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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


DOMENICA III DI PASQUA (B)
Marzabotto, 26 aprile 2009


1. La pagina evangelica appena proclamata è la narrazione di un fatto: l’incontro del Signore risorto coi suoi discepoli. Ma è anche un insegnamento: attraverso il fatto narrato, l’evangelo ci istruisce circa il modo con cui anche noi oggi possiamo incontrare il Signore risorto.

Facciamo prima di tutto molta attenzione al fatto. Notiamo subito un particolare ricorrente in questi racconti: gli apostoli non riconoscono ["credevano di vedere un fantasma"] il Signore presente in mezzo a loro; gli apostoli non credono ["non credevano ed erano stupefatti"]. Anche Maria Maddalena non riconosce il Signore la mattina di Pasqua, e lo scambia con l’ortolano; anche i due discepoli che vanno a Emmaus non riconoscono il Signore mentre cammina con loro.

Che cosa fa il Signore? In che modo conduce i suoi discepoli a riconoscerlo? In primo luogo vuole assolutamente convincerli che si tratta di una presenza reale [non è un’allucinazione]; che Egli è risorto nel suo vero corpo, lo stesso corpo che era stato crocifisso ["mostrò loro le mani e i piedi"] anche se ora trasfigurato. E a fugare qualsiasi dubbio, il Risorto compie un gesto che solo un corpo vero può compiere: "gli offrirono una porzione di pesce arrostito: egli lo prese e lo mangiò davanti a loro".

Ma questo non è tutto. E a questo punto la narrazione diventa insegnamento. Dobbiamo prestare molta attenzione perché ora ci viene detto come anche noi possiamo "vedere il Signore" presente in mezzo a noi.

2. Egli non ci ha abbandonati. Ci ha detto: "dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sarò in mezzo a loro"; e "io sarò con voi fino alla fine del mondo".

Gesù non è con noi come può esserlo una persona cara e morta: perché lo ricordiamo, perché ne parliamo. Egli è veramente presente: la sua persona vivente. E come possiamo riconoscerlo? Come possiamo avere l’esperienza della sua presenza? Ascoltiamo.

"Aprì loro la mente all’intelligenza delle Scritture". È attraverso l’intelligenza delle Scritture che noi possiamo riconoscere il Signore, comprendere il mistero della sua morte e della sua risurrezione.

"Nel suo nome saranno predicati a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni". È attraverso la predicazione della Chiesa, la testimonianza degli apostoli che si apre la possibilità per l’uomo di riconoscere il Signore e la sua presenza.

Lettura-intelligenza delle Scritture e predicazione-testimonianza apostolica non sono due cammini paralleli. La predicazione della Chiesa ci spiega, ci apre l’intelligenza del mistero pasquale "secondo le Scritture".

"Avevano riconosciuto Gesù nello spezzare il pane". Cari fratelli e sorelle, la predicazione della Chiesa "secondo le Scritture" ci conduce alla fine all’Eucaristia. È in essa che noi "riconosciamo Gesù".

Difficile tutto questo? No, miei cari. È però un cammino [anche gli apostoli hanno fatto fatica a riconoscere il Signore] di ascolto docile della predicazione della Chiesa, di fedele partecipazione all’Eucaristia.

3. Questa ultima riflessione ci riporta all’avvenimento che stiamo vivendo: la Sacra Visita Pastorale.

Il Vescovo è l’apostolo che è venuto in mezzo a voi per testimoniarvi un fatto: in mezzo a voi c’è la presenza del Signore risorto. Non siete soli, mai. Nessun credente è solo nel cammino della vita.

Il Vescovo è venuto ad insegnarvi, a ricordarvi come potete riconoscere questa presenza: nutrirvi della Parola di Dio e partecipare all’Eucaristia. Ed è prima di tutto questo che vi assicura il vostro sacerdote, il vostro parroco.

Carissimi: curate in sommo grado la vostra istruzione nella fede. Non solo assicuratela ai bambini col catechismo: l’istruzione religiosa è molto più necessaria agli adulti. Partecipate con fede ogni domenica all’Eucaristia. Avrete allora la serena esperienza della presenza del Signore della vostra vita, e potrete dire con piena verità le parole del Salmo appena ascoltate: "In pace mi corico e subito mi addormento: tu solo, Signore, al sicuro mi fai riposare".