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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


Quarta Domenica di Quaresima
Camugnano, 2 marzo 2008


1. La pagina evangelica che abbiamo appena ascoltato, narra due avvenimenti che si intrecciano fra loro: la guarigione miracolosa di un cieco nato e l’incontro di questi con Gesù nella fede.

Ciò che lega i due fatti è il tema della luce e della vista. Possiamo dunque iniziare da questo la nostra meditazione della Parola di Dio.

Gesù, come avete sentito, guarisce un cieco nato. Lo guarisce inviandolo a lavarsi gli occhi in una piscina il cui nome significa "Inviato". Il cieco "andò e tornò che ci vedeva".

Non dobbiamo mai dimenticare, cari fratelli e sorelle, che lo scopo che Gesù si prefigge quando compie un miracolo è duplice: guarire la persona dalla infermità che la affligge [in questo caso, la cecità]; indicare mediante il miracolo che Gesù sta compiendo nel miracolato, un’opera di grazia ben più grande.

A noi che leggiamo la pagina evangelica interessa maggiormente sapere quale grande opera Gesù intende compiere. Il miracolo diciamo fisico riguarda infatti solo la persona guarita. L’opera invece che Gesù intende compiere e che è significata dal miracolo, avviene anche in ciascuno di noi che stiamo celebrando i santi Misteri. Quindi la pagina evangelica non racconta solo ciò che è accaduto duemila anni orsono. Ci rivela ciò che può accadere ora in ciascuno di noi, se celebriamo con fede questa divina Liturgia. Che cosa può accadere?

Ci aiuta a capirlo S. Paolo nella seconda lettura: "un tempo eravate tenebra, ora siete luce nel Signore". Ecco che cosa può accadere in ciascuno di noi: il passaggio dalle tenebre alla luce "nel Signore". Ecco che cosa Gesù desidera compiere ora in ciascuno di noi: farci passare dal potere delle tenebre nel regno della sua luce.

Per capire che cosa sia questo passaggio, dobbiamo ritornare al miracolo del Vangelo. Proviamo ad immedesimarci col cieco nato nel momento in cui acquista la vista. Che cosa succede in lui? È come se in quel momento entrasse nel mondo, nella vita: comincia a vedere ciò che esiste; a rendersi conto di che cosa è la realtà. Esce dalla solitudine in cui era imprigionato, ed entra nella realtà fino ad allora ignorata.

Miei cari fratelli e sorelle, prestatemi bene attenzione. È questo che Gesù vuole che accada in ciascuno di noi: che cominciamo a "vedere" ciò che prima non vedevamo; che entriamo in una realtà, in un "mondo" per noi ignoto. Questo nuovo modo di vedere si chiama fede. La fede è una nuova capacità visiva. Sicuramente sapete che cosa è un microscopio. È uno strumento mediante il quale l’occhio vede ciò che prima non vedeva. La fede rende smisuratamente più capace l’uomo di vedere la realtà. Voglio farvi due esempi.

Se voi incontrate una persona bisognosa, vedete in essa uno come voi, un uomo, che chiede aiuto. Il "microscopio" della fede vi fa vedere in lui Gesù stesso, il quale ha detto: "ciò che fate al povero, lo fate a me".

Altro esempio. Fra poco riceveremo la santa Comunione. Mangiando l’ostia uno potrebbe semplicemente pensare che è un pezzo di pane: ha il gusto del pane. Il "microscopio" della fede vi fa "vedere" che essa è il Corpo di Cristo offerto in sacrificio per noi.

Noi – ci dice l’Apostolo – siamo passati dalle tenebre alla luce perché siamo stati resi capaci di "vedere" un universo che prima ci era completamente sconosciuto.

Chi ci fa compiere questo passaggio? S. Paolo dice che esso avviene nel Signore. Sappiamo bene che senza luce l’occhio non vede. Gesù dice di se stesso: "Io sono la luce del mondo; chi segue me non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita" [Gv 8,12]. È Gesù che mediante la sua parola ci introduce nella vera realtà, nel suo Regno: ci fa sapere la verità circa noi stessi, circa il senso della vita, e di tutto.

Il cieco nato guarisce perché si lava in un piscina che si chiama Inviato. E chi è l’Inviato se non Gesù? È lavandosi in Lui che noi diventiamo luce.

2. Questa pagina evangelica, miei cari fratelli e sorelle, ci aiuta molto a capire il senso della Visita pastorale.

Ho detto che Gesù ci fa passare dalle tenebre alla luce mediante la sua Parola. E oggi dove risuona, dove viene detta la sua Parola? Nella Chiesa da coloro che sono chiamati precisamente al "servizio della Parola". I servitori della Parola sono il Vescovo e i suoi sacerdoti.

Il Vescovo visita le sue comunità prima di tutto per dirvi la Parola di Gesù, così che passiate dalle tenebre alla luce. Ogni domenica don Marco compie per voi questo servizio. Se voi ascoltate docilmente la Parola di Gesù che egli vi trasmette, accadrà in ciascuno di voi il miracolo narrato nel Vangelo: diventerete sempre più luce "nel Signore". E vi comporterete "perciò come i figli della luce". E "il frutto della luce consiste in ogni bontà, giustizia e verità".