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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


OMELIA VEGLIA PASQUALE
Cattedrale Ferrara
11 aprile 1998

“Voi sapete bene, fratelli carissimi, … che la ragione per cui questa veglia è consacrata al Signore ed è la più importante di tutte e quante le veglie che sono offerte al culto divino, è il fatto che in essa, con solennità annuale, si rinnova la memoria del Salvatore, il  quale è stato messo a morte per i nostri peccati ed è risuscitato per la nostra giustificazione” (S. Agostino, Disc. 223/D,1; NBA XXXII/1, pag. 345).
La grandezza del Mistero che celebriamo, ci viene manifestata da due simboli fondamentali che accompagnano tutta la nostra vita: la LUCE e l’ACQUA.

1. Abbiamo iniziato la nostra veglia passando dalle tenebre alla luce, poiché di questa notte “è stato scritto: la notte splenderà come il giorno, e sarà fonte di luce per la mia letizia” (Praec. paschale).
“Dio disse: «sia la luce». E fu sera e fu mattina: primo giorno”. Così ha inizio la costituzione dell’universo creato: colla parola di Dio che fa risplendere la luce dalle tenebre.
Questo avvenimento originario preludeva e prefigurava un altro inizio in vista del quale tutta la creazione era stata pensata e voluta. Lo Spirito Santo ce lo rivela attraverso le parole di S. Paolo: “E Dio che disse «rifulga la luce dalle tenebre», rifulge nei nostri cuori , per far risplendere la conoscenza della gloria divina che rifulge sul volto di Cristo” (2Cor 4,6). La creazione della luce fisica che distingue il giorno dalla notte, preludeva e prefigurava la manifestazione luminosa della Gloria di Dio nel volto (nell’umanità) di Cristo Risorto che poneva termine al “dominio delle tenebre” (cfr. Col. 1,13): questa manifestazione luminosa noi in questa notte di veglia celebriamo!
La luce che splende nell’umanità del Signore Risorto, brilla anche nelle nostre persone, poiché – attraverso i santi sacramenti pasquali del battesimo, confermazione ed Eucarestia - ciascuno di noi è reso capace “di partecipare alla sorte dei santi nella luce”. Come Israele venne condotto fuori dall’Egitto, così il Padre in questa notte “ci ha strappati dal dominio delle tenebre e ci ha trasferiti nel regno del suo Figlio diletto, per opera del quale abbiamo la redenzione, la remissione dei peccati” (Col 1,15-16).
L’originaria creazione della luce ha diviso il giorno dalla notte: la luce di Cristo  Signore ha diviso il giorno che siamo noi che abbiamo creduto in Cristo, dalla notte che eravamo prima di convertirci al Signore (cfr. 2Cor 3,15). “Se un tempo eravate tenebre” ci avverte l’apostolo “ora siete luce nel Signore. Comportatevi perciò come i figli della luce” (Ef. 5,9). “Voi tutti infatti siete figli della luce e figli del giorno: noi non siamo della notte, né delle tenebre” (1Tess 4,5).
Il profeta Baruc ci ha spiegato che cosa questo significa nella nostra vita di ogni giorno. Nel dono della sua santa Legge, il Signore Iddio ci ha indicati la via della luce, che porta alla vita: “Ritorna, Giacobbe, e accoglila; cammina allo splendore della sua luce”, poiché “i comandi del Signore sono limpidi, danno luce agli occhi”.
Ma è stato il profeta Ezechiele a rivelarci come siamo trasformati da tenebre in luce: “vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne. Porrò il mio Spirito dentro di voi e vi farò … mettere in pratica le mie leggi”. Gesù ha detto: “Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre” (Gv 8,12). E noi, in questa notte santa, a viso scoperto, riflettendo la gloria del Signore risorto, siamo trasformati a sua immagine e somiglianza dall’azione dello Spirito Santo (cfr. 2Cor 3,17-18).

2. “Così dice il Signore: «o voi tutti assetati, venite all’acqua» (Is 55,1). L’ACQUA è l’altro grande simbolo che ci guida in questa notte santa. Il Signore infatti aveva giurato che non avrebbe più riversato le acque sulla terra per distruggere l’uomo: l’acqua non sarebbe più stata il segno della morte che riporta la creazione nel disordine e nella notte originaria. Essa è promessa come segno efficace di vita, come seno che genera la vita: “vi aspergerò con acqua pura e sarete purificati; io vi purificherò da tutte le vostre sozzure e da tutti i vostri idoli”. Ed infatti fu proprio mediante ed attraverso l’acqua (del Mar Rosso) che il popolo dell’antica alleanza venne generato, poiché venne costituito nella sua libertà e nella sua identità.
Questa misteriosa potenza dell’acqua preludeva e prefigurava la verità di questa acqua che ora vedete davanti ai vostri occhi: il santo fonte battesimale. Come infatti attraverso l’acqua il popolo dell’antica alleanza è nato come popolo libero di servire il Signore così da questo fonte nasce il nuovo popolo di Dio, la Chiesa, libero di servire il Signore.
Due nostre nuove sorelle saranno da quest’acqua generate; noi tutti siamo stati generati dall’acqua e dallo Spirito Santo “perché l’acqua segnasse la fine del peccato e l’inizio della vita nuova”. Per mezzo infatti del battesimo noi siamo stati sepolti insieme a Cristo, perché come Cristo fu risuscitato dal Padre, anche noi potessimo camminare in una vita nuova (cfr. Rom 6,4): essere veramente figli della luce.
Ed  il segno efficace che porterà a pieno compimento la nostra partecipazione alla gloria di Cristo risorto, sarà il nostro cibarsi del pane eucaristico.

Ecco, carissimi, la grandezza del mistero che stiamo celebrando: in questa notte noi siamo concepiti ad una vita nuova, siamo rigenerati in Cristo Signore risorto!