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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


Omelia a un anno dalla morte del Cardinale Biffi
Bologna, 11 luglio 2016


Fratelli e sorelle, il Signore ci dona oggi di celebrare l’Eucaristia in suffragio del Cardinale Giacomo Biffi e di rinnovarne la memoria ad un anno della sua scomparsa. Sono profondamente grato al nostro amatissimo Arcivescovo per la sua amabile richiesta fattami di assistere a questa celebrazione e di aiutarvi nella comprensione della Parola di Dio che oggi la Chiesa ci dona.

Cari amici, oggi la Chiesa fa memoria di san Benedetto, impareggiabile maestro di coloro che dedicano la vita al servizio del Signore. San Basilio per la Chiesa di Oriente, san Benedetto per la Chiesa latina sono i più grandi fra coloro che hanno esercitato il più prezioso dei magisteri: insegnare come anteporre nulla a Cristo e correre nella via dei suoi precetti.

In che modo Benedetto giunse ad un tale magistero? Il suo percorso è narrato nella prima lettura, a riprova ancora una volta che la più perfetta interpretazione della Sacra Scrittura è la vita dei Santi. Vediamo dunque quale itinerario Benedetto ha percorso.

Figlio mio — ci ha detto la Parola di Dio nella prima lettura —, figlio mio, se tu accoglierai le mie parole e custodirai i miei precetti tendendo il tuo orecchio alla sapienza, inclinando il tuo cuore alla prudenza, la vita di fede è accoglienza e custodia di una verità che non è frutto di ricerche umane e ancora meno espressione dello spirito del proprio tempo; è dono dall’Alto, e va semplicemente accolto. È luce che dissolve le tenebre dei nostri errori.

Tendendo il tuo orecchio alla sapienza, inclinando il tuo cuore alla prudenza, anche se splende il sole ma tu chiudi gli occhi non vedi nulla. Se tu non tendi il tuo orecchio alla sapienza, se tu non inclini il tuo cuore alla prudenza, anche la luce di Dio, la luce della fede, non potrà entrare nel tuo cuore. Ama la verità, e la verità ti farà libero. Come la luce del sole si manifesta all’occhio sano, così Dio si manifesta a chi vive nelle disposizioni che Egli richiede. Solo in questi rifulge la luce divina della fede. Se invocherai l’intelligenza e chiamerai la saggezza; se la ricercherai come l’argento, allora troverai la scienza di Dio, perché il Signore dà la sapienza.

Fratelli e sorelle, ricercare la vera sapienza della vita, la scienza di Dio, è possibile solo se non ci lasciamo imprigionare dentro le opinioni delle maggioranze, dentro le opinioni correnti. Un grande scrittore inglese ha scritto: “Non essere d’accordo con tre quarti di ciò che comunemente pensano i più è il primo requisito per salvaguardare la propria salute mentale”.

San Benedetto dunque ha accolto le parole di Cristo e ha custodito i suoi precetti, ha teso l’orecchio alla sapienza e ha inclinato il suo cuore alla prudenza, ha cercato la sapienza come un tesoro nascosto e ha trovato la scienza di Dio.

Il più grande discepolo di Benedetto, il papa san Gregorio Magno, nella biografia del Santo scritta dal grande pontefice, racchiude tutto il contenuto della scienza di Dio imparata da Benedetto nelle seguenti parole: “Mentre il santo stava così in contemplazione, accadde una cosa veramente meravigliosa, come egli stesso in seguito raccontò. Il mondo intero come raccolto in un unico raggio di luce fu posto davanti ai suoi occhi”. Così Gregorio Magno.

La sapienza di Dio, cari fratelli e sorelle, la sapienza di Dio è Gesù Cristo. Chi ne partecipa vede il mondo intero, l’intera vicenda umana alla sola luce che è Cristo, alla luce di un solo raggio di sole.

Stiamo celebrando l’Eucaristia in suffragio e in memoria del Cardinale Arcivescovo Giacomo Biffi nel primo anniversario della morte. Egli un giorno disse che il caso è la libertà che Dio si prende di fare una passeggiata nella sua creazione sotto mentite spoglie. La coincidenza della festa di san Benedetto e dell’anniversario della morte del Cardinale è una di queste passeggiate che Dio oggi ha fatto nella sua Creazione e quindi la coincidenza ha un senso. Essa alla luce della Parola di Dio che abbiamo meditato ci aiuta a capire meglio quella ricchezza spirituale che il Cardinale Biffi ha lasciato in eredità alla Chiesa di Bologna. Dentro al mistero della successione apostolica infatti, vera spina dorsale di ogni Chiesa particolare, ogni vescovo lascia una sua eredità. E quale è l’eredità dell’arcivescovo Biffi? Avete sentito, dal racconto fatto da san Gregorio Magno, quale fu il punto di arrivo del cammino spirituale di san Benedetto: vedere con gli occhi della fede il mondo intero come raccolto, illuminato da un unico raggio di luce.

Il Cardinale Biffi ha insegnato a noi, a questa Chiesa, a guardare, ad interpretare, a capire tutta la realtà alla luce di un unico raggio di luce, alla luce dell’eterno progetto di Dio che è Cristo in noi e noi in Cristo. Ci ha donato la vera, sola chiave interpretativa di tutto, e cioè il mistero di Cristo in noi e di noi in Cristo, il Crocifisso risorto, misericordioso e regale, principio, senso ultimo e fine di ogni realtà. L’unico salvatore di ogni uomo, ieri, oggi e sempre.

Cari amici, se sapremo fare tesoro di questa stupenda eredità saremo immunizzati da due gravi malattie che possono colpire gli occhi della fede, della nostra fede: lo strabismo e la dislessia.

Lo strabismo. Guardare la realtà come di traverso, ipnotizzati da altri criteri all’infuori del raggio di Cristo, da altri criteri di lettura della realtà umana.

La dislessia. Vedere, assieme a Cristo, qualcosa d’altro o qualcun altro accanto a Lui come necessaria aggiunta per la nostra salvezza, come se Cristo non bastasse a risolvere positivamente l’oscuro e spesso doloroso enigma della nostra vita.

Non posso terminare, cari fratelli e sorelle, senza almeno un cenno al fatto che san Benedetto è patrono d’Europa. Il cardinale Arcivescovo Biffi ha detto al riguardo dell’Europa parole sagge, riconosciute oggi come tali anche da chi, quando erano dette, non furono ascoltate e furono fortemente criticate.

Sotto un solo raggio di sole così l’indimenticabile Cardinale vedeva l’Europa, anche, e fu profeta anche in questo. Povera Europa! Credeva di costruire la sua unità sul denaro, la moneta unica, ma non c’è nulla che divida di più del denaro gli animi umani. Povera Europa! Crede di costruire la sua unità su dei valori puramente formali, come per esempio la tolleranza, e non vede che sta costruendosi sul niente.

Cari fedeli, ritornate questa sera alle vostre case con la consapevolezza più viva della bellezza della nostra Chiesa dopo questo ricordo che stiamo facendo dell’indimenticato Arcivescovo Biffi, con la consapevolezza di appartenere ad una grande famiglia. Non sentitevi mai soli, come ci ha detto la Scrittura. Accogliete la Parola del Vangelo che vi giunge attraverso la predicazione dei vostri Pastori e custodite e correte sulla via dei precetti del Signore con cuore libero e gioioso.

Così sia.

 

[Trascrizione tratta dal video. Testo non rivisto dall’Autore]