Messaggio per il funerale di quattro ragazzi
Ferrara, 16 ottobre 1997
Carissimi fedeli,
sono spiritualmente presente in mezzo a voi in un momento
di singolare solennità e gravità: momento che deve indurre
tutti a profonde riflessioni. La fede nel Cristo che vince la morte, ogni
morte, anche la più assurda, deve in primo luogo illuminare la nostra
persona, per non rimanere schiacciati da una così immane tragedia.
Sì, la certezza del cristiano, la sua esperienza più profonda
è che la morte non toglie la vita, ma la trasforma, perché
Cristo è risorto. Cristo è veramente risorto e noi in Lui
e con Lui.
Questa certezza consoli soprattutto le famiglie di questi
quattro ragazzi. La preghiera che la Chiesa sta elevando al Signore per
il loro riposo eterno, doni anche ai loro genitori la pace del cuore pur
dentro ad un dolore senza fine.
Ma vorrei ora in particolare rivolgermi a voi giovani,
accorsi così numerosi. Vi prego, vi scongiuro: ascoltatemi almeno
in questo momento nel quale è impossibile “barare” con se stessi.
La morte fa cadere ogni maschera di ipocrisia e perciò vi parlo
con una sincerità che vi sembrerà spietata.
Che cosa vale piangere i vostri amici, se poi non vi decidete
a cambiare quello stile di vita, quei modi di divertirvi che possono condurvi
solo all’auto-distruzione? Dimostratevi finalmente liberi! abbandonate
in massa discoteche o luoghi simili. La gioia, il divertimento vostro non
affidatelo a chi vi considera “carne da macello”. Ma perché avete
un tale disprezzo della vostra persona? La gioia, la libertà, il
gusto del vivere, l’amore vero e l’amicizia o li avete dentro al cuore
o non li troverete da nessuna parte: troverete solo la morte. E la gioia
fiorisce dentro al cuore, quando incontrate Cristo. Custodite sempre la
memoria dei vostri amici e sia la loro morte una grande, definitiva lezione
di vita.
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