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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


SACRA FAMIGLIA
Cattedrale 31 dicembre 2000

1. "Partì dunque con loro e tornò a Nazareth e stava loro sottomesso". Queste semplici parole nascondono un mistero immenso: la vita quotidiana della famiglia di Nazareth, della famiglia composta da Giuseppe, Maria e Gesù. E’ la famiglia nella quale Gesù, il Figlio di Dio fattosi uomo, "cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini".

Il fatto che il Verbo assumendo la natura umana abbia voluto compiere questo gesto di inaudita condiscendenza dentro ed attraverso una famiglia, sta ad indicare che Egli ha voluto salvare in primo luogo la famiglia. La redenzione dell’uomo è infatti in stretto rapporto colla redenzione della famiglia.

Per quale ragione la famiglia ha bisogno di essere redenta? ha bisogno di essere salvata? Per il fatto che l’amore, che costituisce questa comunità, è insidiato quotidianamente dalla concezione individualista che oggi respiriamo. L’amore di cui è costituita la famiglia è l’amore coniugale fra gli sposi, l’amore paterno-materno fra genitori e figli, l’amore fraterno fra fratelli/sorelle. Questo mirabile intreccio di "forme amorose" è salvaguardato dalla certezza di una verità fondamentale sull’uomo: l’uomo, il quale è l’unica creatura che Iddio abbia voluto per se stessa, non può ritrovare pienamente se stesso se non attraverso un dono sincero di sé. [cfr. Cost. past. Gaudium et Spes 24,4]. Quando la persona ha la consapevolezza di non potersi ritrovare pienamente se non attraverso il dono di se stessa, si trova radicata e fondata nella verità. Può quindi essere libera, poiché la persona si realizza mediante l’esercizio della libertà nella verità. "La libertà non può essere intesa come facoltà di fare qualsiasi cosa: essa significa dono di sé. Di più: significa interiore disciplina del dono. … Siamo così nel cuore stesso di ogni famiglia" [Giovanni Paolo II, Lettera alle famiglie Gratissimun sane 14,4; EF ].

Perché questo "cuore" è continuamente insidiato dall’individualismo? Perché l’individualismo suppone una grave menzogna sull’uomo, ritenendo che questi non sia costitutivamente chiamato alla comunione con gli altri. Inoltre e di conseguenza, perché suppone un uso della libertà nel quale il soggetto fa ciò che vuole, stabilendo ciascuno per se stesso la verità di ciò che è bene/male.

E’ il cumulo di rovine e macerie in cui oggi vediamo spesso sepolti matrimonio e famiglia: l’amore coniugale degradato a contrattazione fra il dare e l’avere di due egoismi opposti; il figlio o desiderato ad ogni costo perché ritenuto necessario al proprio benessere psicologico o rifiutato perché giudicato impedimento alla propria realizzazione.

2. Carissimi fratelli e sorelle, il bisogno che la famiglia ha di essere salvata è lo stesso bisogno che l’uomo e la donna hanno di essere salvati: salvati dalla loro incapacità di amare. Come può accadere questa salvezza? Come possono l’uomo e la donna ritrovare se stessi pienamente nel dono sincero di se stessi? rendere eterno, indissolubile, cioè corrispondente al desiderio vero del cuore, il loro amore? La contemplazione odierna della Sacra Famiglia ci dona la risposta. "Partì con loro e tornò a Nazareth" dice il Vangelo: è questa Presenza di Cristo dentro al matrimonio, dentro alla famiglia, che fa accadere l’avvenimento del dono sincero di se fra l’uomo e la donna. Essa infatti è Presenza che rigenera l’uomo e la donna, che – per così dire – li riesprime nella loro originaria verità.

Se la salvezza è donata da questa Presenza – il Verbo fatto carne, Dio fatto uomo tra noi, con noi – è necessario cercarla, mendicarla nella preghiera e lasciarsene possedere attraverso i Sacramenti della nostra fede.

La S. Famiglia di Nazareth è stata l’inizio di ogni famiglia vera: siate radicati in Cristo che ha vissuto in essa. Perché possiate comprendere quali grandi beni siano il matrimonio, la famiglia, il dono della vita; quale grande pericolo sia per l’uomo e la sua dignità, la loro degradazione nelle istituzioni civili.

Maria, madre del vero amore, e Giuseppe, custode del Redentore, vi accompagnino sempre.