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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


Venerdì Santo
«Via Crucis» lungo via dell’Osservanza


Abbiamo voluto percorrere fisicamente la Via Crucis, soffermandoci nei quattordici momenti che, secondo la pia tradizione della Chiesa, hanno scandito questo itinerario. Ci siamo come immedesimati col percorso di Gesù verso il suo sepolcro.

È stato solamente un semplice desiderio della nostra persona di ripresentare fisicamente il dramma della passione del Signore? No, cari amici: abbiamo vissuto qualcosa di più profondo, una dimensione misteriosa e stupenda della nostra fede. Lo potrei dire nel modo seguente: Cristo si è unito con ciascuno di noi; ciascuno di noi si è unito con Cristo.

1. Cristo si è identificato con ciascuno di noi, nel senso che Egli ha voluto condividere la nostra condizione umana non escludendo da questa condivisione ciò che essa ha di più pesante, di più oscuro, di più insopportabile: la prepotenza e l’ingiustizia, la sofferenza e la morte.

L’apostolo Paolo ci dice: "colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo trattò da peccato in nostro favore – al nostro posto, perché noi potessimo diventare per mezzo suo giustizia di Dio" [2 Cor 5, 21].

Questa sera noi abbiamo visto che Dio non ci salva rimanendoci estraneo, come dal di fuori e dal di sopra. Egli entra nella nostra vicenda umana, fino in fondo. La via dell’uomo, la via crucis dell’uomo, diventa la via crucis di Dio.

È questa discesa di Dio; è questa in-carnazione di Dio; è questo sostituirsi di Dio, che ci dà la certezza e il diritto di sperare che la nostra vicenda umana non è una "storia priva di senso recitata da un idiota". Ci dona la certezza che il fondo della realtà non è il caso o un enigmatico destino. È un Dio che ama l’uomo, che si prende cura dell’uomo fino a condividerne la condizione.

2. Ma se Dio in Cristo si è unito con ciascuno di noi, ciascuno di noi può unirsi in Cristo con Dio stesso.

Non percorrendo chissà quali strade; non sottoponendosi a chissà quali pratiche religiose. È nella nostra quotidiana vicenda umana che noi incontriamo Dio stesso. Le tue sofferenze sono la sofferenza di Cristo; la tua via crucis è la via crucis di Cristo stesso.

Non lasciamoci mai vincere dal turbamento e dalla disperazione. Dentro al nostro dolore c’è Cristo – se abbiamo fede – che lo vive con noi. Non stacchiamoci da Lui, dunque: la nostra via crucis diventerebbe un cammino senza speranza.

La sofferenza di Cristo ha conferito un nuovo senso alla sofferenza di ciascuno di noi, l’ha trasformata dal di dentro. Ogni dolore umano, la via crucis di ogni persona è orientata alla vita della Risurrezione.

Cristo è il Redentore del mondo. La sua Via Crucis e la via crucis di ogni uomo non sono più separate, si incrociano: "per le sue piaghe siamo stati guariti".