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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


Domenica Seconda di Quaresima
Liano, 28 febbraio 2010


1. Cari fratelli e sorelle, all’inizio della seconda tappa del nostro cammino quaresimale la Chiesa ci invita a meditare sul mistero della Trasfigurazione del Signore. Non dobbiamo mai dimenticare che quanto è accaduto a e in Gesù, è destinato ad accadere anche in noi: anche noi saremo come il Signore e nel Signore trasfigurati. Che cosa significa? Dobbiamo metterci in ascolto docile della parola del Signore.

La prima risposta ci viene dall’apostolo Paolo. Lo abbiamo sentito dirci: "trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso, in virtù del potere che ha di sottomettere a sé tutte le cose". L’Apostolo si riferisce a ciò che accadrà alla fine dei tempi.

Il nostro destino definitivo non è il nulla eterno. Noi credenti in Gesù resteremo per sempre. Vivremo una vita eterna. Ma non nella condizione in cui viviamo ora, ma nella stessa condizione in cui vive Gesù Risorto. Né dobbiamo pensare ad una sorta di evasione spirituale. È l’intera nostra persona, corpo e anima, che Gesù Risorto "trasfigurerà" "per conformarla al suo corpo glorioso". Dunque, in Gesù trasfigurato noi vediamo prefigurata la nostra sorte finale.

È commovente la conclusione dell’Apostolo: "perciò, fratelli miei carissimi, mia gioia e mia corona, rimanete saldi nel Signore così come avete imparato, carissimi". Quando pensiamo seriamente alla nostra morte, rischiamo di rimanere profondamente turbati. Rimaniamo saldi nel Signore, ci dice l’Apostolo, perché Lui è la nostra speranza.

Ma la Trasfigurazione del Signore non ha un significato solo a riguardo del nostro destino finale. Essa è un mistero del Signore, che già si compie in noi, ora, nella nostra vita quotidiana. In che senso già ora siamo trasfigurati come Gesù ed in Gesù? Prestatemi bene attenzione.

Cari fratelli e sorelle, nel Vangelo Gesù paragona se stesso al ceppo della vita e noi suoi discepoli ai tralci. Egli ha voluto dirci che ci comunica la sua stessa vita divina; siamo trasformati fin da ora nella sua stessa condizione divina. Già ora il Signore Gesù "trasfigura la nostra misera persona per conformarla alla sua condizione di Risorto". E questo accade non in primo luogo per chissà quali pratiche religiose, ma "in virtù del potere che ha di sottomettere a sé tutte le cose".

Questo potere Cristo lo esercita mediante i Sacramenti: il sacramento della Confessione e il sacramento dell’Eucaristia. Nella Confessione Gesù trasfigura la nostra persona perché la libera dal peccato; nell’Eucaristia, perché diventiamo partecipi della vita stessa di Cristo. Scrive un Padre della Chiesa: "Colui che è ed è immortale – cioè possiede la vera vita – si è dato a noi in alimento, perché ricevendolo in noi, noi diventiamo quello che Egli è" [S. Gregorio di Nissa].

La quaresima ci è donata perché Cristo intende compiere in ciascuno di noi una vera trasformazione della nostra persona, trasformandola a sua immagine.

2. Cari fedeli di Liano, so che la vostra è una piccola comunità. Ma fino a quando avrete la celebrazione dell’Eucaristia alla domenica, e quindi la possibilità di partecipare degnamente ad essa, voi avete tutto. Anche di ciascuno di voi è vero ciò che ci ha appena detto il Padre della Chiesa: "Colui che è ed è immortale si dona a ciascuno di voi ogni domenica come alimento; e ciascuno di voi, se lo riceve degnamente, diventa quello che Gesù stesso è". E questo è tutto!

Con S. Paolo dunque vi dico: rimanete saldi nel Signore così come avete imparato, ed imparate dalla predicazione della Chiesa. Ed il Signore Iddio ve "lo accrediterà a giustizia".