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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


Quinta Domenica di Quaresima
Castel di Casio, 9 marzo 2008


1. Se abbiamo celebrato con fede i santi Misteri durante queste domeniche di Quaresima, abbiamo percorso un cammino che ci ha portato ad una conoscenza sempre più profonda della persona di Gesù e del suo Mistero. Questo cammino vive oggi il suo momento più forte. Gesù fa la suprema rivelazione di Se stesso: "Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno".

Gesù rivela Se stesso oggi come la risurrezione e la vita. Oggi dice a noi due cose riguardo a Se stesso. Prima di tutto che la vita e la risurrezione è Lui stesso. Che Gesù avesse già fatto capire nei tre anni della sua vita pubblica che egli era la vita, era chiaro. Ma ora dice di Se stesso una cosa sconvolgente: non solo che è la vita, ma la risurrezione. Cioè: Egli è vita anche per chi è fisicamente morto; e cioè "risurrezione". La morte fisica non è una vittoria definitiva sull’uomo come se ne fosse la totale distruzione e corruzione. In Gesù c’è una vita che possiede una tale forza da comunicarsi anche a chi è fisicamente morto, se in Lui ha creduto.

La seconda cosa è conseguenza della prima; "chi crede" in Lui "anche se muore, vivrà". Mediante la fede l’uomo entra in possesso di una vita che non è distrutta dalla morte fisica e che continua sempre. Anche se il credente è privato per un certo periodo del suo corpo che subisce nel sepolcro il dissolvimento della morte, chi ha creduto in Cristo continua a vivere con Lui: non per modo di dire, ma realmente e veramente. La morte riguarda temporaneamente solo il corpo. Temporaneamente, perché anch’esso sarà risvegliato dalla potenza di Gesù. Così la persona che è ciascuno di noi, in carne ed ossa, vivrà in pienezza della stessa vita di Gesù, in eterno.

Miei cari fratelli e sorelle, che cosa grandiosa è il cristianesimo! Esso è la risposta vera al desiderio più profondo dell’uomo, quello di vivere. In fondo, noi vogliamo una sola cosa, la "vita beata", la vita che è semplicemente vita, semplicemente "felicità".

2. Gesù oggi dice di Se stesso che è la risurrezione e la vita non solo a parole, ma con un fatto: "e detto questo, gridò a gran voce: Lazzaro, vieni fuori". Egli fa uscire da una tomba vivo un cadavere che vi giaceva già da quattro giorni.

La risurrezione di Lazzaro dobbiamo vederla e considerarla e come un fatto realmente accaduto e come un segno.

Come un fatto. Realmente Lazzaro viene fatto uscire dalla parola di Gesù dal sepolcro dopo quattro giorni dalla sua sepoltura. Come un segno. La risurrezione di Lazzaro è il segno di ciò che avverrà per ciascuno di noi alla fine del mondo. Ognuno di noi sarà chiamato fuori dal seno della morte dalla potenza di Gesù. Chi crede in Lui sarà chiamato per la vita eterna di beatitudine; chi non ha creduto per la condanna eterna.

Gesù è la risurrezione e la vita. Chi crede in Lui, chi lo incontra veramente e profondamente mediante la fede e i sacramenti, vive fin da ora della vita stessa di cui vive Gesù, e "chiunque vive e crede" in Lui "non morrà in eterno".

Ma è possibile anche ritenere tutte queste cose pure favole, vacue parole, o al massimo discorsi inventati dall’uomo per avere necessarie illusioni sulla propria reale condizione. La duplice reazione possibile - la fede o l’incredulità – di fronte alla risurrezione di Lazzaro continua anche oggi.

Anche oggi ciascuno di noi può credere che Gesù è la risurrezione e la vita; oppure ritenere che la morte totale di se stesso è il destino inevitabile di ciascuno. Può credere che Gesù è più forte della morte; oppure ritenere che la potenza della morte sia invincibile.

3. Miei cari e buoni fedeli, il Signore ci ha fatto il dono di leggere e meditare questa santa pagina durante la Visita pastorale. È dono e grazia questa coincidenza.

La risurrezione di Lazzaro in quanto evento che rivela la vera identità di Gesù, non appartiene al passato. Gesù anche oggi desidera manifestarsi come risurrezione e vita. Non semplicemente per darci una informazione a riguardo di Se stesso. Ma perché mentre compie questa manifestazione di Se stesso, Egli diventa ora e per ciascuno di voi risurrezione di vita. In che modo?

Il Vescovo è venuto in mezzo a voi precisamente ed in primo luogo come ministro di questo evento di grazia: perché vi sta predicando il Vangelo; perché vi preparerà fra poco un cibo mangiando il quale, l’uomo viene in possesso dell’eterna vita di Gesù.

Ogni domenica don Marco compie per voi questo stesso grande servizio. Allora voi potete capire che cosa è la comunità cristiana. È il luogo dove è possibile che l’uomo incontri Gesù che è la risurrezione e la vita, perché credendo in Lui viva in eterno. Esiste un luogo nel mondo più prezioso di questo? Certamente no. Dovete dunque vivere in esso, vivere la vostra appartenenza alla vostra comunità prima di tutto per ascoltarvi la predicazione del Vangelo; perché ascoltando, crediate; perché credendo, abbiate la vita di Gesù in voi.