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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


Lettera in occasione della gara diocesana "Il presepio nelle famiglie e nelle collettività"
Bologna, 26 novembre 2004

- Ai Rev. Vicari Pastorali
- Ai Rev. Parroci
- Alle case religiose maschili e femminili
- Ai Responsabili di Scuole, Convitti,Ospedali, Caserme, Case di riposo Collegi, e ogni altra Comunità

Carissimi,

Siamo giunti alla cinquantunesima edizione della Gara Diocesana "Il Presepio nelle famiglie e nelle collettività", che anche quest’anno, entrando nel suo secondo mezzo secolo, raccoglie e perpetua una grande tradizione.

Il presepio bolognese, come tutti i presepi, è rappresentazione della nascita del Salvatore, e anche di come fu accolto, o rifiutato. E’ quindi rappresentazione del primo incontro degli uomini con Cristo, e in quel primo incontro nella storia subito si vide chi Lo accoglieva e lo riconosceva come senso della vita, e Lo adorava orientando a Lui la sua vita, e chi Lo rifiutava e anche Lo combatteva. Le semplici figure dei presepi da sempre annunciano la presenza di Cristo e mettono in guardia contro il sempre ricorrente rischio di non accoglierLo.

Ma fare il presepio è già una dichiarazione e un annuncio: far posto a Gesù Bambino nei luoghi dove quotidianamente si vive vuol dire che si intende far posto a Lui nella vita, e che si intende portargLi i doni delle nostre opere.

La bella gara in cui per cinquanta anni avete gareggiato in generosità, fantasia, accoglienza, è diventata una istituzione della nostra città: auspico di cuore che anche quest’anno gli ambienti della vita famigliare e del lavoro, quelli del ritrovarsi insieme, e anche le piazze e le strade si aprano alla rappresentazione del Figlio di Dio che per la prima volta si manifestò come tale a Pastori e Magi.

La nostra Diocesi diventerà un grande presepe, espressione esteriore del profondo dei nostri cuori: la gara sarà uno dei modi per onorare Gesù e annunciarLo al mondo. E questo annuncio è anche espressione di quella identità religiosa e culturale che è il nerbo della nostra vita, e costituisce il più prezioso patrimonio da trasmettere nell’educazione ai nostri figli e alle generazioni future.

Vi auguro di cuore un Santo Natale, e invoco su di voi la benedizione del Signore.