CATECHESI DEI GIOVANI
Cattedrale Ferrara
29 novembre 1997
Terminando la catechesi del mese di ottobre, vi dicevo: Cristo non vi
insegna solamente che cosa è la libertà, Egli vi dona la
libertà vi fa liberi. E’ la stupenda notizia che risuona questa
sera: “siete stati chiamati a libertà. Chi incontra veramente Cristo,
sente fiorire dentro al su cuore un gusto, una passione di essere libero
tale che nessun potente di questo mondo riuscirà più a togliervi.
Perché? perché quando una persona ha vissuto anche per un
solo istante il dono della libertà che viene da Cristo, non potrà
più dimenticarlo: libero è bello!
Ecco perché la catechesi di questa sera è diversa
da tutte le altre. In essa non vi è comunicato solo un insegnamento:
ti è offerta la possibilità di incontrare personalmente Cristo
stesso. Egli ti chiama adesso alla libertà.
Ma forse sentite già come una voce che dentro vi dice,
oppure vi ricordate di discorsi fatti da voi stessi o da altri: “la libertà
dono di Cristo? ma io sono già libero: faccio quello che mi pare
e piace oppure cerco di fare quello che mi pare e piace. Non è questa
la libertà?”. Sentirete queste voci fra poco. Ma è questa
la vera libertà o è una maschera di libertà? Cioè:
la vera libertà consiste nell’affermare se stessi fin che è
possibile senza danneggiare gli altri, altrimenti anche usando gli altri.
La vera libertà che Cristo questa sera vi dona è
un’altra. Ascoltate bene che cosa vi sta dicendo, poiché ciò
che vi sta dicendo ve lo donerà: “... mediante la carità
siate a servizio gli uni degli altri”. Ecco la libertà che Cristo
questa sera vuole donarvi: la capacità di amare gli altri, ponendoti
al loro servizio. Qui sta la definizione nuova, rivoluzionaria di libertà:
questa è la libertà che Cristo vuole donare all’uomo. La
vera e genuina libertà si trova nel servizio reciproco dell’amore.
La realtà della libertà è nel legame di amore con
gli altri : è porsi a disposizione degli altri, è lasciare
che altri dispongano di noi stessi, poiché non siamo più
proprietari di noi stessi. Cristo questa sera ti dice: “vuoi essere libero?
dimentica te stesso, abbandona te stesso e poniti al servizio degli altri”.
Ma non ti dice solo questo. Ti dice anche: “Vieni, seguimi, perché
io sono stato libero in questo modo e questa sera voglio renderti libero
della mia stessa libertà”. E’ in questo la vera grandezza dell’uomo,
come Gesù disse a Giacomo e Giovanni che volevano ... fare carriera
e sedere ai primi posti.
Ma fate bene attenzione: questo servizio non è un fatto
meramente umanitario. La Chiesa non è un’agenzia di volontariato.
No! Si tratta di molto di più. La radicalità, la qualità,
e il destino del servizio al quale questa sera il Signore vuole abilitarvi
si inquadra nel mistero della Redenzione. Infatti Cristo ti rende libero
perché ti fa capace di servire Dio nella vocazione in cui ti chiama
o ti ha chiamato: nel matrimonio, nella verginità consacrata, nel
sacerdozio. Vi fa capaci di andare contro corrente, non schiavi di nessuno:
veri re e vere regine nella grandezza, nello splendore, nella dignità
di discepoli di Cristo.
La parola dell’apostolo ci dà anche modo di entrare ora
dentro di noi per poter discernere quando siamo stati veramente liberi
o quando la libertà è stata solamente un pretesto (cfr. Gal.
5,19-22).
“Siete stati chiamati a libertà”! non permettete che vi
sia tolta la ricchezza di questa chiamata. Non abbiate paura di essere
liberi: liberi nell’unica forma vera. Quella che questa sera Cristo vuole
donarvi nel santo sacramento della Confessione.
|