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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


PROCESSIONE SANTA CROCE: Pensiero conclusivo
Castel Guelfo, 25 settembre 2005


Carissimi fedeli, abbiamo portato in processione la S. Croce di Cristo. È il segno dei cristiani: di essa noi ci gloriamo. Da essa noi traiamo la vita, poiché il Figlio di Dio fattosi uomo è morto su di essa per la nostra salvezza.

1. È importante in primo luogo, che rinnoviamo continuamente la nostra fede nell’Eucarestia dal momento che mediante la celebrazione dell’Eucarestia noi possiamo essere presenti al sacrificio di Cristo sulla Croce e parteciparvi intimamente. Mediante l’Eucarestia quanto accaduto sulla Croce non resta un avvenimento insuperabilmente consegnato al passato, ma resta perennemente presente in mezzo a noi, così che noi possiamo attingere da esso l’acqua della salvezza.

La presenza del sacrificio della Croce in mezzo a noi accade perché il pane viene trasformato nel Corpo offerto di Cristo ed il vino nel Sangue effuso per la remissione dei peccati. Non è più pane; non è più vino; è il Corpo ed il Sangue di Cristo.

L’Apostolo Paolo ha scritto: "Egli è morto per tutti, perché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per Colui che è morto e risuscitato per loro" [2Cor 5,15].

Carissimi fratelli e sorelle, con queste parole l’Apostolo ci insegna che la morte di Cristo ha cambiato il nostro modo di vivere la prospettiva fondamentale della nostra esistenza. È stata, quella morte, un avvenimento che ci ha profondamente coinvolti o sconvolti tutti. Prima che essa accadesse la vita che gli uomini vivevano era un vita vissuta per se stessi, ripiegati su se stessi: incapaci di amare veramente. Il "vivere per sé" è stato interrotto da quanto accaduto sulla Croce, ed ora ad ogni uomo e donna che aderisce a Cristo è data la capacità di "vivere per Cristo e per gli altri". Ciò che nel suo profondo è stata la morte di Cristo – un "morire per" può ora impiantarsi dentro alla nostra persona così che il nostro stile di vita è un "vivere per". La nostra vita cessa di essere una vita posseduta e diventa una vita donata.

Questo "miracolo" che cambia veramente la vita ed il mondo diventa possibile se noi celebriamo, riceviamo ed adoriamo con fede l’Eucarestia. È mediante essa che il "morire per" che fu di Cristo sulla Croce trasforma il nostro "vivere per se stessi" nel "vivere per Cristo/per gli altri".

Celebrare, ricevere, adorare con fede l’Eucarestia è l’atto che cambia veramente il mondo, la società. Molto di più di quanto possono fare i politici, gli economisti, i grandi di questo mondo.

2. Poco tempo fa abbiamo benedetto ed inaugurato il complesso parrocchiale comprendente Oratorio e Scuola dell’Infanzia.

La Chiesa ha una forza, un’energia, una competenza educativa assolutamente singolare. Le viene infatti dall’Eucarestia, come ho appena detto, la capacità di trasformare l’umanità delle persone e di rigenerarle in una vera libertà.

Avete ora i luoghi dove nella vostra comunità questa potenza rigenerativa può esplicarsi: la Chiesa dove si celebra l’Eucarestia; l’Oratorio – la Scuola dove quanto celebrato diventa progetto educativo. Sono sicuro che saprete farne tesoro.