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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


FESTA DELLA FAMIGLIA
Cattedrale Ferrara
30 dicembre 2001

1. "Il Signore vuole che il padre sia onorato dai figli; ha stabilito il diritto della madre sulla prole". La prima lettura inizia con queste parole e prosegue disegnando una figura di famiglia come comunità governata da leggi pensate e poste dal Signore stesso. La Chiesa oggi, celebrando la S. Famiglia di Nazareth, vuole meditare su questa istituzione, la famiglia, non prodotta dall’uomo ma voluta dal Creatore stesso. Ed è giusto che questa meditazione sia fatta nel tempo natalizio, nel tempo cioè in cui celebriamo l’avvenimento del Verbo che s è fatto carne ed è venuto ad abitare fra noi.

Facendosi uomo, il Figlio di Dio ha voluto entrare nella storia umana attraverso una famiglia. Egli ha vissuto gran parte della sua vita terrena nel nascondimento di Nazareth, "sottomesso" [Lc 2,51] come figlio a Maria e Giuseppe, lavorando con mani d’uomo. Se facendosi uomo, il Figlio di Dio svela pienamente la verità e il bene dell’uomo all’uomo [cfr. Cost. past. Gaudium et spes 22], egli lo fa svelando all’uomo la verità e il bene della famiglia. Se facendosi uomo, il Figlio di Dio "si è unito in certo modo ad ogni uomo" [ibid.], egli si è unito in un certo modo ad ogni famiglia umana. E’ questa la ragione ultima per cui la Chiesa considera il servizio alla famiglia uno dei suoi compiti fondamentali: attorno alla famiglia oggi si combatte la battaglia decisiva in difesa della dignità della persona umana.

Il servizio della Chiesa è in primo luogo il servizio alla verità della famiglia. Non sarà dunque inutile, questa sera, richiamare alcune di queste originarie verità razionali e di fede circa la famiglia.

La famiglia è un dono di Dio creatore: fa parte del progetto originario di Dio sulla sua creazione. La relazione giusta infatti fra l’uomo e la donna non è né quella di dominio dell’uno sull’altro né quella di uso di uno dell’altro: è il dono di sé e il servizio reciproco, divenendo così co-operatori di Dio nella creazione di nuove persone umane. Poiché dunque la famiglia è costituita dai rapporti più profondi che si istituiscono fra le persone, essa è il primo dono fatto da Dio all’umanità.

La famiglia si fonda esclusivamente sul dono di sé, definitivo e fedele, che costituisce il matrimonio. Nel disegno originario di Dio la persona umana è creata perché si realizzi nel dono di sé: realizzazione che normalmente prende la forma della coniugalità, dell’amore coniugale indissolubile. E Cristo ha avuto una stima così grande di questa realtà da elevarla alla dignità di sacramento della Nuova Alleanza.

La famiglia ha ricevuto da Dio la missione di trasmettere la vita umana come frutto preziosissimo dell’amore coniugale: separare il dono della vita dall’unione propria degli sposi quando questa è feconda, significa impoverire l’essenza stessa e il senso della comunione coniugale. Il rifiuto della vita attraverso il ricorso ad ogni forma di contraccezione contraddice l’intima natura dell’amore coniugale.

Ecco alcuni elementi fondamentali della stupenda architettura divina della famiglia.

2. La narrazione evangelica ci fa scoprire però il dramma della famiglia, di ogni famiglia: essa è continuamente insidiata e perseguita dal potere di questo mondo. Anche oggi. In che modo oggi i vari potenti di turno cercano di rovinare la sapiente architettura divina della famiglia?

In primo luogo minacciandone la base naturale, cioè il matrimonio. E’ degradata la sua dignità, perché è in atto il tentativo di equipararlo a libere convivenze e alle convivenze omosessuali, che nulla hanno in comune col matrimonio. In questo modo si introduce gradualmente nella coscienza una progressiva disistima della coniugalità. Allo stesso risultato conduce anche la facilità con cui leggi e tribunali concedono divorzi e separazioni.

Ma non meno gravemente la famiglia è oggi insidiata dal non riconoscimento del diritto assoluto alla vita di ogni concepito. Nessun’autorità umana per nessuna ragione può dire: ti è lecito uccidere, hai diritto di uccidere, dovresti uccidere. Il fatto che si voglia rendere questo sedicente diritto meno traumatico, come è stato detto, aggiunge l’aggravante dell’ipocrisia al fatto di negare un valore assoluto per ogni uomo.

Carissimi fedeli, ho voluto invitare a questa celebrazione soprattutto le coppie più giovani: gli sposi che muovono i primi passi nella loro vita coniugale. Chi difenderà il vostro amore coniugale dalla quotidiana aggressione del vostro limite, della vostra umoralità, della vostra abitudine, dal vostro istinto di ridurre l’altro ad oggetto di cui godere? Niente e nessuno se non Lui, quella Presenza infinitamente appassionata al bene della vostra persona, risposta piena all’unico imprescindibile bisogno dell’uomo, il bisogno di amare ed essere amato, Lui, Gesù Cristo il Verbo che si è fatto carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi, con noi, per noi.