B.V. MARIA DEL MONTE CARMELO
16 luglio 1997
1. “Acab andò a mangiare e a bere. Elia si recò
alla cima del Carmelo”. Il comportamento del re e del profeta stanno ad
indicare che il terribile castigo della siccità era ormai terminato.
Dio aveva colpito il suo popolo con una siccità durata per anni:
una siccità che aveva inaridito tutto, che aveva distrutto ogni
genere di vita. Ed è la preghiera del profeta (“gettatosi a terra,
pose la faccia tra le ginocchia”) che ottiene la pioggia, l’acqua che ridona
la vita. Ricordando questa pagina della Scrittura, l’Apostolo Giacomo scrive
alla sua comunità: “Elia era un uomo della nostra stessa terra;
pregò intensamente che non piovesse e non piovve sulla terra per
tre anni e sei mesi. Poi pregò di nuovo ed il cielo diede la pioggia
e la terra produsse il suo frutto” (Gc 3,17-18). Per cui, risulta chiaro,
ci insegna ancora l’apostolo, che “molto vale la preghiera del giusto fatta
con insistenza” (16b).
Ma la parola di Dio ci invita oggi a vedere in questa pioggia/acqua
finalmente concessa, un “segno” di un altra acqua che dona un’altra vita
ad un altro terreno. Quale acqua? Ascoltiamo la promessa fatta dal Signore
Iddio per mezzo di un altro profeta: “Non temere ... perché io farò
scorrere acqua sul suolo assetato, torrenti sul terreno arido. Spanderò
il mio spirito ... cresceranno come erba in mezzo all’acqua, come salici
lungo acque correnti” (Is 44, 2-4). Il dono dell’acqua e dei torrenti
significa il dono dello Spirito Santo che ridona la vita al cuore
inaridito dell’uomo: la vita che scaturisce dall’amore fedele e misericordioso
di Dio e rinnova l’uomo nell’alleanza della Sua pace.
E ora ascoltiamo la parola dell’Apostolo: “Dio ha mandato nei
nostri cuori lo Spirito del suo Figlio che grida: Abbà, Padre”.
Dunque: “quando venne la pienezza dei tempi”, Dio compie la promessa profetica
di spandere su di noi il suo Santo Spirito, quello Spirito che la S. Scrittura
presenta spesso sotto il simbolo dell’acqua. E’ un simbolo che serve a
spiegare alcuni effetti che la presenza dello Spirito Santo produce in
colui nel quale dimora. Come l’acqua rende feconda la terra, consentendole
di produrre i suoi frutti, così lo Spirito Santo, venendo ad abitare
nel nostro cuore, ci istruisce e ci sospinge interiormente a produrre i
frutti. Quali? “frutto dello Spirito” ci insegna l’apostolo “è amore
, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza,
dominio di sé”. Ancora: come l’acqua rende morbido ciò che
è duro così lo Spirito Santo rende il nostro cuore pienamente
malleabile, disponibile, plasmabile il nostro cuore alle Mani del Padre
che vuole configurarci ad immagine del Suo Figlio Unigenito, nel quale
“ci ha scelti prima della creazione del mondo”. Preghiamo come Elia perché
questa divina Pioggia scrosci dentro di noi.
2. “Donna, ecco tuo figlio”. Oggi, la liturgia della Chiesa ci richiama
ad una dimensione della nostra salvezza, sulla quale non dobbiamo mai stancarci
di meditare.
Il dono dello Spirito è frutto della passione di Cristo:
è dal suo costato aperto che fluisce l’Acqua dello Spirito. Ora
a questo dono, fattoci dal Signore sulla Croce, ha co-operato anche Maria.
Ella “serbò fedelmente la sua unione col Figlio sino alla Croce,
dove, non senza un disegno divino, se ne stette, soffrendo profondamente
col suo sacrificio, amorosamente consenziente all’immolazione della vittima
da lei generato” (LG 58). “ Soffrendo col Figlio suo morente in croce,
ella cooperò in modo tutto speciale all’opera del Salvatore ...
Per questo ella è diventata per noi madre nell’ordine della grazia”.
(ib. 61). Perciò a ciascuno di noi oggi è detto: “figlio,
ecco tua Madre”.
Le nostre sorelle e fratelli del Carmelo oggi ci richiamano a
questa dimensione mariana della nostra vita cristiana: non si è
cristiani, se non si è mariani.
Interceda Ella per ciascuno di noi, perché scenda in pienezza
l’acqua dello Spirito dentro al nostro cuore: dia riposo agli affaticati,
salute agli infermi, certezza ai dubbiosi, sollievo ai tribolati, pace
agli angosciati, dolcezza ai disperati, consolazione di piccoli, fedeltà
agli sposi, coraggio agli sfiduciati, così sia.
|