PRESENTAZIONE AL TEMPIO: VERGINITA’ CONSACRATA
CATTEDRALE
1 febbraio 1997
Grandi sono i divini Misteri che stiamo celebrando in questa santa
Eucarestia: il mistero dell’offerta fatta nel Tempio da Maria del suo Figlio
primogenito, ed il mistero dell’amore umano verginale che prende corpo
in voi, religiose e religiosi. Tutti i misteri della nostra santa fede
sono connessi fra loro, si completano, si illuminano e si richiamano a
vicenda, producendo come una mirabile sinfonia. E chi l’ascolta, ne prova
gaudio profondo e bisogno di lodare il Signore.
1. La Chiesa oggi celebra il mistero della Presentazione al Tempio di
Gesù. Maria e Giuseppe, adempiendo un’antica norma che profeticamente
era orientata a questo compimento, “portarono il bambino a Gerusalemme
per offrirlo al Signore”. E’ la prima manifestazione di quel dono di Sé,
di quell’amore che spinge Cristo a donare se stesso al Padre per la nostra
salvezza. E’ un’offerta che inizia già nel momento stesso del suo
umano concepimento. “Entrando nel mondo, Cristo dice: Tu non hai voluto
né sacrifico né offerta, un corpo invece mi hai preparato...
Allora ho detto: ecco io vengo ... per fare, o Dio, la tua volontà”
(Eb. 10,5-7). Quest’offerta trova nella presentazione del Tempio la sua
prima manifestazione esterna, e sulla croce la sua perfetta realizzazione.
“Ed è appunto per quella volontà che noi siamo stati santificati,
per mezzo dell’offerta del Corpo di Gesù Cristo, fatto una volta
per sempre” (10).
E’ l’alba di un giorno nuovo: il giorno della salvezza. E’ il
momento in cui il giorno grande ed eterno si incontra col giorno tanto
breve e temporaneo dell’uomo, di Simeone. Ed all’uomo, a Simeone, è
dato di “vedere la salvezza”. Nell’offerta che Cristo fa di sé (per
le mani di Maria), l’uomo può benedire il Signore poiché
i suoi occhi hanno visto la salvezza.
2. Questo divino Mistero sta all’origine, in un certo senso, dell’altro
mistero che oggi celebriamo: il mistero della vostra offerta verginale.
Nella vostra donazione verginale è presente il dono che Cristo oggi
fa di se stesso nel Tempio. Contempliamo come dal dono di Cristo scaturisce
il vostro dono. Nell’offerta che Cristo fa di sé stesso al tempio,
Simeone ha visto la salvezza: ha sentito che la sua vita aveva vinto la
minaccia della morte che l’invadeva da ogni parte. Ha cantato la sua vittoria
sulla morte, perché ha incontrato Cristo: “ora lascia, o Signore,
che il tuo servo vada in pace”. Nella seconda lettura, lo Spirito Santo
ci rivela che il Figlio è divenuto partecipe della nostra carne
e del nostro sangue “per ridurre all’impotenza ...”. Nell’offerta che Cristo
fa di se stesso, anche voi vedete la vostra salvezza. Sentite che la vostra
vita ha già vinto la minaccia della solitudine, la minaccia dell’egoismo,
la minaccia della morte che invade da ogni parte il vostro desiderio di
amare. Potete cantare nei vostri cuori la vostra vittoria sulla concupiscenza,
facendo vostre le parole del Cantico del cantici: “forte come la morte
è l’amore, tenace come gli inferi è la passione ... le grandi
acque non possono spegnere l’amore”.
Ciò che è narrato nel Vangelo è l’origine
e la causa di ciò che sta accadendo in voi. Cristo vi ha reso partecipi
del suo stesso amore, dell’amore che lo spinge a fare del suo corpo l’offerta
per la nostra salvezza. In forza di questo dono, assolutamente gratuito,
voi siete capaci di fare del vostro corpo “il sacramento”, il linguaggio
cioè reale del dono della vostra persona, fatta con cuore indiviso.
3. Nella prima lettura, il Profeta ci svela che senza la venuta di Cristo
(senza la sua offerta sacrificale), all’uomo non è possibile “offrire
al Signore una oblazione secondo giustizia”. Voi dunque testimoniate che
oggi è possibile vivere la propria sessualità “secondo giustizia”,
nell’amore verginale. Il mondo oggi ha particolare bisogno di questa certezza.
Esso è schiavo di una concezione della sessualità
umana secondo la quale essa è un bene di cui fruire per il proprio
godimento: un bene utile. Si esclude da essa qualsiasi significato intrinseco,
lasciando alla totale libertà dei singoli di inventare il modo con
cui consumare questo bene. Il risultato è che l’incontro interpersonale
è sempre una contrattazione a termine, in ordine al raggiungimento
del proprio interesse individuale.
La vostra verginità consacrata è la contestazione
vissuta, la dimostrazione chiara che tutta questa visione della sessualità
è falsa. La sessualità è il linguaggio dell’amore;
è capacità di esprimere e realizzare l’intera e definitiva
donazione della propria persona; essa è governata non dalla norma
utilitarista o edonista, ma dalla esigente legge della libertà del
dono. Tutto questo voi dite, veri profeti della liberazione dalla
costrizione dell’egoismo, della libertà dell’amore.
Ed allora la Chiesa oggi vi dice la sua gratitudine e loda la
Trinità santa perché ci ha fatto dono della vostra persona
consacrata.
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