Consacrazione Chiesa S. Giacomo
Parrocchia dell’ Arginone
19 ottobre 1997
1. “Questo è il luogo del mio trono e il luogo dove posano i
miei piedi, dove io abiterò ... per sempre”. In queste semplici
parole è descritto il grande mistero che stiamo celebrando: il mistero
della presenza di Dio in mezzo a noi. E’ qualcosa di incredibilmente grande!
Questa terra dove posano i piedi dell’uomo, posano anche i piedi di Dio;
fra le case dove abitano gli uomini, abita anche Dio stesso. E tutta la
solennità del rito significa la santità di questo luogo dove
posano i piedi del Signore.
L’uomo ha sempre cercato di non essere solo, ma di avere sulla
terra la presenza del Signore: senza questa presenza, la terra sarebbe
inabitabile. Ed allora ha elaborato tutto un insieme di gesti, parole e
riti che avrebbero dovuto attirare la presenza di Dio in mezzo a noi, catturarlo:
è l’eterna tentazione della magia, che non abbandona mai l’uomo.
essa è come il tentativo di un impotente di possedere una vergine:
il Signore Iddio nella sua infinita trascendenza supera e sfugge ogni tentativo
magico di catturarlo.
Nella sua grande visione Ezechiele descrive come il Signore Iddio
viene ad abitare fra noi: “ecco che la gloria del Dio di Israele giungeva
dalla via orientale”. L’iniziativa è del Signore: egli abita fra
noi colla sua Gloria. E’ Lui che viene per una sua libera decisione. E
come si rende presente? “e la terra risplendeva della sua gloria”. La gloria
indica che si tratta di una Presenza che risplende con potenza. “E la terra
risplendeva della sua gloria”: “e noi non ce ne accorgiamo: essa è
alla nostra portata, ma non riusciamo ad afferrarla. Eppure, essa non ci
è del tutto sconosciuta ...Vi sono persone di cui noi avvertiamo
che ci sono, anche se non fanno mostra di sé con le azioni e le
parole: esse hanno «presenza». Altri possono stare in un luogo
tutto il tempo che vogliono, eppure nessuno si accorge della loro presenza.
Di una persona il cui aspetto esteriore ci trasmette qualcosa della sua
forza e grandezza, la cui anima sia radiosa e si esprima senza parole,
noi diciamo che ha “presenza” (A. Heschel, Chi è l’uomo? Rusconi
ed., Milano 1977, pag. 151). La presenza di Dio in mezzo a noi, che il
profeta vide, fu quest’esperienza dell’Essere divino come vicinanza all’uomo,
pur custodendo tutto il suo splendore.
2. E’ stata questa l’esperienza limitata solo ad un uomo particolarmente
“fortunato”? oppure anche a noi, a ciascuno di noi è dato di incontrarci
con la Presenza di Dio? Abbiamo sentito il Vangelo: “Oggi devo fermarmi
a casa tua”. Chi è che dice che deve fermarsi a casa di Zaccheo?
E’ Gesù, il Figlio di Dio che si è fatto uomo: che è
venuto ad abitare, anzi ha posto la sua dimora fra noi. Di conseguenza,
l’uomo ha potuto vedere la sua gloria, la gloria dell’Unigenito dal Padre,
pieno di grazia e di verità (cfr. Gv 1,14). Ecco come viene narrata
questa esperienza: “ciò che noi abbiamo udito, ciò che noi
abbiamo veduto con i nostri occhi, ciò che noi abbiamo contemplato
e ciò che le nostre mani hanno toccato ... (poiché la vita
si è fatta visibile ...)” . Sì, come Zaccheo. A lui non è
stata insegnata una dottrina, intimato un dovere: si è imbattuto
in una Presenza, che lo ha trasformato. E’ la Presenza di Dio che
è Gesù, Verbo fattosi uomo, così che Lui è
la Presenza corporea, visibile, palpabile della Gloria di Dio. E che cosa
è questa Gloria? E’ lo splendore della Misericordia che perdona.
Ecco il grande mistero che noi celebriamo, dedicando questo tempio,
celebriamo l’apparizione della grazia del Padre, apportatrice di salvezza
per tutti gli uomini, apparizione che avviene nel Verbo fattosi uomo. Questo
tempio è il segno del vero tempio: il corpo di Gesù nel quale
abita la pienezza della misericordia del Padre.
3. Ma questo non è tutto, ci insegna S. Paolo. Dio non è
solo presente fra noi: Egli viene ad abitare in noi. “Non sapete che siete
il tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi?” ecco: si compie
il “percorso” della Presenza di Dio. Il Verbo si fa carne ed attraverso
la comunione al suo corpo, lo Spirito Santo viene ad abitare in noi. Nel
segno di questo tempio è raffigurata ogni persona umana, chiamata
ad essere il vero ed eterno tempio di Dio, il luogo della sua dimora.
E’ questa allora la celebrazione della dignità della persona,
e l’esaltazione della sua grandezza e nello stesso tempo la sua difesa:
“Se uno distrugge il tempio di Dio, Dio distruggerà lui, perché
santo è il tempio di Dio che siete voi”.
Ecco i tre grandi misteri racchiusi in questa santa celebrazione:
il mistero della Gloria di Dio che si fa presente in questo luogo, nel
Corpo e Sangue del Verbo incarnato, perché ogni persona diventi
il santo ed inviolabile tempio di Dio.
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