MESSA PASQUALE UNIVERSITARI
Chiesa di S. Girolamo 17 marzo 1997
La lunga, stupenda pagina del Vangelo appena letta narra della suprema
opera compiuta dal Signore nella sua Vita fra gli uomini: la risurrezione
dei morti. Carissimi giovani: ascoltate veramente, non distrattamente,
non superficialmente questo straordinario racconto. E’ di te che esso parla,
perché ti offre la rivelazione di una possibilità di esistenza
concretamente diversa da quella abituale; una possibilità che scaturisce
dall’incontro con Cristo, compiuto dalla fede; con Cristo che è
“la Risurrezione e la Vita”.
1. “Io sono la Risurrezione e la Vita”. La pagina del Vangelo parla
di Cristo che fa un incontro, l’incontro colla morte: guardatelo di fronte
ad un sepolcro sigillato da quattro giorni. Che cosa succede, come reagisce?
“Gesù scoppiò in pianto”: è l’unica volta
che Giovanni dice che Cristo pianse. Egli davanti alla morte freme, è
sconvolto, piange, ha fame. Il Signore nostro Dio non è un Dio impassibile,
immutabile, inattingibile dal mostruoso non senso della morte. Egli sente
in sé il peso, tutto il peso della morte come il non-senso totale:
Egli lo prende sul serio. Non credete mai a nessuna proposta religiosa
e non che vi insegni a censurare il pensiero della morte, che vi indichi
la strada per evadere anche da una sola esperienza umana. E’ una proposta
falsa: tu devi fare i conti con la morte! Ecco: Gesù, Dio vero uomo
vero si trova di fronte alla morte, all’ultimo vero nemico che deve essere
distrutto (cfr. 1Cor. 15,26), ma a costo di una Battaglia dove il Dio incarnato
si presenta nell’innocenza del suo abbandono al Padre. Ma succede solo
questo? Solo il pianto?
“Disse Gesù: togliete la pietra”. Egli passa all’azione:
comincia la lotta contro la morte. Come si svolge questa lotta? Essa è
preghiera di ringraziamento: “Gesù allora alzò gli occhi...”
. Egli sa che il Padre ha inviato il Figlio e Questi è venuto a
compiere la volontà del Padre. Quale? “Dio ... ha tanto amato il
mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in
Lui non muoia, ma abbia la vita eterna” (Gv 3,16). Dio si è preso
cura dell’uomo. Ed ora Gesù può procedere all’azione che
mostra che questa è la volontà del Padre: “Lazzaro, vieni
fuori”. Fuori dal sepolcro, fuori dalla putredine, fuori dalla morte: verso
Lui, la Vita e la Risurrezione e la Gioia di tutti. Ecco che cosa succede
nell’incontro fra Cristo e la morte. Questo è ciò che Dio
in Cristo ha fatto.
2. “Chi crede in me, anche se muore, vivrà”. E tu ora che hai
ascoltato questa pagina, come ti trovi? Essa ti riguarda, ti può
realmente coinvolgere? La risurrezione di Lazzaro è un segno che
anticipa l’avvenimento vero: la Risurrezione di Cristo. E’ in essa che
Cristo ha vinto definitivamente la morte. Ed Egli ti dice che oggi tu puoi
incontrarlo e vivere veramente. Come?
- Nella fede: “chi crede in me ...”. cioè: chi ritiene
che Egli non altri o non altro, è la nostra salvezza. La sua Persona,
non semplicemente la sua dottrina.
- Ma la fede chiede un incontro “fisico”, in un certo senso,
colla sua Persona (cfr. la prima lettura). Questo incontro accade nell’Eucarestia:
“Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna ... Chi
mangia questo pane vivrà in eterno”.
Conclusione
“Lazzaro, vieni fuori”: questa parola risuona anche per te. Vieni fuori
dalla tua morte, dal sepolcro del tuo egoismo, della tua impurità,
della tua confusione, della tua tristezza.
“Sono già quattro giorni”: ma come è possibile? E’ già
da troppo tempo che vi sono rinchiuso dentro.
“Non ti ho detto che, se credi, vedrai la gloria di Dio?”: se credi,
se incontri Cristo vedrai che Dio è capace di ricrearti, vedrai
che Egli in Cristo è Colui che ti ha amato perché tu non
muoia, ma viva una vita eterna.
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