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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


Santa Messa del Giorno di Natale
25 dicembre 2006, Cattedrale di San Pietro


1. "In principio era il Verbo; e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio … e il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi". Miei cari fedeli, nella celebrazione diurna del mistero natalizio la Chiesa presuppone la narrazione dei fatti di Betlemme ascoltata nella celebrazione notturna. Vuole condurci dentro alla profondità del Mistero del Natale, dentro – se così posso dire – a tutto il suo spessore divino e umano.

"In principio era il Verbo; e il Verbo era presso Dio". La nascita terrena narrata nel Vangelo di Luca ed ascoltata nella notte ha il suo principio senza principio nella nascita eterna del Verbo dal Padre, e quindi nella Paternità di Dio e nella generazione del Verbo unigenito. "Dio da Dio" diremmo fra poco nel Credo riferendoci al bambino nato a Betlemme, "Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato non creato, della stessa sostanza del Padre". Del bambino di Betlemme abbiamo sentito nella seconda lettura "che è irradiazione della sua [= di Dio] gloria e impronta della sua sostanza".

È quando "il Verbo si fece carne e venne ad abitare fra noi" nascendo a Betlemme, che l’uomo poté ricevere la rivelazione del mistero di Dio che è il Padre.

Ascoltiamo la pagina evangelica, il prologo al Vangelo di Giovanni, è come se scomparissero dai nostri pensieri tutti coloro che sono i protagonisti della narrazione di Betlemme: Maria, Giuseppe, i pastori, i martiri innocenti, i re Magi. Di fronte al mistero del Verbo fatto carne, rimane l’uomo, ogni uomo, ciascuno di noi. "In realtà" come insegna il Concilio Vaticano II "solamente nel mistero del Verbo incarnato trova vera luce il mistero dell’uomo … Cristo … proprio rivelando il mistero del Padre e del suo amore svela anche pienamente l’uomo all’uomo e gli fa nota la sua altissima vocazione" [Cost. Past. Gaudium et Spes 22,1; EV 1/1385].

Perché, miei cari, l’enigma del nostro vivere quotidiano trova la sua adeguata soluzione nel Verbo-Dio che oggi si fa uomo? Perché l’uomo viene pienamente svelato all’uomo proprio nel bambino di Betlemme che ci svela il mistero della Paternità eterna di Dio? Che legame esiste fra "mistero di Dio" e "mistero dell’uomo"? Ascoltiamo: "a quanti … lo hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio; a quelli che credono nel suo nome, i quali non da sangue, né da volere di carne, né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati". In queste parole è sciolto l’enigma dell’uomo. Egli incontrando nella fede Gesù, diventa ciò per cui è stato creato: figlio di Dio, partecipe della stessa vita di Dio.

La pagina evangelica che ci svela la paternità di Dio, ci svela al contempo la dignità di ogni uomo: la misura di questa dignità è costituita dal fatto che mediante la fede l’uomo è "generato da Dio". Quando questa misura viene esclusa dalla coscienza dell’uomo, quando si pensa e si vive come se misura della grandezza, della dignità dell’uomo fosse solamente l’uomo stesso, allora non si serve più la causa dell’uomo. Lo si espone ad ogni prevaricazione. Miei cari fedeli, quale luce illumina oggi il nostro impegno per la causa dell’uomo!

2. Del bambino di Betlemme la pagina evangelica dice anche: "Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui". Non solo il mistero dell’uomo oggi ci viene svelato, ma ci viene anche detta l’ultima parola su tutta la realtà nel suo insieme: "il mondo fu fatto per mezzo di lui"; ed anche "questo Figlio … sostiene tutto colla sua parola".

Miei cari fratelli e sorelle, il mondo non è nel suo insieme "caso o necessità" come molti pensano. La realtà ha avuto origine da un progetto intelligente, è stata creata mediante il Verbo – il Logos divino, e pertanto è abitata da una sua intima intelligibilità, come dimostra il mirabile sviluppo della scienza.

Ma nella seconda lettura abbiamo anche sentito che proprio il Figlio "che è l’irradiazione della gloria divina", ha compiuto la purificazione dei nostri peccati. E nel Credo diremo fra poco: "per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo e si è incarnato nel seno della Vergine Maria". Il Dio che è Ragione – che è il Verbo – ama l’uomo e per questo viene a condividere la nostra vicenda umana. Dio che oggi adoriamo bambino, è identicamente Verbo e Carità, Ragione e Amore. La realtà esiste, è intelligibile ed ha un senso perché è creata da una Ragione che è Amore.

Miei cari fedeli, accogliendo questa divina rivelazione noi troviamo la via d’uscita da quel vicolo cieco in cui si è incamminato l’uomo in Occidente. Da una parte l’uomo è ridotto a semplice prodotto della evoluzione naturale; dall’altra la libertà dell’individuo è esaltata fino all’esasperazione. Alla fine si finisce col ridurre la libertà alla semplice spontaneità, e le nostre scelte a semplici reazioni ai nostri stimoli. Il progetto di esaltazione dell’uomo si sta capovolgendo nella distruzione dell’uomo.

Oggi nel Verbo fatto carne l’uomo sa con certezza di non essere l’ultimo stadio di una semplice evoluzione naturale. Si scopre dentro ad un disegno di amore che provoca la sua libertà ad amare.

Da questo Bambino riceviamo oggi il "potere di essere persone". Sì, poiché essere pienamente persone umane significa diventare figli di Dio dal momento che il figlio di Dio è diventato uomo.