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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


Solennità dell’Immacolata Concezione
Basilica di S. Petronio, 8 dicembre 2007

Miei cari fratelli e sorelle, le tre letture appena ascoltate sono come un trittico in cui ciascuna figura rimanda all’altra.

Al centro, la rivelazione del grande progetto di Dio circa la persona umana; in un lato la raffigurazione teologica del rifiuto da parte dell’uomo del progetto di Dio; nell’altro la figura di Maria che col suo atto di fede pone l’origine della realizzazione storica del progetto divino.

1. "In Lui ci ha scelti prima della creazione del mondo, per essere santi ed immacolati al suo cospetto nella carità". Queste parole ci dicono la ragione ultima della nostra esistenza, la spiegazione radicale del nostro esserci. Questo non è semplicemente il risultato delle leggi e della casualità della materia, ma ciascuno di noi è stato pensato e voluto, cioè "scelto prima della creazione del mondo". Caso, materia, evoluzione non sono l’ultima spiegazione; ma è un atto di amore a donarci l’esistenza e a predestinarci "ad essere suoi figli adottivi per opera di Gesù Cristo, secondo il beneplacito della sua volontà".

Nessuno di noi deve "inventare" il senso della sua vita; deve solo "scoprirlo", poiché esso – il senso – è già stato dato ed inscritto nell’esistenza di ognuno, "essendo stati predestinati secondo il piano di colui che tutto opera efficacemente conforme alla sua volontà". La vita non è un evento insensato e senza scopo, un fatto privo di intelligibilità, uno spazio in cui ciascuno si dimena, dentro ad un universo aberrante. Siamo stati al contrario "scelti prima della creazione del mondo per essere santi ed immacolati al suo cospetto nella carità". E l’essere fondati e radicati in un atto divino d’amore genera speranza.

2. Se ora volgiamo lo sguardo alla raffigurazione teologica della prima lettura, siamo divinamente avvertiti che il progetto divino è affidato al rischio della libertà umana.

"Dopo che Adamo ebbe mangiato dell’albero, il Signore Dio chiamò l’uomo e gli disse: dove sei?". L’uomo non è più al suo posto; lo ha abbandonato "dopo che Adamo ebbe mangiato dell’albero". In queste parole sono nascoste profonde verità riguardanti l’uomo, poiché la pagina biblica ci pone di fronte alla realtà originaria del peccato presente nella storia dell’uomo. Nel peccato di cui parla in questa pagina ha inizio tutto il "mistero di iniquità".

Secondo la testimonianza dell’inizio, il peccato nella sua originaria realtà è un atto di libertà: è la decisione di realizzare se stessi, di vivere la propria vita allontanandosi dal progetto di Dio; di esistere fuori della verità di Dio che ci crea in Cristo.

La dis-locazione - "Adamo, dove sei?" - dell’uomo è in primo luogo costituita dal fatto che egli non è più nella dipendenza dal Creatore, ma si è posto accanto a Lui. L’alterazione della relazione con Dio produce anche ingiustizia nel rapporto fra l’uomo e la donna.

La pagina biblica narra quindi l’inizio di un universo sbagliato perché costretto dalla decisione dell’uomo di porsi fuori del progetto di Dio. Si comincia a delineare un universo del quale l’uomo vuole essere l’unico costruttore, senza nessun altro fondamento, che non sia la libertà dell’uomo.

Quale universo è uscito dalle mani dell’uomo? Quale è il capolinea di questo percorso? "Adamo, dove sei?". È già profetizzato nella pagina biblica, quale sarà il capolinea, ed oggi è mostrato da quel deficit grave di speranza che tanto affatica che persone e cose.

3. Ora possiamo finalmente ammirare la figura di Maria nella pagina evangelica.

Di fronte alla costruzione dell’anti-universo da parte dell’uomo, Dio non si rassegna e non si ritira. Le parole dette al serpente, "Io porrò inimicizia fra te e la donna", sono il primo annuncio evangelico.

La solennità odierna fa memoria dell’inizio della nuova creazione. Con Maria, preservata da ogni macchia di peccato originale, entra nel mondo la persona umana "creata secondo Dio nella giustizia e nella santità vera" [Ef 4,24], in previsione della morte di Cristo.

A causa del suo immacolato concepimento, in Maria si spezza la catena delle generazioni umane veicolo di ingiustizia, ed entra la grazia e la vita divina.

La pagina evangelica mostra la libertà umana finalmente liberata dalla follia di costruire un mondo senza Dio. Maria è libera nell’obbedienza della fede: "Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto". Perché la pienezza della libertà consiste nel dono totale che la creatura fa di sé al Signore. Veramente con la concezione Immacolata di Maria inizia la nuova creazione, così come con la disobbedienza di Eva era iniziata l’anti-creazione. La gloria, la bellezza che la creazione aveva perduto nella disobbedienza di Eva, oggi le ritrova in Maria: più luminose, più pure, più grandi.

Possiamo dunque ripetere con S. Anselmo: "Il cielo e le stelle, la terra e i suoi fiumi, il giorno e la notte e tutte le cose sottomesse al potere degli uomini si rallegrano di aver perduto la gloria, perché una nuova grazia ineffabile, risuscitata in qualche modo da te, è stata loro conferita, o Maria" [Orazione 6].