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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


OMELIA SESTA DOMENICA DI PASQUA (schema)
12 maggio 1996

La pagina del Vangelo non è delle più facili. Ma, vi prego, prestate molta attenzione perché essa ci svela un grande mistero che può accadere nella nostra vita: sia Gesù stesso che vi istruisca attraverso le mie parole.
 Vorrei cominciare con una osservazione semplice. Molti di noi pensano alla religione, concretamente al cristianesimo, come ad un insieme di alcuni atti che si devono compiere in determinate circostanze (battesimi, cresime, funerali), per un Dio che non si sente vicino alla nostra vita. E’ uno dei modi più sbagliati di vivere il cristianesimo. Perché? Perché esso è in primo luogo rapporto con una Persona viva: non è rito o gesti sacri. E’ incontro, è compagnia, è comunione di vita con Gesù risorto e vivo. Ma in che cosa consiste questo incontro, questa compagnia, questa comunione di vita? Che cosa succede nella vita di una persona quando entra in questa esperienza? Ecco, la pagina del Vangelo risponde a queste domande.

 1. Prima di tutto, Gesù indica il rapporto col discepolo, con ciascuno di noi con due parole fondamentali: “amare/osservare i suoi comandamenti”. Si tratta di un amore reciproco, cioè di un’amicizia. Ora che cosa succede in ogni vero amore, in ogni vera amicizia? Ognuno fa ciò che piace all’altro. L’amore, l’amicizia con Cristo sospinge ad osservare i suoi comandamenti. E quali sono i “suoi” comandamenti? Gesù lo dice: “questo è il comandamento che io ho ricevuto dal Padre ...”. Dunque, tu osserverai e custodirai i comandamenti di Gesù se, nella fede, riconoscerai in Lui l’amore del Padre, l’amore di Dio che si è fatto visibile. Ecco perché il cristianesimo non è una religione, cioè un insieme di atti da compiere per un Dio lontano ed assente. Esso è l’amore di Dio che in Cristo si rende visibile e chiede di essere corrisposto. Essere cristiani significa credere all’amore che Dio ha per noi.
 Certamente, qualcuno potrebbe dire: “ma come è possibile? Cristo non è più fra noi!” Ecco la grande rivelazione che oggi ci viene fatta dal Vangelo: “io mi rivolgerò...”. Ecco chi compie il miracolo del nostro incontro con Cristo: lo Spirito Santo. Il suo nome è “Paraclito” cioè colui che ci consola: Egli ci fa sentire l’amore del Padre per noi. E’ “Spirito di verità”: egli ci introduce sempre più profondamente nella conoscenza della persona e della parola di Cristo. Egli “sta con noi per sempre”, “dimora presso di voi”, “rimarrà in voi”. E’ dunque lo Spirito Santo che ci fa sentire la presenza di Cristo in noi.
 Ma forse sentendo parlare di questi fatti, potreste pensare che sono cose talmente lontane dalla vostra vita di ogni giorno, da cominciare a pensare che non vi riguardano. Questo è la nostra peggiore disgrazia: di pensare che nessun miracolo possa accadere e che quindi la nostra vita sarà sempre uguale. Oggi la parola del Vangelo ti dice che questo miracolo può accadere: la venuta dello Spirito Santo. Convertiti, credi, fratello, alla parola di Gesù ed il miracolo accadrà.

 2. Quale miracolo? Ascoltate: “...voi in me ed io in voi ... mi manifesterò a lui”. E’ la presenza di Cristo nella tua vita e la manifestazione che Egli fa di se stesso, il miracolo vero che cambia la nostra vita.
S. Pietro: “dove andremo: tu hai parole di vita eterna”. E così anche per te questo vangelo, questa parola è detta.  Non chiudere il tuo cuore e sarai rigenerato ad una vita nuova.