STAZIONE QUARESIMALE: S. PAOLO
7 marzo 1997
La nostra vita che, per molteplici esigenze, si disperde quotidianamente
in tante attività, ha bisogno di essere unificata. Già un
saggio dell’antichità pagana diceva: “il non avere una vita organizzata
in relazione ad un fine, è segno della più grande follia”
(Aristotele, EE 1214b 11). Questa sera, la Parola di Dio ci indica la strada
per evitare la follia di vivere una vita non organizzata in relazione ad
un fine ultimo. Come? Indicandoci precisamente quale deve essere la nostra
preoccupazione fondamentale, il centro in cui unificare ogni nostra attività,
il bene in relazione al quale compiere tutte le nostre scelte: l’amore
di Dio e di ogni persona umana.
1. “Amerai il Signore Dio tuo ...”. Quale straordinaria dignità
è rivelata a noi in queste parole! Non solo riconoscere il Signore
nostro Creatore ed adorarlo nella sua gloria immensa, ci è chiesto.
Ci è chiesto di amarlo: la relazione fondamentale che il Signore
Iddio intende istituire colla sua creatura non è quella del timore
o del servizio. E’ quella dell’amore. E tutto quanto il Padre compie in
Cristo, tutta la storia della salvezza non ha che un solo scopo: indurre
ciascuno di noi ad amarlo con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte
le forze. Noi spesso viviamo il nostro rapporto col Signore introducendovi
l’esperienza del timore o della paura; viviamo spesso la nostra vita cristiana
come un insieme di atti che dobbiamo compiere. E’ la “figura” della legge
che con-figura spesso il nostro cristianesimo. Questa sera, la Parola di
Dio ci dice che la nostra vita cristiana deve essere interamente configurata
dall’amore.
Ma amare Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte
le forze, è possibile all’uomo? è frutto di un suo sforzo?
No: l’amore di Dio viene effuso nei nostri cuori dallo Spirito Santo che
ci è stato donato. E’ Lui che in noi, ci muove intimamente ad amare.
Che cosa ci è chiesto? Di togliere ogni impedimento. Se il sole
attraversa un cristallo non terso, questo non è illuminato: non
a causa del sole, ma della impurità del cristallo. Non potremo amare
Dio nello Spirito Santo, fino a quando non avremo purificato il nostro
cuore. Finché c’è nel tuo cuore egoismo, ambizione, vanità,
invidia, impurità, lo Spirito Santo non potrà prendere possesso
pieno e non sapremo amare Dio con tutto il cuore. Ed è per questo
che c’è tanta infelicità: la misura della nostra beatitudine
dipende dalla misura dell’amore.
2. “... ed il prossimo tuo come te stesso”. Con queste parole, si vuole
togliere forse qualcosa alla totalità dell’amore di Dio? al contrario.
L’amore del prossimo è il segno e la prova dell’amore di Dio: non
puoi dire di amare Dio se non ami il tuo prossimo. Perché? Ogni
persona umana è immagine e somiglianza di Dio. Come puoi dire di
amare Dio, se poi non ami chi di Dio, è la presenza visibile?
Ecco fratelli e sorelle: la parola di Dio ci ha insegnato questa
sera quale è il “centro” di tutta la nostra vita, qualunque forma
essa assuma. Ci ha detto quale è la “chiave di volta” di tutto il
suo arco: amerai Dio ...; amerai il prossimo come te stesso. Sia in noi
il Cristo che dona Sé al Padre ed ad ogni uomo, perché sia
in noi il vero amore.
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