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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


DICHIARAZIONE SULL’ORDINE DEL GIORNO 27417
28 ottobre 2001
"Il Resto del Carlino" e "La Nuova Ferrara"

Ho letto con attenzione l’Ordine del Giorno con cui si invita il Sindaco e la Giunta comunale "ad attivarsi presso il Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera Università di Ferrara, perché possa prevedere l’utilizzazione anche della pillola RU 486, tra le metodiche di interruzione volontaria di gravidanza". Voglio sperare che sia consentito anche al Vescovo di questa città quanto è consentito ad ogni cittadino: esprimere il proprio motivato parere, senza sentirsi ripetere fuori luogo una lezione sulla laicità dello Stato. Sono rimasto sconcertato ed incredulo di fronte ad un tale atto. Ferrara è ridiscesa all’ultimo posto nel tasso di natalità, collocandosi così in una condizione che ogni demografo serio giudica gravissima. E che cosa fanno alcuni Consiglieri comunali? invitano il Sindaco a rendere più facile l’aborto, a uccidere cioè chi è già concepito e non ancora nato. Dall’impegno comune per il bene della nostra città ci si aspetterebbe altro!

Ho combattuto con tutti i mezzi leciti la legge 194/78 perché la ritenevo e la ritengo una legge ingiusta, dal momento che essa legittima l’uccisione di una persona innocente. Esperiti inefficacemente tutti i mezzi abrogativi costituzionalmente garantiti, essa resta una legge dello Stato. Orbene, la legittimazione della RU 486 è contraria alla lettera e allo spirito della 194/78. Per almeno due ragioni fra loro connesse. La prima: una delle ispirazioni fondamentali di quella legge è stata e rimane che la decisione della donna di abortire non debba avvenire nella solitudine, ma all’interno di una corresponsabilità sociale (cfr. artt. 2 e 4). Se ora si promuove l’aborto attraverso semplicemente l’assunzione di una prodotto chimico, quale donna alla fine vorrà ancora sottoporsi all’iter previsto dalla legge? Dire "che è possibile sperimentare questo farmaco nell’ambio dell’attuale normativa che regolamenta l’aborto" è fare della pura retorica, come per altro dimostra già l’esperienza francese. E qui si aggancia la seconda ragione.

Ho letto, lo dico con estrema sincerità, un affermazione dell’Ordine del Giorno che mi ha sconvolto. Essa dice che questo metodo abortivo è meno "traumatico ed invasivo". Non credevo ai miei occhi quanto leggevo! Un metodo che facilita, anche solo nel senso suddetto, l’aborto, renderà sempre meno sensibile moralmente la donna di fronte alla gravità di un atto che ogni donna sente: la renderà cioè sempre meno consapevole moralmente. Lascio ai medici il giudizio clinico (che per altro in letteratura non risulta essere così ottimista). Ciò che qui viene "invaso", devastato e traumatizzato è il senso morale della donna; è la sua coscienza morale, perché viene progressivamente banalizzato un atto gravissimo. Non si sa poi se ridere o piangere vedendo che nella stessa pagina si afferma che "azione prioritaria delle politiche sanitarie resta la prevenzione dell’aborto" e al contempo si invita Sindaco e Giunta a proporre una metodica che rende più facile l’aborto.

I pochi bambini di Ferrara già concepiti e non ancora nati hanno bisogno di essere accolti con affetto, non di essere uccisi da una pillola.

+ Carlo Caffarra
Arcivescovo di Ferrara-Comacchio

P.S. Naturalmente, pur non facendo mai riferimento nelle mie argomentazioni alla fede cristiana, si dirà che questa è la posizione propria della fede cristiana: posizione che non può essere imposta!