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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


VI DOMENICA DI PASQUA
Burana – Pilastri
20 maggio 2001

1. "Ma il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, Egli vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che vi ho detto". Questa promessa fatta da Gesù ai suoi discepoli sta per compiersi ora soprattutto in voi, carissimi cresimandi, ed anche in un certo senso in ciascuno di noi ogni volta che celebriamo l’Eucarestia. E’ quindi assai importante che ne comprendiamo il significato.

Notiamo in primo luogo come viene chiamato lo Spirito Santo: "il Consolatore". Egli viene nel cuore della vostra persona, nel cuore di ogni persona che crede in Cristo, come colui che ci dona la speranza: quella speranza che non delude perché è accompagnata dall’esperienza dell’amore che il Padre ha per noi. E così Egli diventa, come dice un’antica preghiera: "consolatore perfetto, ospite dolce dell’anima, dolcissimo sollievo. Nella fatica, riposo; nella calura, riparo; nel pianto, conforto".

In che modo lo Spirito è nostro consolatore? Che cosa Egli viene a fare nel nostro cuore? Gesù ci dice, due cose: "Egli vi insegnerà ogni cosa; vi ricorderà tutto ciò che vi ho detto". Dunque, la prima funzione dello Spirito è l’insegnamento. Egli ci illumina, facendoci capire, dandoci l’intelligenza di ciò che Gesù ci insegna. E soprattutto ci fa capire la cosa più importante di tutte riguardanti la nostra persona. Scrive l’apostolo Paolo: "Lo Spirito stesso attesta al nostro spirito che siamo figli di Dio. E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio e coeredi di Cristo" [Rom 8,16]. E’ questa la verità centrale sull’uomo: l’uomo è figlio di Dio, partecipe della sua stessa vita. Questa figliazione nasce in noi in forza del mistero dell’incarnazione, grazia a Cristo, il Figlio unigenito. Ma la rigeneraione di ciascuno di noi avviene nel santo Battesimo, per mezzo del quale Dio Padre "manda nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio" (cfr. Gal 4,6; Rom 5,5; 2Cor 1,22).

Ma lo Spirito Santo compie in noi un’altra attività. Egli, dice Gesù, "vi ricorderà tutto ciò che vi ho detto". La nostra più grande disgrazia è di dimenticarci le parole detteci da Gesù; è che esse non dimorino più in noi e noi in esse. A causa infatti di questa dimenticanza noi non siamo più guidati dalla Sapienza di Dio, prendiamo strade sbagliate che ci portano alla morte. Lo Spirito Santo ci è donato perché non perdiamo la memoria: Egli genera in noi il ricordo continuo di Gesù. Egli è la memoria vivente della Chiesa, delle varie comunità cristiane. Vedete, carissimi cresimandi, carissimi fedeli, quale grande dono ci è stato fatto. La parola di Gesù resta così sempre viva nel corso dei secoli.

2. Carissimi cresimandi, voi comprendete che oggi inizia per voi un cammino stupendo. Avendo ricevuto lo Spirito Santo, non rattristatelo, ma seguitene la voce. Come? Non abbandonando la vostra comunità cristiana.

All’inizio di questa celebrazione abbiamo chiesto la grazia di "testimoniare nelle opere il memoriale della Pasqua che celebriamo nella fede". Lo Spirito Santo ci fa ricordare la Pasqua di Cristo: una memoria che ci rende presenti all’avvenimento ricordato. Lo stesso Spirito ci doni di testimoniarlo nella nostra vita.