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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


Solennità di Pentecoste, Santa Messa del giorno
Cattedrale, 23 maggio 2010


1. "Lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto". Oggi si è compiuta e si compie questa promessa del Signore risorto. Il contenuto di questa promessa è l’invio nel mondo della divina persona dello Spirito Santo: stiamo celebrando questo invio.

Esso, come avete sentito, ha un duplice scopo: ricordarci tutto ciò che Gesù ci ha detto; insegnarci ogni cosa, cioè – come è detto altrove – "introdurci alla verità tutta intera". Dunque lo Spirito Santo è oggi inviato per custodire la memoria di tutto ciò che Gesù ha detto e fatto, per impedirci di dimenticarlo; e quindi introdurci sempre più profondamente nella verità di Cristo.

Tra lo Spirito Santo dunque, che oggi in questa santa celebrazione è inviato e donato, e Cristo non c’è soluzione di continuità, c’è un intimo legame. Lo Spirito Santo infatti non ci è inviato se non per assicurare in maniera duratura la trasmissione e l’irradiazione del Vangelo di grazia, rivelato e compiuto da Cristo. Egli pertanto continua dentro alla storia umana incessantemente la presenza del Redentore e la sua opera salvifica.

La presenza, ho detto. Cari fratelli e sorelle, uno dei rischi più gravi cui è esposta la nostra esperienza cristiana è di ritenere che Gesù il Signore sia un fatto passato, esclusivamente. Quando non ci difendiamo da questo rischio, inevitabilmente di Gesù resta solo il suo insegnamento, la sua dottrina religiosa e morale, che noi come meglio possiamo cerchiamo di osservare. In tale prospettiva, Gesù diventa meno importante del suo messaggio. In una parola: il cristianesimo diventa una semplice proposta morale.

Lo Spirito Santo oggi ci è donato perché questo non accada; perché il Signore Gesù non sia solo un ricordo ma una presenza viva e vivificante.

In che modo lo Spirito Santo fa accadere dentro alla nostra storia tribolata questo evento, la presenza di Cristo e della sua opera redentiva? Troviamo la risposta nella prima lettura.

Come avete sentito, le prime persone umane a cui è donato lo Spirito Santo sono gli Apostoli. In conseguenza di ciò, ci dice il testo biblico, "furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare … come lo Spirito dava loro il potere di esprimersi". Che cosa dicono? "li udiamo annunziare … le grandi opere di Dio". Ed attorno agli Apostoli, avendo uomini di ogni nazione e popolo creduto alla loro predicazione, si forma la prima comunità cristiana. Nasce la Chiesa. È nel mistero dell’azione della Chiesa, che lo Spirito Santo continua incessantemente la presenza storica del Redentore sulla terra e la sua opera redentiva.

L’incarnazione del Verbo nel grembo di Maria, la sua morte e resurrezione, non sono stati semplicemente episodi storici chiusi dentro al tempo in cui sono accaduti. Essi permangono nella loro potenza salvifica dentro ogni tempo, anche nel nostro tempo: nell’essere e nell’agire della Chiesa sostenuta e vivificata dalla potenza dello Spirito Santo.

2. Cari fratelli e sorelle, questa solennità ha cambiato il modo di considerare l’intera vicenda umana, ed è per ciascuno di noi la ragione della nostra speranza.

La solennità che stiamo celebrando ci svela che dentro alla nostra vicenda umana c’è una Presenza: la presenza del Signore risorto, perché c’è la Chiesa. Anche nella nostra città. Forse non raramente ci assalgono turbamenti e tribolazioni così forti ed attraversiamo periodi di così profonda oscurità da sentirci come consegnati ad un destino enigmatico e nemico. La vicenda nostra personale, la vicenda della nostra città, la vicenda storica generale è abitata invece da una potenza che è più forte del male. È la potenza redentiva di Cristo resa presente dallo Spirito mediante la Chiesa.

La Chiesa allora è il luogo della speranza. In che senso? Le cose grandi della vita, quelle di cui abbiamo più bisogno – l’amicizia, l’amore, la gioia, la vera felicità – non possiamo realizzarle noi, col solo sforzo della nostra volontà. Ci giungono solo come dono [cfr. Messaggio di Benedetto XVI alla Kirkentag – 10 maggio 2010]. Possiamo solo sperarle. La Chiesa è la presenza di Colui che può donarcele, poiché è la presenza di Cristo, il Dio-con-noi, il Dio-vicino-a noi. I frutti dello Spirito Santo che ci viene donato sono: "amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé" [Gal 5,22].

Partiamo da questa celebrazione colla gioia profonda di appartenere alla Chiesa. È questa appartenenza la ragione della nostra speranza in mezzo alle confusioni del tempo presente.