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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


Domenica XXI per annum [A]
Villaggio Pio XII, 24 agosto 2014


1. Nella prima lettura il profeta parla di due persone: una di nome Sebna e l’altra di nome Eliakim. Ambedue sono funzionari della casa reale. Oggi diremmo due burocrati. Ma c’è una profonda diversità fra i due.

Sebna è un uomo autoritario ed ingiusto. Al punto tale che il Signore gli manda a dire dal profeta: "ti toglierò la carica, ti rovescerò dal tuo posto". L’altro, Eliakim, è molto diverso. È uomo mite e giusto. È "un padre per gli abitanti di Gerusalemme, e per il casato di Giuda". Sono dunque messi a confronto due modi di esercitare l’autorità.

Veniamo ora al Vangelo. Anche in esso Cristo investe una persona di una grande autorità, nella sua Chiesa. Abbiamo sentito che cosa grande il Signore affida a Pietro.

Là dove gli uomini sono investiti di autorità, sono sempre nel rischio di divenire come Sebna, anziché come Eliakim.

Vediamo allora come funzionano le cose con Pietro. Che cosa chiede il Signore a Pietro? Che risponda ad una domanda precisa: "chi dici che io sia?". Chiede, cioè, a Pietro di avere una conoscenza vera di Gesù. E la risposta di Pietro è molto precisa: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente".

Tuttavia, quando Cristo conferisce a Pietro autorità nella Chiesa altre due volte, l’atmosfera è totalmente cambiata.

La seconda volta siamo al Cenacolo, la sera dell’ultima cena di Gesù coi suoi discepoli. Rivolgendosi a Pietro gli dice: "Satana ha cercato di mettervi alla prova, ma io ho pregato per te. E tu, una volta convertito, conferma i tuoi fratelli". Quello che Pietro deve fare nella Chiesa, è confermare i suoi fratelli nella fede.

La terza volta siamo sul lago di Tiberiade, dopo la Pasqua. Gesù chiede tre volte a Pietro se lo ama. Pietro risponde affermativamente, ed allora Gesù consegna all’apostolo la sua Chiesa. Ma gli dice: "tu, vieni e seguimi". Ed in modo velato anticipa a Pietro che egli morirà come Gesù, sulla croce.

Cari fratelli e sorelle, se mi avete prestato attenzione, avete notato che la direzione in cui si muove Gesù nel consegnare a Pietro la sua Chiesa è una sola: la fede retta nella persona del Signore deve identificare progressivamente l’apostolo col mistero di Gesù. Non basta dire cose esatte circa la fede, se non viviamo secondo quanto abbiamo creduto.

 

2. Carissimi amici, la fede o diventa la nostra vita o è vana. Pietro dice a Gesù: "tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente".

Ma se credi questo, devi chiederti: "ma Lui, Gesù, è veramente il Signore della mia intelligenza. Mi sforzo veramente di pensare come Gesù, ascoltando la sua Parola e seminandola in profondità nel mio cuore?

Mi sforzo veramente di amare come Gesù ha amato. Non lasciatevi ingannare. Satana oggi vi dice: "amatevi gli uni gli altri"; Gesù ti dice: " amatevi gli uni gli altri, come io vi ho amato".

Ecco, cari amici, come è grande, come è bella la vocazione cristiana! Diventare come Gesù, mediante la fede che trasforma in Lui la nostra persona.

"Fa’ che il nostro cuore" è la preghiera che dobbiamo fare "sia abitato da una fede che trasformi la nostra persona in Te, o Signore Gesù". Così sia.