home
biografia
video
audio
english
español
français
Deutsch
polski
한 국 어
1976/90
1991/95
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
2015
2016
2017
Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


OMELIA 24.MA DOMENICA PER ANNUM
15 settembre 1996

 Con questa 24.ma domenica, il Signore nel suo Vangelo conclude un lungo discorso riguardante i rapporti dei suoi fedeli nella Chiesa, iniziata due domeniche orsono. E lo termina dandoci una regola di vita sublime, che possiamo riassumere nel modo seguente. Tra il Signore ed i suoi servi, e tra questi reciprocamente, deve regnare il medesimo atteggiamento. Dio è il “Modello” unico e supremo, ad immagine del quale l’uomo è stato creato: come è il Padre nei cieli, così l’uomo deve essere sulla terra. In questo modo “il Regno dei cieli” viene anche sulla terra, perché la volontà del Padre si compie sulla terra come è compiuta nei cieli.

1. Come si comporta il Padre, che è nei cieli, nei confronti dell’uomo che è sulla terra, di ciascuno di noi? Come spesso fa il Signore, ce lo spiega attraverso una piccola parabola. “un re volle fare ...” Il nostro rapporto con Dio è costituito da un “debito smisurato”, tale da non “poter essere restituito (estinto)”: cioè di fronte a Dio siamo sempre servi in debito, in colpa. Come non ricordare le terribili affermazioni della S. Scrittura che ci svelano la nostra reale situazione. Ascoltiamo: “tutti hanno peccato e sono privi della Gloria di Dio” (Rm 3,23). E se poi vogliamo sapere quale sorte ci tocca di diritto: “Tu, però, con la tua durezza e il tuo cuore impenitente accumuli collera su di te per il giorno dell’ira e della rivelazione del giusto giudizio di Dio” (2,5). Se qualcuno pensasse di sfuggire a questo giudizio universale di condanna, ascoltiamo quanto scrive S. Giovanni: “Se diciamo che non abbiamo peccato, facciamo di lui un bugiardo” (1Gv 1,10). E se a qualcuno venisse di contestare questo giudizio, opponendo le sue opere di giustizia, la Parola di Dio gli opporrebbe che esse sono in realtà come panno immondo e sporco, come panno immondo sono tutti i nostri atti di giustizia (Is. 64,5). Dunque, non c’è via d’uscita: “gli fu presentato uno ...”.
 Ed allora che fare? Che succede? Come risalire da questa crisi radicale? Ascoltate:  “impietositesi ...” . Il Signore sente compassione di ciascuno di noi e che cosa fa? Ci condona l’intero debito: ci perdona tutto. Non ci dice: “paga quello che puoi”. No: semplicemente ci perdona tutto. Egli ci tratta solo con la sua misericordia: ci chiede solo di “supplicarlo ....”.
(Rapporto di ciascuno di noi: debitori che non possono pagare; di Dio con noi: pieno di misericordia che gratuitamente ci perdona.)
[Il salmo responsoriale: oppure un racconto// gli angeli ... Sono io che ho fatto, e io perdonerò, io sopporterò e libererò]

2. Ora proviamo subito a considerare il rapporto nostro col nostro prossimo e del nostro prossimo con noi: il nostro prossimo “ha un debito con noi”
 - Sproporzione fra il “debito” che tu hai col Signore ed il debito che il prossimo ha con te: creatura ? creatore
 - Tu sei stato perdonato ... come puoi non perdonare: Ecco il “centro”: trattato come sei stato trattato dal Signore.