Pellegrinaggio regionale dei giovani
al Santuario eucaristico di S. Maria in Vado a Ferrara
1 MAGGIO 1997
EUCARESTIA E VOCAZIONI
S. Messa in Cattedrale
1. “Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra
gioia sia piena”. Carissimi giovani, il Signore ancora una volta parla
al vostro cuore: le sue parole non percuotono solo le vostre orecchie.
Esse bussano al vostro cuore. Egli vi rivela la ragione ultima per cui
ci parla. Egli ci parla quando leggiamo la S. Scrittura; quando i pastori
della Chiesa vi spiegano la medesima S. Scrittura; quando interiormente
Egli fa visita al vostro spirito colle Sue ispirazioni. Oggi, ti dice perché
ti parla. “Questo vi ho detto...”. Dunque: Egli ci parla perché
siate nella gioia. Non una gioia qualsiasi, ma una gioia che ha due caratteristiche
fra loro legate. E’ una gioia piena, una gioia cioè alla quale non
manca nulla per essere completa. E può essere tale, cioè
completa, perché è la stessa gioia di Cristo: “la mia gioia
sia in voi”. La misura della nostra gioia non potremmo trovarla soltanto
nelle nostre deboli capacità di procurarcela: siamo chiamati a gioire
a misura della gioia stessa di Cristo. Egli ci parla perché tutto
questo di realizzi.
Ma il Signore ci indica il modo con cui possiamo aprire il nostro
cuore alla sua gioia stessa. “Rimanete nel mio amore”, egli ci dice. L’amore
di cui parla non è in primo luogo il nostro amore verso di Lui,
per cui il primo significato di quelle parole del Signore non è:
continuate ad amarmi. Egli parla dell’amore Suo verso di noi. Per cui quelle
parole significano: “rimanete nell’amore che io ho per voi”. Cioè:
“lasciatevi sempre amare da me; acconsentite sempre ad essere amati da
me”. Sono l’eco profonda delle parole che il Cristo vi rivolgerà
fra poco: “Prendete e mangiatene tutti; prendete e bevetene tutti”.
Ma che cosa significa precisamente “lasciarsi amare da Cristo,
acconsentire ad essere amati da Lui”? egli stesso ce lo spiega: “Se osserverete
i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore”. E’ l’osservanza dei suoi
comandamenti che ci fa rimanere nel suo Amore. So che queste parole “osservare
un comandamento” suscitano oggi tanti sospetti nel vostro cuore, sentendole
come imposizione di un peso, limitazione di una libertà che si concepisce
sempre più come autonomia. Questa vostra difficoltà ci aiuta
a penetrare in un mistero molto profondo della vostra vita. Gesù
infatti continua dicendo: “come io ho osservato i comandamenti del Padre
e rimango nel suo Amore”. Gesù vive nello stesso tempo una esistenza
umana che è puro, solo amore, dono di sé e obbedienza al
Padre suo. Egli è identità di amore e di obbedienza. La sua
esistenza umana ha la sua origine nella decisione del Padre di salvare
ogni persona umana (come ci ricorda la prima lettura) e nell’accoglienza
che Egli fa di vivere umanamente come segno perfetto di questo amore del
Padre. Gesù ama ciascuno di noi e si dona a ciascuno di noi, perché
il Padre ama ciascuno di noi e come il Padre ama ciascuno di noi. Così
Egli, Gesù, è supremamente libero nel dono che fa di sé
ed al contempo questa libertà consiste nell’osservare il comandamento
del Padre. La libertà di Gesù consiste in questa risposta
piena che Egli dona al Padre, nel suo abbandonarsi pienamente a Lui.
Ora, carissimi giovani, possiamo comprendere quale è la
via che ci porta ad avere nel nostro cuore la stessa gioia che gustava
Cristo stesso: è la strada che fa della nostra vita una sintesi
perfetta di obbedienza - libertà - amore.
