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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


Solennità dell’Epifania del Nostro Signore Gesù Cristo
Cattedrale di S. Pietro, 6 gennaio 2011


1. "Dove è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto la sua stella e siamo venuti per adorarlo". Cari fratelli e sorelle, la domanda che i Magi fecero ci invita a riflettere su queste tre persone. Hanno qualcosa da dirci: la loro vicenda parla ad ogni uomo.

Essi ci dicono che ogni persona umana ha in sé innato il desiderio della verità; la domanda che i Magi fanno, manifesta che l’uomo non può vivere nella menzogna, ha bisogno della verità, deve cercarla. Un clima di scetticismo e di relativismo è sempre contro il bene della persona umana.

Di quale verità i Magi sono cercatori? Non di una verità circa le cose, il mondo in cui abitiamo, ma di una verità circa "il re dei Giudei che è nato": una domanda su Dio; sulla sua presenza dentro la nostra vicenda umana. La fame di verità di cui soffriamo giunge dunque molto lontano. La domanda ultima è sempre una domanda su Dio, è sempre una domanda sul senso della vita, sul suo inizio e soprattutto sul termine del cammino che l’uomo percorre sulla terra. La fame di verità non troverà cibo sufficiente fino a quando l’uomo non vedrà il volto del Signore. La domanda di senso non si accontenta di risposte parziali o costruite di volta in volta dalla cultura o dalla società in cui viviamo, ma tende ad una risposta ultima e definitiva.

"Abbiamo visto la sua stella", dicono i Magi. Il desiderio dell’uomo di incontrare il Signore ha il carattere di risposta ad un invito alla ricerca che il Signore stesso gli rivolge. La lunga marcia dal deserto alla culla di Betlemme è mossa da una misteriosa ma reale attrazione che Dio stesso esercita nel cuore dell’uomo. E lo fa in due modi: col linguaggio della natura e colla divina Rivelazione.

Il linguaggio della natura: "abbiamo visto la sua stella". Cari fratelli e sorelle, Dio ha lasciato dei segni; ha come impresso delle orme nella natura, nella realtà creata, e al contempo ci ha donato la mirabile facoltà della ragione per interpretare e riconoscere quei segni e quelle orme. E’ vedendo una stella che i Magi hanno iniziato il loro cammino di ricerca della Verità ultima ed intera. "I cieli narrano la gloria di Dio e l’opera delle tue mani annunzia il firmamento", dice il Salmo. Ed il Concilio Vaticano II insegna: "Dio, il quale crea e conserva tutte le cose per mezzo del Verbo, offre agli uomini nelle cose create una perenne testimonianza di sé" [Cost. dogm. Dei verbum, 3].

La riduzione scientista della natura ad una cosa puramente meccanica, priva di qualsiasi capacità di "suggerire" di andare oltre sé, ha privato l’uomo di uno dei principali "segnali stradali" per il suo cammino verso la Verità ultima.

Il linguaggio della divina Rivelazione: "A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta". La nostra ragione è una piccola zattera nella traversata del mare della vita: Dio stesso ci ha parlato perché attraverso la sua parola noi potessimo vedere il suo volto, conoscere il suo disegno di salvezza. Questa divina Parola che ha assunto anche il carattere di una Scrittura ispirata, è affidata e come data in deposito alla Chiesa che, pertanto, come dice l’Apostolo, è "colonna e fondamento della verità".

Cari fratelli e sorelle, sono queste le due indicazioni donate all’uomo per la sua ricerca: la natura e la Rivelazione.

2. La ricerca dei Magi incontra un personaggio oscuro: il re Erode , che esercitava il potere politico in Giudea. Anche questo particolare presente nella vicenda ha un profondo insegnamento da donarci.

Erode non impedisce la ricerca, anzi è lui stesso che convoca gli scribi. Ma per servirsi del risultato raggiunto per i suoi scopi. E quando si rende conto che quei tre ricercatori puri della verità non si sottomettono ai suoi disegni, fa ricorso ai mezzi più spietati.

Cari fratelli e sorelle, ciò che Erode fa cela in sé un meccanismo, una logica di potere che si ripete molto spesso ed è pericolosissima. E’ la verità che ci rende liberi, perché la sua ricerca per trovarla e la fedeltà ad essa quando scoperta, non hanno prezzo; non si possono barattare e non sono negoziabili. Quando si cerca di creare una cultura dello scetticismo e del relativismo; quando si giunge a dire che la passione per la verità è una passone inutile; quando si mente all’uomo – soprattutto ai giovani – dicendo che scetticismo e relativismo sono le vere condizioni della libertà: in realtà si fa il gioco dei potenti di turno. Estinguete nell’uomo la passione per la verità ed avrete creato uno schiavo perfetto.

"Entrati nella casa videro il bambino con Maria sua Madre, e prostratisi lo adorarono". Cari fratelli e sorelle, ecco il più grande atto che l’uomo compie, avendo trovato il suo Signore: l’adorazione. I mali dell’uomo di oggi hanno la loro radice in una mancanza di fondo: manca l’adorazione.

Siamo qui per prendere parte all’adorazione del Magi. In questo atto di adorazione desideriamo esprimere e realizzare interamente noi stessi, tutta la nostra vita.

Noi ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo. Oggi con la chiamata dei Magi ci hai rivelato il Mistero: che noi tutti cioè siamo chiamati in Te a formare un solo corpo, divenendo partecipi della tua vita divina.