”.
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