Prima di tutto di obbedienza: siamo chiamati ad entrare pienamente
in quel progetto che Dio ha su di noi fin dalla eternità. Questo
progetto è precisamente la nostra vocazione. Portare a compimento
la propria missione, porci interamente a disposizione della vocazione con
cui il Signore ci ha chiamato, significa realizzare se stessi. Fuori di
questa vocazione, noi viviamo invano. L’obbedienza al progetto di Dio sulla
nostra vita ci custodisce dal non-senso: dalla disgrazia di vivere invano.
L’obbedienza è la nostra vera libertà: essa è
la capacità di realizzare la nostra vocazione. Non è quella
che vi promettono tutti i poteri di questo mondo, una totale autonomia,
una rottura da ogni legame, un’affermazione di autosufficienza che vi lascia
indifesi di fronte ai vostri limiti, rinchiusi spesso nella prigione dell’egoismo,
dispersi nel deserto della vostra solitudine.
Questa libertà ha come contenuto l’amore vero, cioè
la donazione della vostra persona o nella forma dell’amore verginale o
nella forma dell’amore coniugale.
2. Dove impareremo a vivere una vita così impastata di obbedienza,
libertà ed amore? Nel luogo dove Cristo ha realizzato pienamente,
perfettamente la sua libera obbedienza al Padre nel dono di Sé sulla
Croce. Penetra in questo luogo. Come? Precisamente attraverso l’Eucarestia
che è il sacramento del sacrifico di Cristo. Partecipando all’Eucarestia,
l’obbedienza - libertà - amore del Signore entra nella tua persona.
“Cantate al Signore un canto nuovo”: solo uomini e donne rinnovati dall’Eucarestia
potranno cantare il canto nuovo. “Annunziate di giorno in giorno la sua
salvezza”: carissimi giovani, partite da questa Cattedrale sentendovi mandati
ad “annunciare di giorno in giorno” la salvezza del Signore, nella nostra
Regione. Siate testimoni dell’obbedienza, della libertà, dell’amore
di Cristo!
Pellegrinaggio regionale dei giovani
al Santuario eucaristico di S. Maria in Vado a Ferrara
1 MAGGIO 1997
EUCARESTIA E VOCAZIONI
Santa Maria in Vado
Adorazione Eucaristica
Celebrazione dei Vespri
Benedizione Eucaristica
Avete sentito: “resta per sempre - un sacerdozio che non tramonta
- ha fatto questo una volta per sempre”. Tutte queste parole convergono
ad un solo punto, sono come tanti raggi che si in-centrano in un “fuoco”:
l’Eucarestia è la Presenza del dono che Cristo ha fatto di se stesso.
E’ un dono irreversibile; un dono che non sarà mai più ritirato:
“resta per sempre - ha fatto questo una volta per sempre”. Ecco che cosa
significa l’adorazione eucaristica. Essa è la concentrazione calma,
profonda su quel punto in cui l’amore eterno è entrato dentro il
nostro tempo ed il nostro tempo può aprirsi all’amore eterno.
Guardare quel punto, posare lo sguardo puro e calmo su quel punto:
tutta la mia persona intende aprirsi a quel dono di amore, continuando
a desiderare che accada sempre più in me ciò che è
avvenuto quando ho ricevuto l’Eucarestia.
Ed i nostri sguardi sono guariti: gli sguardi così violentemente
oggi devastati da una pubblicità sempre più aggressiva.
Guarigione in tre direzioni: su Dio e gli occhi della fede si illuminano;
su noi stessi ed il cuore si riempie di umiltà; sui nostri fratelli,
e la libertà di trasforma in capacità di dono.
“Resta per sempre - ha fatto questo una volta per sempre”: ed è
sempre a nostra disposizione. Non esiste momento in cui sia indisponibile.
L’adorazione eucaristica è il modo con cui noi “mettiamo a disposizione”
la nostra persona. Perché Egli ci riempia sempre più della
sua Libertà, della sua Obbedienza, del suo Amore. E così,
anche per ciascuno di noi ci sarà un “per sempre”, un punto cioè
di ancoraggio definitivo; l’amore di Cristo.
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