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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


Domenica Trentesima per Annum (A)
Cento, 26 ottobre 2014


Cari fedeli, non lasciamoci ingannare dalla brevità della pagina evangelica. Essa ci trasmette un insegnamento di Gesù fondamentale per la nostra vita cristiana. Quale?

 

1. Possiamo partire dalla condizione storico-religiosa in cui avviene il dialogo fra Gesù e l’esperto nella legge di Dio.

Numerosi erano i comandamenti o leggi che al tempo di Gesù l’ebreo fedele doveva osservare. Molti pertanto si chiedevano: "tra tutti i comandamenti ne esiste uno che è da ritenersi più importante di tutti? Uno che, in un certo senso, li riassume tutti?". Come avete sentito, è esattamente questa la domanda fatta a Gesù: "maestro, quale è il più grande comandamento della legge?".

Riascoltando la parola di Gesù, la risposta che Egli dice anche a noi in questo momento è la seguente: "amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore…Questo è il più grande e primo dei comandamenti". Ma Gesù va oltre alla domanda, ed aggiunge: "e il secondo è simile al primo: amerai il prossimo tuo come te stesso".

Chiediamoci: "perché Gesù dice anche qualcosa che non gli era stato chiesto?" Perché Egli ritiene, e ci sta dicendo in questo momento, che il primo comandamento non sta in piedi senza il secondo, e viceversa: non puoi dire con verità di amare Dio se non ami il tuo prossimo: non puoi dire di amare il tuo prossimo se non ami Dio.

Gesù ricorda la professione fondamentale della fede: "ascolta, Israele…amerai il tuo Dio…" [Deut 6, 5], ma per così dire, la estende, la prolunga in un secondo comandamento che, col primo, costituisce il "cuore" della nostra vita: "amerai il tuo prossimo come te stesso". Il rapporto, la relazione con Dio implica il rapporto, la relazione del prossimo, la fonda, e la esige.

Ma dobbiamo fare attenzione ad una parola che Gesù dice: "da questi due comandamenti dipende tutta la Legge e i Profeti". In bocca ad un ebreo dire "tutta la Legge e i Profeti" significava: tutto quanto Dio ci ha detto. Pertanto Gesù in questo momento ci sta donando questo insegnamento: tutto quanto Dio ci ha detto, tutta la sua Rivelazione "dipende" da questi due comandamenti.

Che cosa significa "dipende"? Due cose fondamentalmente. Primo: tutte le parole che Dio ci dice "ruotano" attorno ai due precetti della carità. Ricevono il loro senso ultimo dai due precetti. Pensate, per aiutarci con un’immagine, ai cardini di una porta. Secondo: tutte le altre esigenze – diciamo: tutti gli altri comandamenti - non sono che esemplificazione, conseguenze dei due comandamenti fondamentali.

S. Paolo lo spiega in un passaggio della sua lettera ai Romani: "il precetto: non commettere adulterio, non uccidere, non rubare, non desiderare e qualsiasi altro comandamento, si riassume in queste parole: amerai il prossimo tuo come te stesso. L’amore non fa nessun male al prossimo: pieno compimento della legge è l’amore" [13, 9-10].

 

2. Vorrei ora leggervi una pagina di S. Agostino, con qualche breve mio commento. E’ una pagina che ci spiega in maniera semplice e profonda la parola che oggi Gesù ci ha detto.

"Una volta per tutte, ti viene proposto un breve precetto: ama e fa quello che vuoi.

Se tu taci, taci per amore; se tu parli, parla per amore; se tu correggi; correggi per amore; se tu perdoni, perdona per amore. Sia in te la radice dell’amore; da questa radice non può derivare che il bene.[…]

Non credere di amare tuo figlio, quando non gli imponi un certo modo di vivere…Questo non è amore, ma debolezza… Non amare l’errore nell’uomo, ma l’uomo". [Commento alla prima lettera di Giovanni, Discorso VII, 8 e 11].

Ricominciate, dopo la Missione, da ciò che dà veramente inizio ad una vita nuova: conservate l’amore che Gesù nel Sacramento vi dona, e l’amore conserverà la vostra persona e la vostra vita associata nella pace e nel bene.