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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


Giornata Mondiale della Gioventù
Madrid, 18 agosto 2011


1. Cari amici, avete sentito che nelle due letture si parla del Nome di Gesù.

Quando Gesù è concepito nel grembo di Maria, a Giuseppe viene rivelato come quel bambino doveva essere chiamato: "tu lo chiamerai Gesù". Non solo, ma l’angelo dice anche la ragione: "egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati". Ed infatti il nome di "Gesù" in ebraico vuol dire "Javhe salva".

Pertanto quando Pietro viene interrogato dai sommi sacerdoti circa il miracolo da lui fatto, di aver fatto camminare uno storpio, risponde: "nel nome di Gesù … costui vi sta innanzi sano e salvo". Ed aggiunge: "in nessun altro c’è salvezza: non vi è infatti altro nome dato agli uomini sotto il cielo nel quale è stabilito che possiamo essere salvati".

Il nome dunque dato da Giuseppe al figlio di Maria ne esprime la missione: Egli è il Salvatore, il redentore di ciascuno di noi. Ogni volta che noi diciamo: "Gesù", noi gli diciamo: "tu sei il mio salvatore; tu sei il mio redentore; tu esisti, tu sei il Verbo fattosi carne per salvarmi, per redimermi".

Comprendete, allora, cari giovani, che cosa vuol dire essere "radicati in Cristo". La radice affonda e penetra nella terra, e così nutre la pianta. La nostra persona, il nostro io affonda e penetra nell’atto redentivo di Gesù e ne viene continuamente nutrita.

Gesù usa anche un’altra immagine. "Io sono la vite" dice "voi i tralci … rimanete in me" [cfr. Gv 15, 1-8].

Ma che cosa vuol dire "radicarsi in Gesù, cioè nel suo atto redentivo"? È un processo lungo che non dura un giorno: dura tutta la vita. È un processo mediante il quale ti avvicini a Cristo nella fede e nei sacramenti, con la tua inquietudine e incertezza ed anche con tutta la tua debolezza e peccaminosità. Tu entri in Lui con tutto te stesso, e gradualmente ti appropri di tutta la potenza redentrice di Gesù.

Ed accade un "miracolo": ritrovi te stesso; rinasci profondamente nel tuo io. Sei salvo! L’atto redentivo di Gesù infatti tocca la sfera più profonda dell’uomo, il suo cuore.

2. Cari giovani, voglio terminare con una pagina di S. Bernardo sul nome di Gesù.

"Qualcuno dei nostri è triste? Venga nel suo cuore Gesù, e di là salga alla bocca: ed ecco che, sorgendo la luce di questo nome, si dissipa ogni nube, torna il sereno. Cade qualcuno in grave colpa? Corre per di più al laccio di morte per disperazione? Non è vero che, se invocherà il nome della vita, subito respirerà per la vita? … A chi, dico, fluttuante e agitato dai dubbi, invocato questo nome luminoso, improvvisa non rifulse la certezza? A chi ormai sfiduciato e sul punto di venir meno, se gli risuonò all’orecchio il nome del soccorritore, mancò la forza?" [Sermoni sul Cantico dei Cantici XV, IV. 6].