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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


Solennità della Santissima Trinità (Anno B)
S. Giovanni Bosco e Piano di Setta, 7 giugno 2009


1. La solennità odierna, cari fedeli, ha una singolarità fra le feste della nostra fede. Mentre ognuna di queste è la memoria di un mistero della vita umana del Verbo incarnato: la sua nascita, il suo battesimo, la sua risurrezione…, oggi noi celebriamo in un certo senso l’intera storia della nostra salvezza. In che modo lo facciamo? Celebrando la Tre divine persone che l’hanno messa in atto. Celebriamo il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo.

L’apostolo Paolo nella seconda lettura ci guida e ci aiuta nella nostra celebrazione. Egli infatti ci rivela come in concreto le tre divine Persone compiono la loro azione redentiva e santificatrice a favore di ciascuno di noi, anzi in ciascuno di noi.

Il Padre ci ha donato il suo Figlio unigenito: tutto ha avuto inizio dal Padre, Principio senza principio da cui proviene ogni dono perfetto. Egli ce lo ha donato così interamente [cfr. Rom 8,32] che il dono è entrato nell’intimità della nostra persona, così che anche noi in Gesù, il Figlio unigenito, siamo divenuti figli. «Avete ricevuto» ci ha detto l’apostolo «uno spirito da figli adottivi per mezzo del quale gridiamo: Abba, Padre». La divina filiazione del Verbo è stata partecipata a noi, così che possiamo fare nostro lo stesso grido di preghiera che è proprio di Gesù [cfr. Mc 14,36]. E l’Apostolo aggiunge: «Lo Spirito stesso attesta al nostro spirito che siamo figli di Dio». Lo Spirito Santo viene ad abitare nella nostra persona, e ci insegna ad esprimerci come figli: plasma e configura la nostra persona ad immagine di Gesù.

Cari fedeli, voi potete costatare come la vita cristiana non è una generica vita religiosa. Essa è la stessa vita del Dio uno in tre persone, che ci viene comunicata. Ciascuno di noi è in relazione con ciascuna delle tre divine persone: ciascuno di noi è nel Figlio, figlio del Padre, per opera in noi dello Spirito Santo. Tutto ciò che durante l’anno abbiamo celebrato ricordando i principali misteri del Signore, mirava alla celebrazione di oggi: Dio ci introduce nella sua stessa Vita. La nostra vita cristiana consiste in questo rapporto con ciascuna delle tre divine Persone, reso possibile dalla morte e risurrezione del Signore.

Quanto il popolo di Israele aveva vissuto, come abbiamo sentito nella prima lettura, in termini di vicinanza di Dio all’uomo, nel popolo cristiano si realizza in grado eminente. Dio ha continuato a “far udire la sua voce”; ha continuato a “scegliersi una nazione”, ma lo fa trapiantando l’uomo nella sua stessa vita divina.

2. Come avviene tutto questo? Ce lo insegna il Vangelo. Avviene mediante il battesimo; siamo stati battezzati «nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo». Il battesimo è veramente una rinascita, una trasformazione nella vita divina.

Cari cresimandi, ora potete capire il significato del sacramento della cresima che fra poco riceverete. Essa, come sapete, viene anche chiamata “confermazione”, poiché essa conferma in ciascuno di voi ciò che il battesimo ha già operato.

Esso, come ho cercato di spiegarvi, vi ha reso figli di Dio-Padre come ed in Gesù. Ora la Cresima o Confermazione vi dona in pienezza lo Spirito che vi renderà pienamente conformi a Gesù il Figlio unigenito.

Cari cresimandi, voi capite quindi che non si può ricevere questo grande dono e poi vivere come se niente fosse accaduto. Ora comincia per voi la vita cristiana piena. Continuate ad essere fedeli al catechismo e alla celebrazione eucaristica della domenica. Accettate con docilità la guida del sacerdote e/o degli educatori che vi guidano nella via del Signore.