home
biografia
video
audio
english
español
français
Deutsch
polski
한 국 어
1976/90
1991/95
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
2015
2016
2017
Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


CELEBRAZIONI IN ONORE DELLA BEATA VERGINE DI S. LUCA
Sabato 15 Maggio
S. Messa episcopale


1. "La città è cinta da un grande ed alto muro con dodici porte … le mura della città posano su dodici basamenti". Carissimi fedeli, la parola di Dio pone oggi davanti ai nostri occhi un dittico, due quadri che descrivono due "paesaggi dello spirito" in contrasto fra loro.

Nel primo quadro, quello disegnato nella prima lettura, la Chiesa è descritta come una comunità nella quale ci sono opposizioni risolute ed animate discussioni. Nel secondo quadro, quello disegnato nella seconda lettura, la Chiesa è descritta nella figura di una città che "sol amore e luce ha per confine", direbbe il poeta. Viene quindi da chiedersi: quale è la vera Chiesa? Ed ancora; fra la Chiesa terrestre e la Chiesa celeste non esiste nessuna relazione? La parola di Dio ci invita dunque a meditare pacatamente, attentamente questo grande mistero della Chiesa.

Se riascoltiamo la prima lettura, veniamo a sapere che la materia della contesa non riguarda questioni secondarie della nostra fede. Al contrario riguarda il punto centrale: "se non vi fate circoncidere secondo l’uso di Mosè, non potete essere salvi". Si trattava di chiarire definitivamente se la fede in Cristo risorto fosse la condizione necessaria e sufficiente per la salvezza dell’uomo, oppure se questi dovesse entrare sotto la legislazione mosaica. Detto in maniera concisa: è Cristo che ci salva o è l’obbedienza alla legge di Mosè? La risposta data dagli apostoli è la chiara, netta affermazione di Cristo unico salvatore dell’uomo.

Se ora riprendiamo in mano la seconda lettura, costatiamo che il centro della città celeste è costituito dall’Agnello, dalla persona di Cristo che immolato sulla Croce vive immortale con i segni della sua passione: "la città non ha bisogno della luce del sole, né della luce della luna perché la gloria di Dio la illumina e la sua lampada è l’Agnello".

Giungiamo così ad una conclusione profondamente consolante. È la stessa Chiesa di Cristo, il suo Corpo, che vive nella luce immacolata dell’Agnello e nelle difficoltà e contraddizioni della storia. E questa, la Chiesa ancora pellegrina che siamo noi, tende alla Città celeste cioè alla sua perfetta realizzazione. Ciò che ci attende dopo il tempo costituisce la base della nostra speranza. Come scrive mirabilmente Agostino: "ma anche mentre siamo quaggiù siamo sue membra: non disperiamo, perché seguiremo il nostro capo" [Discorso 137,3].

Chi è che guida la Chiesa nel suo cammino? Il santo vangelo appena letto ci rivela che è lo Spirito Santo. Egli esercita la sua guida tenendo viva nella mente e nel cuore di fedeli tutto ciò che Cristo ha detto e fatto. La parole di Cristo sono assimilate ed osservate se saremo docili alla guida dello Spirito Santo. La Chiesa terrestre è illuminata come quella celeste dalla stessa lampada: Cristo l’Agnello immolato.

2. Ma voi oggi, carissimi fedeli, siete venuti a celebrare i divini miseri in una comunione speciale colla santa Madre di Dio. Ella ha lasciato la sua casa ed è venuta a visitarci, a rimanere in mezzo a noi, fra le nostre case.

La parola di Dio che oggi la Chiesa ha donato alla nostra meditazione ci fa capire il significato della visita che oggi Maria inizia alla nostra città.

Ho parlato di una Chiesa in pellegrinaggio verso la città celeste. È prima di tutto un pellegrinaggio interiore: un pellegrinaggio mediante la fede nello Spirito Santo, che ci è dato come consolatore.

"Proprio in questo cammino-pellegrinaggio ecclesiale … Maria è presente come colei che è "beata perché ha creduto", come colei che avanza nella peregrinazione della fede, partecipando come nessun altra al mistero di Cristo" [Giovanni Paolo II, Lett. enc. Redemptoris mater 25,3; EE 8/587].

Colla sua visita Maria ci dice che ci accompagna, che ci sostiene, che possiamo e dobbiamo affidarci a lei: fino al momento del nostro ingresso nella Città celeste.