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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


XI DOMENICA PER ANNUM (A)
Parrocchia Sacro Cuore (Bologna), 15 giugno 2008


1. "Vedendo le folle ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite, come pecore senza pastore". La parola di Dio ci svela il modo con cui Egli in Gesù "guarda all’uomo". È con uno sguardo pieno di compassione. È la misericordia di Dio verso l’uomo che si rende presente nell’agire di Gesù. Ai suoi occhi infatti l’uomo appare "stanco e sfinito"; le comunità umane "come pecore senza pastore".

È in questo contesto, nel contesto della rivelazione della compassione di Gesù verso l’uomo, che l’evangelista Matteo, supponendo già nota la loro vocazione singola, ci presenta l’intero collegio apostolico e i nomi propri dei dodici: "i nomi dei dodici apostoli sono: …".

La pagina evangelica ci svela in questo modo la ragione d’essere ultima della chiamata degli Apostoli: rendere presente in mezzo alle folle la compassione di Gesù. Ogni uomo, a causa della sua stanchezza e sfinitezza, ha bisogno di vedere e di sentire la "compassione di Dio" nei suoi riguardi. Gli apostoli esistono perché l’esperienza della vicinanza di Dio sia una possibilità reale offerta ad ogni uomo in ogni tempo.

Lo aveva ben compreso l’apostolo Paolo, quando scriveva ai suoi cristiani di Filippi: "Dio mi è testimone del profondo affetto che ho per tutti voi nell’amore di Cristo Gesù" [Fil 1,8]. L’affetto che l’apostolo sente per i suoi fedeli non è un trasporto semplicemente umano; è il trasporto stesso di Cristo. Poiché non è più Paolo che vive, ma è Cristo che vive in Paolo, egli nel suo amore verso i fedeli non è più mosso dal suo cuore ma dal cuore stesso di Cristo.

Perché la compassione di Dio verso l’uomo continui a farsi sentire in ogni tempo e luogo, gli apostoli sono dotati dello stesso potere di Gesù: "diede loro il potere di scacciare gli spiriti immondi e di guarire ogni sorta di malattie e d’infermità". Non solo. Ma sono mandati per dire all’uomo che "il regno dei cieli è vicino". L’apostolo dunque ha un compito "informativo": notificare un fatto, che cioè "il regno dei cieli è vicino"; ed un potere "effettivo": far accadere il fatto che notifica: "guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demoni".

2. Carissimi fratelli e sorelle, voi sapete bene che i santi vangeli non narrano solamente una storia accaduta nel passato. Quanto è narrato nel Vangelo – attraverso l’apostolo la compassione di Dio raggiunge ogni uomo – si compie anche al presente, in mezzo a noi. Attraverso il ministero apostolico la Chiesa, comunità radunata dal Figlio di Dio venuto nella carne, continua ad esistere. In essa ogni uomo, accogliendo nella fede la predicazione evangelica, può fare l’esperienza della "compassione di Dio" a suo riguardo. I Dodici infatti ebbero cura di costituirsi dei successori, affinché la missione loro affidata da Gesù continuasse anche dopo la loro morte, fino alla fine dei tempi.

In tal modo, la Chiesa nel corso dei secoli, fondata sugli Apostoli ed organicamente strutturata attorno ai pastori, ha continuato a narrare all’uomo l’amore di Dio e a renderne possibile l’esperienza.

Carissimi fratelli e sorelle, voi celebrate oggi i santi Misteri facendo memoria di don Mario Campidori nel quinto anniversario della morte, e per ringraziare il Signore del primo decennio della Fondazione.

La parola di Dio appena ascoltata illumina la persona, l’insegnamento, la testimonianza di don Mario. E la creazione da parte sua del Villaggio si inserisce nella natura più profonda del suo ministero sacerdotale, e ne esprime la logica profonda: essere sacramento vivente della compassione che Gesù sente verso l’uomo sofferente. Una compassione che non umilia, ma riconosce ed eleva, la dignità della persona.

"Senza barriere" è la profonda qualifica della vostra opera. Che profondità teologica ed etica ha questa espressione! La compassione di Dio demolisce ogni barriera che il peccato aveva creato fra l’uomo e Dio; e di conseguenza ricostruisce la vera comunità umana senza discriminazioni di sorta. Una ricostruzione che è dono di Dio e quindi impegno di ciascuno. Così sia.