SECONDA DOMENICA DI AVVENTO
Cattedrale di Ferrara, 7 dicembre 1997
Domenica scorsa, prima di Avvento, il Signore ci ha indicato la
via per “redimere il tempo”, per trascorrere la nostra esistenza dentro
il tempo. Esso, il tempo, è già stato visitato dal Signore
quando è venuto a porre la sua dimora fra noi. Noi possiamo vivere
nel tempo aspettando che si compia oggi in ciascuno di noi quella salvezza
già accaduta nella morte e risurrezione del Signore. Come possiamo
vivere in modo tale che il nostro presente sia abitato dalla Presenza del
Signore, ed in attesa della sua definitiva venuta? Iniziamo il nostro ascolto
dalle parole dell’Apostolo.
1. “Prego ... perché possiate distinguere sempre il meglio ed
essere integri ed irreprensibili per il giorno del Signore”. Dobbiamo vivere
nel tempo presente “distinguendo sempre il meglio”, esercitando cioè
un acuto discernimento per conoscere che cosa è santo, giusto, gradito
al Signore nelle situazioni storiche in cui viviamo. Solo così potremo
“essere integri ed irreprensibili per il giorno del Signore, ricolmi di
quei frutti di giustizia che si ottengono per mezzo di Gesù Cristo”.
Questa capacità di discernimento che deve orientare la
nostra vita presente, si situa ad uguale distanza sia da una esecuzione
servile e cieca di una legge esteriore sia dalla pura improvvisazione che
sgorga da un’affettività irragionevole e sregolata. Il discernimento
cristiano nasce, e può nascere solo dalla carità vera. Essa,
l’amore di Dio, è dinamismo interiore che ci spinge a riconoscere
in ogni situazione ciò che è conforme alla volontà
di Dio. Vivendo così nel nostro tempo presente, noi siamo già
incamminati verso il momento dell’incontro finale col Signore. Ma la Chiesa
ci mette accanto nelle prossime due settimane, la seconda e la terza di
Avvento, una guida ed un maestro straordinario, S. Giovanni Battista.
2. Giovanni B. è guida e maestro sia colla sua vita sia colla
sua predicazione.
Colla sua vita. Egli vive nel deserto per indicare la necessità
per ciascuno di noi di vivere nel silenzio. Il silenzio: questo valore
d’incalcolabile preziosità che sembra abbiamo perduto. Non parlo
solo del silenzio esteriore; parlo del silenzio interiore. Il silenzio
nel quale nulla ci distrae: in esso solo può risuonare ed essere
udita la parola nuova che ci rigenera. “La parola di Dio scese su Giovanni,
figlio di Zaccaria, nel deserto”.
Colla sua dottrina. Egli predica un battesimo di conversione
per la remissione dei peccati: è il primo, fondamentale contenuto
della sua predicazione. L’uomo, ciascuno di noi, ha bisogno di essere perdonato
dal Signore. Egli esprime la sua richiesta di esserlo attraverso un segno,
un battesimo appunto di conversione. Domenica scorsa la parola di Dio ci
metteva in guardia dall’appesantire i nostri cuori “in dissipazioni, ubriachezze
e affanni della vita”. Oggi essa ci svela quale è il vero peso della
nostra vita, il nostro peccato. E da esso può liberarci solo il
Signore. Notate bene: peccato non è la colpa. Dalla colpa e dal
senso di colpa ci può liberare la psicologia clinica. Dal peccato
solo il perdono del Signore. Quale è la differenza? Il peccato è
una scelta che riguarda il rapporto della tua persona con Dio stesso; la
colpa è qualcosa che riguarda solo te stesso: è una sorta
di sconfitta sentita come auto-disfacimento. Ecco perché dalla colpa,
dal senso di colpa l’uomo può liberare se stesso; dal peccato può
liberarlo solo il perdono di Dio. Non a caso, quando diminuisce il senso
del peccato cresce il senso di colpa: e l’uomo ne soffre sempre più.
Giovanni Battista viene ancora oggi ad annunciare che l’uomo deve in primo
luogo riconoscere il suo peccato, dal momento che “ogni uomo vedrà
la salvezza di Dio”. A ciascuno è offerto il tempo presente come
il tempo della misericordia del Signore.
In conclusione, fratelli e sorelle, voi vedete come trascorrendo
questo tempo dell’Avvento veniamo istruiti dalla parola di Dio a vivere
il tempo presente “valutando” con sapienza i beni della terra, nella continua
ricerca dei beni del cielo”.
Per questo dobbiamo accogliere il perdono del Signore, che ci
libera da ogni peccato ed essere in grado di discernere la volontà
di Dio, ciò che è buono, a Lui gradito e perfetto.
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