home
biografia
video
audio
english
español
français
Deutsch
polski
한 국 어
1976/90
1991/95
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
2015
2016
2017
Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


FESTA DI SANT'ANTONIO DA PADOVA
S. Antonio, 13 giugno 2005


La celebrazione dell’Eucarestia pone in essere una singolare relazione coi santi. A noi ancora pellegrini sulla terra è dato di entrare in una vera comunione colla persona di Cristo, anche se ancora nell’oscurità della fede. Ai santi già nella patria è dato di essere nella comunione piena col Signore. E così la morte non ci separa, poiché e noi e loro siamo uniti allo stesso Signore.

Siamo qui oggi per ricordare una delle più singolari figure della santità cristiana: S. Antonio. E’ un ricordo che in Cristo ci pone in comunione con lui e ci offre occasione per riascoltare, in un qualche modo, il suo messaggio.

1. La prima lettura ci parla di una "sapienza" da preferirsi a qualsiasi altro bene creato: la ricchezza, il potere, la salute. Una sapienza che è "un tesoro inesauribile per gli uomini", poiché "quanti se la procurano si attirano l’amicizia di Dio".

La stessa parola di Dio ci ha ricordato nel Vangelo il comandamento dato Gesù agli apostoli, prima di lasciare questo mondo: "andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura". Anzi, l’apostolo Paolo ci assicura precisamente che fra i doni fatti perennemente alla Chiesa da Cristo, è da annoverarsi anche la presenza in essa di "maestri", cioè di persone capaci di comunicare la dottrina della fede in modo tale da "edificare il corpo di Cristo".

Sono delineate così le due fondamentali dimensioni della vita di Antonio. Egli è stato un uomo di straordinaria sapienza; ma egli ha manifestato la sua sapienza non da una cattedra universitaria, ma predicando il Vangelo ad ogni creatura. Matteo d’Acquasparta scrisse di lui: "predicava efficacemente dappertutto, come colui che parla ai grandi e ai piccoli colpendo tutti con i dardi della verità". Uomo pieno di sapienza, dunque; uomo interamente dedito alla predicazione del Vangelo.

Fu uomo pieno di sapienza. Di quale sapienza? E’ nota a tutti la brevissima lettera che Francesco scrive ad Antonio, colla quale lo autorizzava ad insegnare la sacra teologia: "A frate Antonio, mio vescovo, frate Francesco augura salute. Ho piacere che tu insegni la sacra teologia ai frati, purché in questa occupazione non estingua lo spirito dell’orazione e della devozione, come sta scritto nella Regola".

Si tratta di una conoscenza dei misteri della fede, che può venire solo dall’alto, come un dono fatto a chi nell’orazione si pone in ascolto del Signore. La sua acquisizione ha comportato certamente per Antonio studio e fatica. Ma in lui lo studio non è semplicemente accompagnato dalla preghiera e dalla devozione, ma ne era continuamente penetrato e vivificato. Ogni sapere che non nasca da questa profonda sorgente, che non sia così liberato da ogni astrattezza e vanagloria, resta lettera morta e fa morire anche gli altri. Di questa pseudo-sapienza quanto hanno sofferto durante questi anni le comunità cristiane!

E’ commuovente la pagina con cui Antonio conclude la raccolta dei suoi discorsi: "Fratelli carissimi, io, il più piccolo di voi tutti, vostro fratello e schiavo, ho composto questo commento ai Vangeli della domenica per la vostra consolazione, per l’edificazione dei fedeli, per la remissione dei miei peccati".

2. Antonio fu uomo interamente dedito alla predicazione del Vangelo: egli è noto soprattutto per questo. Predicò fino allo stremo delle sue forze. Fu Antonio che per primo introdusse nella Chiesa occidentale la consuetudine che durante la Quaresima ci fosse ogni giorno la predicazione, alla quale poi seguiva la confessione. Egli "morì per sfinimento di eccesso di lavoro e per scarso nutrimento e riposo". La ricognizione del corpo fatta nel 1981 lo confermò

Una predicazione, quella di Antonio, che – come ci è stato detto nel Vangelo – era spesso accompagnata da segni e miracoli.

Carissimi fratelli e sorelle: la sapienza di cui parla oggi la Scrittura non è privilegio fatto a pochi. Essa è in primo luogo un dono fatto dallo Spirito Santo [il primo dei sette doni!] ad ogni discepolo del Signore. Ne abbiamo bisogno per poter avere una conoscenza piena di amore dei misteri della nostra fede, che ci renda amara ogni altra gioia. La sapienza ci viene donata attraverso la predicazione del Vangelo fatta nella Chiesa dai ministri del Vangelo. Pregate per noi, perché non predicandovi dottrine nostre ma solo la dottrina di Cristo, vi nutriamo sempre e solo del cibo che dona la vita eterna.