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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


Festa del Battesimo del Signore
Cattedrale, 7 gennaio 2007


1. "Parlate al cuore di Gerusalemme e gridatele che è finita la sua schiavitù; è stata scontata la sua iniquità". La santa Chiesa ascolta oggi parole di consolazione e di liberazione, mentre celebra il mistero del battesimo del Signore. E sente il bisogno di proclamare, rispondendo a quella parola di consolazione: "benedetto il Signore che dona la vita". Dunque la Chiesa vede nel battesimo del Signore un grande mistero di salvezza; il fatto in cui "si sono manifestati la bontà di Dio, salvatore nostro, e il suo amore per gli uomini".

Liturgicamente questa celebrazione compie il mistero natalizio. Ed infatti i Padri della Chiesa ritenevano il battesimo di Gesù il compimento della sua nascita. Entrando nel mondo perché compie il suo primo atto pubblico, il Verbo incarnato assume nel battesimo tutta l’umanità nel suo peccato. Il rito di Giovani è un rito di penitenza. Gesù, sottoponendosi ad esso, porta ed include in sé tutta l’umanità peccatrice. Entrando nell’acqua del Giordano, Egli prende su di sé "il peccato del mondo".

Se questo è l’evento accaduto nel Giordano, allora veramente al Giordano "è apparsa la grazia di Dio apportatrice di salvezza". Assumendola, Gesù santifica in se stesso l’umanità peccatrice, comunicandole lo Spirito Santo. "Scese su di Lui lo Spirito Santo in apparenza corporea, come di colomba", narra il testo evangelico. Cristo riceve lo Spirito non certo per essere santificato: non ne aveva bisogno: lo riceve per comunicarlo a tutti noi. Assumendo nel battesimo al Giordano sopra di sé il peccato del mondo, Egli lo toglie e dà diritto a tutta la natura umana di ricevere in Lui e da Lui lo Spirito Santo. Il battesimo di Gesù ha il suo culmine il giorno di Pentecoste.

Non a caso, dopo che Gesù ebbe ricevuto il battesimo "vi fu una voce dal cielo: Tu sei il mio figlio prediletto, in te mi sono compiaciuto". Il Padre rivolge questa parola al Verbo fatto uomo. La Sua voce che fino ad allora risuonava nell’eternità dentro al dialogo fra le due Persone divine, ora per la prima volta risuona dentro alla nostra storia e si rivolge al Verbo che nel battesimo assume la nostra umanità peccatrice. Un testo liturgico odierno dice: "oggi allo Sposo celeste si è unita la Chiesa perché nel Giordano lo Sposo lavò i suoi delitti". Uniti a Cristo e santificati dal suo Spirito, siamo divenuti in Lui figli di Dio. Immergendosi in Lui col santo battesimo, ogni uomo sente rivolgere a sé la parola del Padre: "tu sei il mio figlio".

È per questo che "il cielo si aprì. Noi infatti – come insegna l’Apostolo – giustificati dalla sua grazia diventiamo "eredi, secondo la speranza, della vita eterna"". Il cielo è aperto; la pienezza della comunione con Dio ci è offerta; è la nostra eredità.

2. Miei cari fratelli, Claudio, Gian Luigi, Pietro, Roberto, oggi si stringe fra voi e la Chiesa un patto. Voi manifestate la vostra volontà di accedere al sacro Ordine del Diaconato e la Chiesa accettandola si impegna a guidarvi ad esso.

Nel mistero del battesimo del Signore si pongono in seme e come raccolti in sintesi tutti gli atti e momenti che costituiscono l’economia della salvezza.

Voi chiedendo il Diaconato manifestate il vostro desiderio di divenirne ministri nella forma propria del Sacramento. Dio porti a compimento il vostro desiderio!