Settimana Mariana 1997
OMELIA AI CATECHISTI
Cattedrale Ferrara
5 ottobre 1997
1. “Per la durezza del cuore ... maschio e femmina”. La parola di Gesù
ci svela la radice ultima del male umano, della nostra condizione di miseria:
la contraddizione fra l’inizio della creazione e la durezza del cuore.
In che cosa consiste questa contraddizione? Gesù ce la svela mostrandoci,
per così dire narrandoci la storia di una fondamentale esperienza
umana, il rapporto uomo-donna quale si realizza nella comunità matrimoniale.
E così di fronte ai nostri occhi Gesù dipinge come un dittico:
il quadro del matrimonio all’ ”inizio della creazione” e il quadro del
matrimonio come è stato ridotto dalla “durezza del cuore”.
All’inizio della creazione, l’uomo e la donna erano capaci di
uscire dalla loro solitudine originaria (“non è bene che l’uomo
sia solo”), poiché erano capaci di fare della propria persona un
dono all’altro, costituendo così una unità completa (“e i
due saranno una sola carne”). In questo modo, la persona umana trovava
pienamente se stessa, realizzava interamente la sua nativa vocazione. Infatti
“Dio ha creato l’uomo a sua immagine e somiglianza: chiamandolo all’esistenza
per amore, l’ha chiamato nello stesso tempo all’amore. Dio è amore
e vive in se stesso un mistero di comunione personale di amore. Creandola
a sua immagine e continuamente conservandola nell’essere, Dio inscrive
nell’umanità dell’uomo e della donna la vocazione, e quindi la capacità
e la responsabilità dell’amore e della comunione. L’amore è,
pertanto, la fondamentale e nativa vocazione di ogni essere umano” (Giovanni
Paolo II, Es. Ap. Familiaris consortio 11,1-2).
La durezza del cuore ha impedito all’uomo e alla donna di realizzare
la loro originaria e nativa vocazione al dono, all’amore. A causa di questa
durezza, la persona umana mutò integralmente il significato della
sua esistenza: da un’esistenza destinata, orientata al pieno possesso di
se stessa attraverso il dono all’altro, ad una esistenza che si orienta
al pieno possesso di se stesso attraverso il dominio o l’uso dell’altro.
Alla logica della comunione nel dono subentra la logica della contrapposizione
nell’uso. Ed è chiaro che l‘unico incontro possibile consisterà
nel fragile miracolo della convergenza provvisoria di opposti interessi.
La domanda è: “è lecito ad un marito ripudiare la propria
moglie?”
A questa contraddizione, Mosè, come ogni responsabile
di popoli, ha cercato di porre rimedio colla legge: “egli scrisse per voi
questa norma”. Ma come può un uomo guarire un male dell’uomo? la
legge umana è sempre misurata dalla durezza del cuore ed in ogni
caso, anche se non fosse così, non ha nessuna capacità di
muovere l’uomo al bene indicatogli.
Ecco, fratelli e sorelle: solo Cristo è l’unico salvatore
dell’uomo, poiché solo Lui ci fa dono dello Spirito Santo.
E lo Spirito Santo ci guarisce dalla durezza del nostro cuore. Per compiere
quest’opera, “Gesù fu fatto di poco inferiore agli angeli ... perché
per la grazia di Dio egli sperimentasse la morte a vantaggio di tutti”.
2. Oggi diamo a voi catechisti il mandato. La luce che ci viene oggi
dalla Parola di Dio ci fa capire la straordinaria grandezza della missione
che oggi il Vescovo vi affida. In che cosa consiste? Nell’aiutare il Vescovo
ed il suo presbiterio a trasmettere integralmente la Rivelazione che il
Padre ci ha fatti in Cristo; nell’educare la persona umana nella fede.
Oh quanta gratitudine vi deve la nostra Chiesa intera! Ma quale debito
di gratitudine ha anche il mondo.
La vera tragedia dell’uomo è di aver oggi smarrito il
significato della propria vita. Caduto in un relativismo che lo sta devastando,
l’uomo non ha più quella passione per la verità su e di se
stesso che sola gli impedisce di vivere come gli animali. Estenuandosi
al passione per la verità, la libertà si trasforma in un
gioco annoiato di promesse fatte e mai mantenute, di impegni mai definitivamente
assunti. Chi soffre di più in una tale situazione sono proprio i
bambini e i giovani: sentono ancora nel cuore la profonda nostalgia della
bellezza, della verità, della santità dell’inizio della creazione.
E quando chiedono agli adulti di indicare loro la via per raggiungere questa
che è la loro patria, si sentono in fondo dire: “non ragionate troppo,
consumate il più possibile: al resto pensiamo noi”.
Ma “la Chiesa crede che Cristo, per tutti morto e risorto, dà
sempre all’uomo, mediante il suo Spirito, luce e forza per rispondere alla
sua altissima vocazione; né è dato in terra un altro nome
agli uomini, mediante il quale possono essere salvati. Essa crede anche
di trovare nel suo Signore e Maestro la chiave, il centro e il fine di
tutta la storia umana. Inoltre la Chiesa afferma che al di là di
tutto ciò che muta stanno realtà immutabili; esse trovano
il loro ultimo fondamento in Cristo, che è sempre lo stesso: ieri,
oggi e nei secoli.” (Gaudium ed Spes 10). Ed “in realtà solamente
nel mistero del Verbo incarnato trova vera luce il mistero dell’uomo”.
La catechesi è l’attività attraverso la quale la Chiesa introduce
l’uomo in questa luce, rivela l’uomo a se steso e la sua vocazione originaria.
I catechisti sono i principali cooperatori del Vescovo col suo presbiterio
e dei genitori nel loro ministero educativo. Ringrazio ciascuno di voi,
il direttore e vice-direttore dell’Ufficio catechistico diocesano con la
loro meravigliosa équipe, e la Commissione diocesana.
Scenda lo Spirito Santo colla pienezza della sua grazia: introduca
voi per primi nel mistero di Cristo, perché nasca in voi una passione
sempre più forte per l’uomo, perché sia restituito a ciascuna
persona la sua originaria dignità e bellezza.
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