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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


TRIDUO DI SAN GIUSEPPE
Parrocchia S. Giuseppe Lavoratore
29 aprile 2005


1. Carissimi fratelli e sorelle, la pagina evangelica è fra le più belle ed affascinanti che lo Spirito Santo abbia scritto per noi. Essa, per così dire, è il racconto di una storia di amore che accade fra Gesù ed i suoi discepoli, cioè ciascuno di noi. La pagina quindi parla di Gesù e parla di ciascuno di noi. Iniziamo da ciò che narra di Gesù.

La parte riguardante Gesù è narrata da tre affermazioni: "io vi ho amati. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici"; "tutto ciò che ho udito dal Padre l’ho fatto conoscere a voi"; "io ho scelto voi". Carissimi fratelli e sorelle, qui davvero è narrato tutto ciò che di più grande è accaduto.

"Io vi ho amati". Il Mistero di Dio, inaccessibile ed inattingibile da parte dell’uomo, è diventato una presenza vicina, reale, concreta e visibile, materna-paterna-amicale, e ci dice le parole più semplici e più commoventi che possano essere dette ad un uomo o ad una donna; "ti voglio bene"; "io vi ho amati".

L’amore non è mai generico. È da persona a persona. Gesù ci ha detto: "io ho scelto voi". L’amore di Dio nasce da una elezione. Questa si dà già nell’atto della creazione, ma si compie nella chiamata alla fede per renderci partecipi della stessa vita divina. Il suo è un amore che ci previene: non siamo stati noi a scegliere Gesù, ma è Gesù che ha scelto ciascuno di noi. Essendo una scelta preveniente, essa non si fonda sui nostri meriti né è motivata dalle nostre opere buone. Dio non ci ama perché compiamo buone opere, ma noi compiano buone opere perché Dio ci ama.

La relazione di amore che si istituisce fra noi e Gesù in forza della sua elezione cambia la nostra condizione nei riguardi del Signore: "non vi chiamo più servi … ma vi ho chiamati amici". Il segno dell’amicizia è la reciproca confidenza che esclude ogni segreto fra gli amici: "tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi". Pensate, carissimi fratelli e sorelle, a quale dignità siamo stati elevati! Noi entriamo nel dialogo fra le persone divine del Padre e del Figlio: ciò che si dicono, il Figlio lo dice anche a noi. Veramente mediante la fede noi giungiamo ad avere una piena conoscenza del mistero di Dio.

2. Ma la pagina evangelica parla anche di noi: di ciascuno di noi, eletto-amato da Cristo come suo amico. Che cosa è detto? "voi siete miei amici, se farete ciò che io comando". Essere fatti amici di Gesù, diventarlo non è opera nostra. È Lui che decide di introdurci in un’alleanza di amore con Lui. Ma rimanere in questa alleanza, dimorare in questa amicizia dipende da noi: in qualunque momento noi possiamo decidere di uscirne. Quando? Quando decidiamo di osservare i suoi comandamenti. Si rimane nella amicizia con Gesù, se osserviamo i suoi comandamenti; ne usciamo, se non osserviamo i suoi comandamenti. L’amicizia è stata giustamente definita: "volere – non volere le stesse cose dell’amico".

Che cosa ci comanda Gesù? "questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amato". È chiaramente detto: ciascuno di noi rimane nell’amicizia con Gesù, se ama il suo fratello, il suo prossimo come Gesù ha amato.

Carissimi fratelli e sorelle, iniziate la preparazione a celebrare il vostro santo Patrono. Egli visse un rapporto unico con Gesù poiché era il segno umano di quella divina Paternità che lo genera nell’eternità.

Affidatevi a S. Giuseppe, alla sua intercessione perché vi ottenga di rimanere sempre nell’amicizia con Gesù.