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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


OMELIA SECONDA DOMENICA DI PASQUA
14 aprile 1996

1. “Beati quelli che pur non avendo visto, crederanno”. La pagina del Vangelo, che si conclude con questa beatitudine, è di straordinaria importanza: essa descrive, nella vicenda di Tommaso, la nostra stessa vicenda, la nostra stessa vita. Certo, non la vita nel suo svolgersi superficiale, ma la nostra storia profonda.
 Come comincia questa storia di Tommaso? “Non era con loro quando venne Gesù”. Povero Tommaso! Assente proprio nel momento più importante, in ritardo sull’appuntamento decisivo per la vita: l’appuntamento con il Signore Risorto. Quell’incontro a cui Tommaso non era presente, era stato qualcosa di straordinario. Il vangelo lo descrive in un modo assai suggestivo (Ne parleremo fra poco).
 Ed allora che cosa gli resta? Notate bene: Tommaso riceve un annuncio straordinario. “Gli dissero allora gli altri discepoli: abbiamo visto il Signore”. Egli non ha visto il Signore: sono i discepoli che gli danno la notizia che il Signore non era più morto. Era risorto, perché essi lo avevano visto.
 Tommaso aveva di fronte a sé due possibilità: o credere a quanto i suoi amici gli dicevano, anche se egli non aveva potuto constatarlo oppure non credere aspettando eventualmente di vedere coi suoi occhi il Risorto. Egli non crede. Il Signore ha pietà del suo apostolo e gli si mostra. E’ un incontro stupendo: mettere la mano nel costato di Cristo! Egli passa dal “vedere” al “credere”: nel corpo del Signore riconosce la sua Gloria divina.
 Vi dicevo che questa pagina descriva la nostra esperienza. Infatti, anche noi come Tommaso siamo giunti in mezzo ai discepoli del Signore, nella sua Chiesa. E che cosa ci viene detto nella Chiesa? “Abbiamo visto il Signore”. Ecco che cosa ti dice la Chiesa: “Gesù morto è risuscitato e gli apostoli lo hanno visto”. Tutta la vita della Chiesa si fonda sulla testimonianza apostolica. Testimonianza di che cosa? Del fatto che Gesù crocifisso è risorto. Ascoltate come un apostolo, Giovanni, scrive ai suoi fedeli: “Quello che noi abbiamo udito, ciò che noi abbiamo veduto con i nostri occhi, ciò che noi abbiamo contemplato e ciò che le nostre mani hanno toccato ... noi lo annunciamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi”. Ecco, vedete come si costruisce la Chiesa? Gli apostoli annunciano a noi perché anche noi possiamo vivere la loro stessa esperienza. Quale esperienza essi vissero?
 Ecco come viene descritta: “si fermò in mezzo a loro...” Ogni parola meriterebbe di essere meditata. Ma in sostanza, l’esperienza dell’incontro è il dono dello Spirito Santo: “Ricevete il dono dello Spirito Santo”. Come lo dona? “Alitò su di loro”. E’ la nuova creazione. Infatti S. Pietro nella seconda lettura dice: “Egli ci ha rigenerati ...” Ora comprendete perché Gesù dice: “Beati quelli che pur non avendo visto ...” Beati voi siete, perché credendo voi ricevete lo Spirito Santo. Ed al dono dello Spirito è unita la missione “... io mando voi”. La vocazione.

2. “Erano assidui ...”. Come vivevano? Frazione del pane = eucarestia; insegnamento degli apostoli = catechesi; nella preghiera. Sono le coordinate della vostra vita.