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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


SECONDA DOMENICA D’AVVENTO (A)
Chiusura della Visita Pastorale a S. Francesca Romana
9 dicembre 2001

1. "In quei giorni comparve Giovanni il Battista a predicare nel deserto di Giuda". Carissimi fratelli e sorelle, la Chiesa ha custodito con grande venerazione la memoria di S.Giovanni Battista e della sua predicazione. Dopo la Madre di Dio, è il santo che essa venera maggiormente. Perché?

La missione che Giovanni ha compiuto mantiene sempre la sua attualità e svolge un compito permanente nella storia della nostra salvezza.

La sua missione è stata quella di preparare il popolo ebreo ad accogliere la venuta imminente del Signore. Quando nacque, suo Padre Zaccaria disse di lui: "E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo perché andrai innanzi al Signore a preparargli la strada". Giovanni preparò le strade davanti al Signore in primo luogo colla sua predicazione.

Anche noi ci troviamo nella condizione in cui si trovava quel popolo a cui Giovanni si rivolgeva. Certamente il Signore è già venuto nascendo da Maria, è già morto e risorto per noi. Ma Egli vuole venire dentro alla nostra vita, dentro al nostro cuore per conformarci sempre più a Lui: Egli è sempre sul punto di venire. Ecco perché la Chiesa continua a farci ascoltare la predicazione di Giovanni. Quale è stata? Riascoltiamolo.

"Convertitevi perché il Regno dei cieli è vicino": ecco la sintesi di tutta la predicazione di Giovanni. "Convertitevi": i peccati che opprimono il nostro cuore, la nostra indocilità alla volontà del Signore, il nostro attaccamento alla nostra volontà più che a quella del Signore devono essere rigettati perché nasca in noi un cuore nuovo e uno spirito nuovo. Un cuore nuovo pienamente sottomesso al Signore: il grido di Giovanni continui a risuonare sempre in noi e nelle nostre comunità.

E’ questa un’esigenza, quella di preparare la "via del Signore", da cui nessuno di noi può esimersi: "E non crediate di poter dire: abbiamo Abramo per Padre. Vi dico che Dio può far sorgere figli di Abramo da queste pietre". L’essere figli di Abramo per una naturale discendenza, così come nessun altro titolo ci dispensa dal nostro impegno di conversione: la "certezza della salvezza" senza la conversione personale, per il Signore non vale nulla. Nessuno può attendere che venga il Signore, in modo inerte.

2. Carissimi fedeli, oggi terminiamo la Visita Pastorale. Durante tutti i nostri incontri abbiamo voluto porci come in uno stato di conversione, perché – come abbiamo pregato – la Sapienza che viene dal cielo ci guidasse ad essere più fedeli al Signore.

Vi lascio collo stesso augurio di S.Paolo: "il Dio della perseveranza e della consolazione vi conceda di avere gli stessi sentimenti ad esempio di Cristo Gesù, perché con un solo animo e una sola voce rendiate gloria a Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo".