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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


DEDICAZIONE DELLA CATTEDRALE
TRASLAZIONE SALMA MONS. MAVERNA
Ferrara 16 ottobre 2001

(Ez 43,1-7; 1Pt 2,4-9; Gv 4,24)

1. "Questo è il luogo del mio trono e il luogo dove posano i miei piedi, dove io abiterò in mezzo agli Israeliti per sempre".

Carissimi fratelli e sorelle, celebriamo questa sera la presenza della Gloria del Signore in questo luogo santo. Con piena verità noi possiamo dire col profeta: questo è il luogo del trono di Dio, il luogo da Lui scelto per abitare in mezzo a noi. Lo spazio umano dove si collocano le dimore degli uomini racchiude dentro i propri confini uno "spazio divino" dove è posta la dimora di Dio. Questa sera noi rendiamo grazie al Signore perché ci dà la gioia di aver fra le nostra case una dimora dove continua a colmarci dei suoi favori.

Il profeta vede "che la gloria del Dio d’Israele giungeva dalla via orientale". L’ultimo profeta de Vecchio Testamento, Zaccaria, alla nascita del suo figlio Giovanni esclama: "verrà a visitarci un sole che sorge per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre" [Lc 1,78-79]. E’ Cristo il sole che sorge e che pone in mezzo a noi, fa dimorare in mezzo a noi la Gloria di Dio. "Questo è il luogo del mio trono"; e Cristo, rappresentato dal sole che sorge, è il vero trono del Dio vivente. Nell’incarnazione infatti la nostra natura è divenuta veramente il trono di Dio, che resta così legato per sempre alla terra e accessibile alla nostra preghiera.

E’ per questa ragione che mentre l’ebreo prega rivolto a Gerusalemme, il mussulmano rivolto alla Mecca, il tempio cristiano – anche la nostra Cattedrale – è rivolto, e la preghiera cristiana è fatta guardando ad oriente: entrando in questo tempio lasciamo alle spalle l’occidente, il territorio dove iniziano le tenebre, ed andiamo verso oriente, verso il Sole che sorge. In questo modo noi esprimiamo sensibilmente la forma cristologica fondamentale della nostra preghiera e dei nostri templi: noi possiamo pregare solo con Cristo, in Cristo e per mezzo di Cristo.

Comprendiamo allora il significato profondo delle parole che Gesù dice alla samaritana: "Dio è Spirito e quelli che lo adorano devono adorarlo in Spirito e verità". Questa è la più profonda descrizione dell’adorazione cristiana. Sotto l’azione interiore dello Spirito Santo, il credente adora il Padre nella Verità, cioè in Cristo Gesù. La vera adorazione del Padre è possibile solo nella comunione con Cristo. E’ questa comunione con Lui il nostro vero tempio cristiano, nella quale/ nel quale adoriamo il Padre. La santità di questo luogo è dovuta al fatto che esso significa quest’unione del discepolo col Cristo, unica fonte dell’adorazione perfetta.

2. "Carissimi, stringetevi a Cristo, pietra viva … anche voi venite impiegati come pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale". L’insegnamento dell’apostolo ci aiuta a capire l’insegnamento dato da Gesù alla samaritana sulla vera adorazione.

Mediante il Battesimo siamo stati uniti a Cristo come elementi vivi – cioè non solo nel nostro essere ma anche nel nostro agire – di un tempio: siamo cioè diventati capaci di offrire "sacrifici spirituali". Sacrificio spirituale unicamente gradito a Dio è il corpo di Cristo immolato, e in lui, "sacrificio spirituale" è l’offerta del nostro corpo, cioè di tutta la nostra persona nella sua realtà concreta.

Carissimi fratelli e sorelle, voi vedete come celebrando la dedicazione della Cattedrale celebriamo la sintesi di tutta la storia della salvezza: il mistero dell’incarnazione del Verbo vero tempio e dimora di Dio fra noi; il mistero della nostra unione con Lui ed in Lui, tempio spirituale nel quale avviene l’adorazione del Padre. La Cattedrale è in una parola segno riassuntivo del Cristo totale: Capo e membra.

Lasciamoci dunque rapire dalla contemplazione della bellezza della Chiesa, facendoci aiutare da ciò che i Padri e Dottori della Chiesa hanno scritto di Lei, al riparo di tante stolte ideologie ecclesiologie oggi così in voga: "L’Onnipotente ed Eccelso, avendo preso una sposa debole e di bassa condizione, da schiava ne ha fatto una regina, e colei che gli stava sotto i piedi è stata posta al suo fianco… Non voler dunque smembrare il Capo dal corpo: il Cristo non sarebbe più intero. Cristo infatti non è mai intero senza la Chiesa, come la Chiesa non è mai intera senza Cristo" [Isacco della Stella].

[Dopo la celebrazione eucaristica l’Arcivescovo ha rivolto ai fedeli le seguenti parole].

Strettamente connesso alla solennità che oggi celebriamo è il gesto che compiamo: abbiamo traslato la salma di Mons. Luigi Maverna nella Cattedrale. In seguito anche altri arcivescovi saranno traslati.

Fin dall’antichità il popolo cristiano ha voluto che i vescovi fossero sepolti nella Cattedrale. Coloro che vicari di Cristo colla forza dello Spirito Santo hanno edificato la Chiesa, è giusto che siano collocati nel luogo che è segno principale della comunità cristiana, nel senso spiegato durante l’omelia.

Ed inoltre la loro presenza in questo luogo è la testimonianza inequivocabile di quella successione apostolica che assicura ad ogni Chiesa particolare il suo legame storico mistico-sacramentale colla persona del Cristo risorto.

I loro sepolcri siano meta di veri pellegrinaggi della fede, per essere sempre più radicati e fondati in Cristo.