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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


DOMENICA V DI QUARESIMA (B)
Vado, 29 marzo 2009


1. Cari fratelli e sorelle, il racconto evangelico appena ascoltato si inserisce nei giorni gloriosi del solenne ingresso di Gesù a Gerusalemme, che ricorderemo domenica prossima.

Avviene un fatto singolare. Alcuni greci "si avvicinarono a Filippo … e gli chiesero: signore, vogliamo vedere Gesù". Notate bene. Gesù solo raramente aveva abbandonato la Palestina, Egli riteneva di essere stato inviato solo ai figli di Israele. Ora la sua missione è richiesta di espandersi anche ai pagani, ai greci. Anche questi "vogliono vedere Gesù".

A questa richiesta Gesù risponde: "è giunta l’ora che sia glorificato il Figlio dell’uomo. In verità, in verità vi dico: se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto".

Gesù in questa richiesta dei greci pre-vede la sua glorificazione: egli è venuto perché il Padre vuole che ogni uomo si salvi e giunga alla conoscenza della verità. Ma questa "glorificazione" è possibile solo ad una condizione: la sua passione e la sua morte. Avviene come col chicco di grano che il contadino semina in terra: solo se muore diventa spiga, "produce molto frutto".

Con queste parole Gesù ci rivela il nucleo centrale del mistero della redenzione. Esso è stato essenzialmente un atto di umiliazione del Verbo. Ritorniamo ancora all’immagine del chicco di grano.

Il Figlio di Dio poteva rimanere chicco di grano "senza cadere in terra": custodire gelosamente la sua uguaglianza con Dio. Egli ha scelto di "cadere in terra": "spogliò se stesso assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini apparso in forma umana umiliò se stesso" [Fil 2,7-8a]. È questa la sua vocazione: "per questo sono giunto a quest’ora". È questo l’atto che ci ha redenti: la "caduta" in terra del Figlio di Dio causa la elevazione al cielo dell’uomo.

Ora comprendiamo il senso profondo del rifiuto momentaneo di Gesù nel farsi vedere dai greci. Se l’uomo, se ciascuno di noi "vuole vedere Gesù", lo può fare solo vedendolo "crocefisso e risorto". Vedere Gesù nella sua vicenda terrena fu privilegio solo di Israele. A noi, a ciascuno di noi è dato di vederlo solo mediante la fede. Egli si rivela a ciascuno di noi sotto la luce della fede e quindi nella gloria della Croce, attraverso la predicazione degli Apostoli inviati in tutto il mondo e dei loro successori e la partecipazione ai Sacramenti della Chiesa.

Cari fratelli e sorelle, le festività pasquali sono ormai prossime. La pagina evangelica ci insegna che cosa significa "celebrare la Pasqua". È vedere Gesù con gli occhi della fede, Gesù "caduto in terra", Gesù umiliato, crocefisso e risorto. E ciò è possibile oggi mediante la partecipazione alle celebrazioni liturgiche.

2. Nella prima lettura ci viene rivelato che cosa avviene fra Dio e l’uomo, quando questi è redento: si istituisce una vera e propria alleanza. Dio diventa alleato dell’uomo e l’uomo di Dio.

È un’esperienza di reciproca, profonda appartenenza: "io sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo". La S. Scrittura giungerà a paragonare questa appartenenza a quella degli sposi.

È un’esperienza di intima conoscenza: "tutti mi conosceranno dal più piccolo al più grande".

È un’esperienza dalla quale sarà tolto tutto ciò che impedisce e l’intima conoscenza e la reciproca appartenenza: "non mi ricorderò più dei loro peccati".

La conseguenza di tutto ciò sarà che la libertà dell’uomo combacerà, consentirà con la volontà del suo Signore e la sua santa Legge. Non sarà più una libertà randagia, ma guidata; non sarà più una libertà affermata contro Dio, ma condivisa col Signore: "porrò la mia legge nel loro animo; la scriverò sul loro cuore".

Cari fratelli e sorelle, anche a voi sono state fatte queste promesse, e sono anche per voi, e per la vostra salvezza; Gesù è il chicco di grano cha ha voluto cadere in terra, per morire e per fruttificare in ciascuno di voi la sua vita.

Venite alle sorgenti della salvezza, che si apriranno nei prossimi giorni pasquali, "perché possiate sempre vivere ed agire in quella carità, che spinse il Figlio di Dio a dare la vita per voi".